BET ON HIM #122 – BET ON… 18 MORE GONE

Ciao a tutti amici e soprattutto amiche di Tuttowrestling.com e benvenuti ad un nuovo appuntamento con la rubrica dedicata al futuro del business. Diventa sempre molto difficile parlare di futuro del business quando poi la WWE, in maniera piuttosto costante, continua a fare manbassa di talenti. Budget cuts, dicono loro. Un enorme spreco lo chiamo io. Specialmente quando si tratta di alcuni talenti che avrebbero davvero fatto al caso della federazione di Stamford. Perché, se la concorrenza lavora non solo sul presente ma anche sul futuro, la compagnia di Vince McMahon (al netto di NXT 2.0, sul qual torneremo) continua semplicemente a navigare a vista.


LEE AND KROSS GONE

Onestamente che la WWE lasci andare a cuor leggero due come Keith Lee e Karrion Kross mi lascia tutt’altro che indifferente. Un po’ come era successo precedentemente con gente come Aleister Black (oggi Malakai). Certo, aver visto licenziati Braun Strowman e Bray Wyatt ha fatto capire al tutto il mondo una cosa: a meno che non sei Roman Reigns, Becky Lynch o Charlotte Flair, nessuno è al sicuro. La cosa pare ancora più evidente oggi. Le ragioni ancora incerte eppure la sensazione che la WWE stia impacchettando un prodotto pronto per essere venduto è evidente più che mai. 

Quello che interessa è il principio. Nick Khan nella sua famosa intervista di qualche mese fa, sottolineò come la WWE volesse cercare gente da costruire come main eventer del futuro. C’è un problema: la WWE questa gente, di riffa o di raffa, ce l’ha sempre avuta. Fino a qualche anno fa la federazione aveva un roster assurdo a livello di quantità e qualità. La federazione faceva incetta di talenti dalle indies creando moltissimo buzz intorno a sé. A conferma di una cosa, semmai ce ne fosse bisogno: il pubblico vuole sì degli ottimi personaggi, degli ottimi entertainers ma vuole anche e soprattutto degli ottimi wrestler. Se guardo uno show di wrestling quello che mi aspetto, sulla carta, sono storyline buone e buon lottato. 

THE BEST CAME FROM OUTSIDE

Pensate al debutto di AJ Styles in quel della Royal Rumble qualche anno fa. Probabilmente nemmeno Vince McMahon si aspettava una reazione di quel calibro da parte del pubblico. Styles è riuscito ad emergere ed ottenere le sue soddisfazioni grazie ad una gestione sana del suo personaggio e facendo emergere le sue qualità, anche sul quadrato. Lo stesso è accaduto, in parte con Daniel Bryan. La gente ha elevato Bryan a status di main eventer perché sapeva delle sue qualità sul quadrato. Quello che la WWE non ha inteso negli ultimi anni è questo: il wrestling è cambiato, il pubblico di wrestling è cambiato. Cosa che invece ha capito l’altro Khan del mondo del wrestling.

Onestamente che la WWE lasci andare uno come Keith Lee è assurdo, considerando la ricerca disperata di futuri main eventer da parte della federazione. Keith Lee ha tutto: fisico, carisma e qualità tecniche per emergere. Keith Lee due anni fa era il wrestler più over in circolazione, era andato faccia a faccia alla pari con Roman Reigns e, successivamente durante la Royal Rumble, con Brock Lesnar. Con tanto di endorsment da entrambi (seppur in maniera differente). Avevi già il main eventer bello pronto. Salvo poi mandarlo nel main roster e rovinarlo in dieci minuti netti. Uno spreco senza precedenti.

WRONG CHOICES

Per non parlare di Karrion Kross. A livello tecnico diverse spanne sotto Lee, eppure aveva tutte le caratteristiche per diventare un uomo di punta della federazione. Fisico e presenza scenica su tutti e, cosa da non trascurare, aveva Scarlett al suo fianco a potenziare il suo act. I due, insieme, potevano davvero emergere alla grande. Salvo poi mandare Kross nel main roster e rovinarlo in cinque minuti netti. Scarlett addirittura non lo ha visto il main roster. Si dice che loro siano alcuni dei wrestler licenziati per essere no-vax. Al netto di questo, anche Kross è da considerare uno spreco per quanto probabilmente il pubblico avrebbe fatto maggior fatica ad accettarlo, rispetto a Keith Lee.

Chiaro che il principio a base di questo è: se non lo creiamo noi, non va bene. Se non fosse che, come detto sopra, il wrestler è cambiato e si è evoluto. Le indies e la gavetta fanno la differenza. La WWE ha costruito tanti ottimi wrestler e personaggi ma gran parte dei wrestler di maggior successo degli ultimi anni hanno tutti un background al di fuori della WWE. Abbiamo citato AJ Styles e Daniel Bryan ma persino Drew McIntyre ha beneficiato dello stint nelle indies tra le sue due esperienze in WWE. Perché costruire talenti in casa è cosa buona e giusta, ma se ti capita un talento di quelli che piace e a te tra le mani, proveniente dalla indies, perché no. Un po’ come nel calcio: le grandi squadre non hanno mica tutti talenti provenienti dal settore giovanile. Un po’ lo stesso principio.

BACK TO GIMMICKS

Perché se il futuro è quello che stiamo vedendo ad NXT 2.0, c’è un filino da preoccuparsi. Se il futuro sono gimmick esagerate e poco wrestling, stiamo messi maluccio a livello di basi. I Tony D’Angelo mafioso, Duke Hudson “Il giocatore di poker”, Joe Gacy “woke left”, Cora Jade in skateboard, sono concetti che più che al futuro guardano al passato. Con nostalgia. Il che è coerente considerando quanto il passato paia molto più interessante del futuro a questa federazione. Basti pensare allo spazio che continuano a ricevere gente come Goldberg per esempio. Insomma, semmai il prodotto non lo stesse confermando, la WWE al futuro, per il momento non sembra ci stia pensando. 

I risultati economici per il momento premiano la WWE, i ratings no. E sarà interessante vedere se, alla lunga, i ratings avranno il potere di far perdere soldi alla WWE. Per ora ci sta pensando la concorrenza a far passare sonni agitati alla federazione numero uno, sulla carta. Ma, finché i risultati economici saranno quelli degli ultimi tempi, non aspettiamoci cambi. A meno che qualcuno, presto, non sia pronto a ricevere quel famoso pacco regalo di cui sopra.

Adriano Paduano
Adriano Paduano
Appassionato di wrestling dagli inizi del 2000, negli ultimi anni ho vissuto a Londra dove ho coltivato la passione per il wrestling indipendente e la scena UK. Collaboro con Tuttowrestling da oltre dieci anni dove ho ricoperto il ruolo di Raw Reporter (occasionalmente anche ppv), redattore del WWE Planet ed attualmente scrivo il bi-settimanale Bet On Him con qualche comparsata nei vari podcast del sito.
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