AEW Planet #80 – Tra Double or Nothing e Collision

La AEW procede spedita verso Double or Nothing (28 maggio) e la card va riempiendosi di settimana in settimana. Peraltro con incontri frutto dell’evoluzione di storyline, portate avanti durante le puntate. Il che non significa che siano tutte la fine del mondo o da strapparsi i capelli. Però ecco, senza incombere in incipienti calvizie, almeno il fatto che ci sia continuità e che si provi a rendere consequenziali gli show è sicuramente da apprezzare. Anche solo rispetto al recente passato in cui avevamo card messe insieme all’ultimo momento e quasi frutto del caso.


Detto questo, il prossimo PPV AEW ha un retrogusto un po’ insipido, quasi di irrilevanza. Scorrendo la card, infatti, e sapendo cosa ci aspetta nel futuro prossimo venturo, viene da dire che poco potrà cambiare, soprattutto nella zona main eventing. Perché per la vera rivoluzione bisognerà attendere giugno, probabilmente. Anche in virtù delle modalità con cui Tony Khan ha dato l’annuncio e di tutte le voci che si stanno rincorrendo riguardo il presunto uomo bandiera CM Punk.

IN ROTTA DI COLLISION

Nell’ultimo Dynamite, infatti, TK ha di fatto reso pubblico qualcosa che tutti già conoscevamo. Ci sarà un nuovo show, si chiamerà Collision, inizierà sabato 17 giugno da Chicago e durerà 2 ore. Come anticipo del roster, sono stati fatti i nomi di Samoa Joe, Thunder Rosa, Powerhouse Hobbs, Miro e Andrade El Idolo. Ora, il wrestling ci ha insegnato che su eventi di tale portata, solitamente, si possono creare fiumi di storyline. Da angle “Invasion”-like, a conflitti di potere, a divisioni di roster, a match di “qualificazione” per decidere chi sta di qua e chi di là. Nulla di tutto questo è stato fatto, sinora. Anzi, Tony ha messo direttamente le carte in tavola, anche in modo abbastanza low profile.

Forse per non distogliere l’attenzione dal PPV, oppure perché realmente non c’è chiarezza sulla situazione di CM Punk. Che un giorno viene dato come prossimo al rientro, quello dopo litiga sui social con qualcuno, ultimo della lista Bryan Alvarez. E quindi tornano i rumor di un Punk ai ferri corti con la compagnia, Warner annuncia che Collision non è legata a lui (no… Chicago!) etc. Sia quel che sia, il secondo show targato AEW nasce da un rinnovamento interno della compagnia di Jacksonville che punta ad espandere i propri orizzonti. Così, il roster potrà avere più respiro, si riuscirà a dare più identità ai singoli performer, a sviluppare meglio le rivalità avendo due ore addizionali di tempo televisivo.

Certo alla fine il problema è sempre la scrittura, perché paradossalmente è vero che più spazio hai e meglio puoi scrivere, ma se poi lo fai male non puoi più scappare a nasconderti. La AEW ha raddoppiato il proprio tempo di esposizione, prodromico all’allargamento dei propri confini con Wembley e Forbidden Door, ma ciò che conta alla fine è e sarà sempre il prodotto. Quindi la speranza è che Tony Khan si faccia aiutare o non si dimentichi di scrivere cose. Visto quanto era successo post lancio della ROH.

DOUBLE OR NOTHING IN ARRIVO

Ad ogni modo, in ordine cronologico tocca a Double or Nothing fare da apripista. E avrà come main event il redde rationem dei 4 pillar. Dopo qualche settimana di inutilità, causata dal tentativo di swervare con Sammy Guevara in modo del tutto non necessario, infatti, la storyline ha ripreso i binari giusti. Showcase dei partecipanti, attenzione del pubblico, MJF che fa MJF e via così. Niente di eccezionale, di certo non verrà premiato come feud dell’anno. Tuttavia, c’è linearità e di fatto tutti i wrestler appaiono pronti e calati nella parte in vista di quello che potrebbe risultare un match fantastico.

Accanto al nuovo che avanza, però, ci sono le fondamenta della AEW delle origini. L’Elite ritrova Adam Page per mettere a tacere il BCC e il loro nuovo alleato Don Callis. Che l’ex manager di Kenny Omega avesse in cantiere un turn era arcinoto e chiaro a chiunque. Sulle modalità, qualcosa da discutere c’è. Anche a valle di Dynamite, infatti, faccio fatica a empatizzare con le motivazioni espresse da Callis. Piuttosto banali e generiche, oltre che palesemente false e poco credibili. Gimmick alla Pippo Baudo e “ti ho creato io, Kenny Omega”. Vabeh. Ciò non toglie che il volume di questo feud risuoni forte nelle casse della AEW e giustamente arriva un Anarchy in the Arena per DoN.

Dove non ci sono grandi temi, dove non c’è una storia in cui identificarsi ecco che arrivano le mazzate. E via così. Personalmente, attendo con molto interesse anche Jamie Hayter vs Toni Storm parte seconda, perché se il discorso Outcasts vs Originals continua a singhiozzare, la performance delle due sul ring potrebbe quantomeno riportare un po’ di interesse sulla divisione femminile. Difficile pensare a un cambio di titolo con la gita inglese in programma, ma lo spettacolo potrebbe ampiamente compensare la scarsa imprevedibilità.

Per questa settimana è tutto, non perdete i nostri contenuti editoriali e podcast per il resto dei pronostici di Double or Nothing.

Andrea Samele
Andrea Samele
Laureato in filosofia, amante della creatività, della scrittura e del suono musicale di una chop. Appassionato di wrestling di lunga data per la capacità di creare personaggi e storyline in grado di coinvolgere gli spettatori. Per Tuttowrestling.com curo l'AEW Planet.
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