AEW Planet #78 – Ogni cosa al proprio posto

Se c’era una cosa che mi stava piacendo dell’ultimo periodo degli show AEW era la struttura. Le ultime puntate di Dynamite erano state tutte molto organiche. Con questo non intendo dire che siano state tutte bellissime, no. Però c’era una linea chiara su ciò che si voleva mostrare. Una sorta di compartimenti stagni o se preferite di reparti del negozio per cui qui vedi i Pillar, qui vedi le Outcast, qui vedi BCC ed Elite e qui vedi CM Punk. Ah, no. Scusate, questo non ancora. Ma ne parleremo.


L’ultima puntata in questo ha fatto un netto passo indietro, dal mio punto di vista. Andando a mixare, senza alcun bisogno, per esempio JAS e Adam Cole con la manfrina della divisione femminile. Creando un elemento forzato di discontinuità nella storia dei Pillar con l’alleanza tra MJF e Guevara, probabilmente per tentare di sparigliare un po’ le carte. Ma in un contesto in cui, secondo me, la linearità era la scelta giusta. Alla fine, ognuno dei pillar aveva settimanalmente il suo spazio, chi sul ring, chi in segmenti registrati. Tutti interagivano con il campione e tutti parlavano di motivazioni. Criticavano MJF partendo da cose precise, parlando di loro stessi e delle loro aspirazioni. Cosa mi significa ora questa pseudo alleanza?

Così come ho un po’ storto il naso con Takeshita e l’Elite. Vero, booking a lungo termine per cui la figura di Don Callis sicuramente farà qualcosa. Però nell’immediato, ancora non avevi esplorato la rivalità Elite vs Blackpool, perché aggiungere un altro elemento? Non c’è ancora quella tensione per cui serve una discontinuità narrativa. Vai avanti, racconta, abbiamo visto l’attacco selvaggio di Danielson a Page, con l’American Dragon che dà a tutti degli amatori. Continua da qui, riparti da qui. Falli combattere, falli perdere, falli vincere e poi inserisci un elemento nuovo. Anche perché Takeshita è un fenomeno e io lo adoro, ma non esula dalla definizione di “amatore” nel dizionario secondo Danielson. Non sei arrivato con Drew McIntyre, per dire. Per ora. Non sei tornato con il CM Punk di cui sopra, per ora.

Il prossimo evento in PPV della AEW, Double or Nothing, è tra un mesetto e poco più. L’unico match in programma a oggi è MJF vs il vincitore del “torneo” tra pillars. Il che mi porta a pensare che o avremo un nulla di fatto che porterà a un Fatal 4 Way in ogni caso, oppure a una riedizione di Allin vs MJF. Il primo caso è preferibile dal mio punto di vista, perché dai a tutti l’opportunità, ovviamente perderanno e da lì fai partire storie singole e dai una gradazione ai tre pillar. Tuttavia, l’idiozia di avere un torneo già per sé insulso (3 persone?) che pure viene poi annullato come outcome… non so. Il secondo caso, invece, accelererebbe un po’ le cose, ma abbasserebbe un po’ l’appeal secondo me. Dal risultato scontato, al fatto che questo match lo abbiamo già visto.

Anche perché poi per la AEW parte un’estate densa di avventure, tra Forbidden Door e All In a Wembley, con l’incombente punto di domanda sullo status di CM Punk. Già, perché rumors parlano di come il Best in the World possa essere prossimo al rientro. A giugno, in quel di Chicago. Anche nelle voci di diversi protagonisti si stanno vedendo velati riferimenti, dagli FTR a Omega e Page che hanno parlato, in storyline, di situazioni in sospeso.

Riferite al BCC, ma è chiaro che, ecco. Onestamente, per quanto odiosa sia stata la situazione di All Out, ottica business spero ardentemente che CM Punk torni. Il suo stint in AEW è stato ottimo, considerata l’inattività e tutto. Ha saputo portare tutta la sua esperienza e le sue capacità in un contesto che ne aveva disperatamente bisogno. Si parla di feud con Chris Jericho, di redde rationem contro l’Elite, tutti scenari percorribili e condivisibili. Io apprezzo sempre la realtà nel wrestling, quindi trattare on screen quanto successo sarebbe interessantissimo da vedere.

Un po’ meno ideale invece è fare di CM Punk il volto del nuovo ipotetico show chiamato Collision. Per quanto anche qui comprensibile ottica visibilità, però in AEW non manca il materiale da valorizzare, non mancano nomi su cui fondare la viewership di uno show addizionale. Quantomai necessario peraltro, dal mio punto di vista. Perché se si parla di un analogo di Dynamite, finalmente eviteremmo situazioni in cui sei costretto a mixare storie e a buttar dentro tutti per usare ogni minima goccia del tempo televisivo a disposizione. Ci sono tante bocche da sfamare, ci sono tante storie da approfondire e avere più spazio porterebbe inevitabilmente ad avere anche modo di raccontare i titoli in modo migliore.

Si potrebbe, quindi, dare anche a questi aspetti il loro ruolo nel mondo AEW, tornando nel paradigma di avere ingranaggi efficienti che girano. Di avere ogni cosa al proprio, giusto, meritato e adeguato posto.

Andrea Samele
Andrea Samele
Laureato in filosofia, amante della creatività, della scrittura e del suono musicale di una chop. Appassionato di wrestling di lunga data per la capacità di creare personaggi e storyline in grado di coinvolgere gli spettatori. Per Tuttowrestling.com curo l'AEW Planet.
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