AEW Planet #62 – L’ora più buia

Doveva essere il Planet di commento ad All Out, celebrandone i successi e sottolineandone i difetti, ma è chiaro che il sottoscritto e questo editoriale non possono sottrarsi al commento di quanto accaduto dopo il PPV di domenica, delle conseguenze che questo ha portato e porterà e come questo potrà cambiare, in meglio o in peggio, la All Elite Wrestling.


Facciamo un proverbiale passo indietro e riassumiamo quello che è successo nella notte fra domenica e lunedi: CM Punk riconquista l’AEW World Championship battendo Jon Moxley, al termine di un match che verrà comunque ricordato negli annali, e si presenta quindi come primo “ospite” della consueta conferenza stampa post-PPV a cui la AEW ci ha abituati in questi anni: il problema è che, senza alcun motivo, Punk inizia una filippica prima contro Colt Cabana per poi spostare la sua attenzione, ed i suoi insulti, prima verso Hangman Page e poi nei confronto degli EVP’s, Kenny Omega e gli Young Bucks, accusandoli di passare informazioni su di lui ai giornalisti, per metterlo in cattiva luce.

E siamo davanti al primo problema, il fatto che CM Punk sia stato messo in condizione di poter dire quello che ha detto e che nessuno, durante la conferenza, abbia avuto le palle di fermarlo e di far tornare la situazione ad una normalità che sarebbe senz’altro servita ad evitare quello che, di li a poco, sarebbe successo: dopo aver lanciato queste parole al vetriolo infatti Punk è tornato nel suo camerino dove è stato raggiunto dall’Elite, che ovviamente chiedeva conto di quanto detto, ma la situazione è presto degenerata in una vera e propria rissa che si è consumata a conferenza stampa in corso.

La AEW ha ora in corso un’indagine interna per definire le responsabilità dell’accaduto ma quello che possiamo già dire è che è chiaro che queste situazioni di nervosismo stessero aggravandosi da un po’, per giustificare una reazione del genere, andando probabilmente a dar ragione a quei report che volevano il backstage AEW un po’ in subbuglio dopo l’arrivo di CM Punk.

Lungi da me voler dare giudizi e sarà solo il tempo a consegnarci una parte di veritá ma ora è tempo che la All Elite Wrestling inizi un percorso di maturazione vero, che la possa portare da realtà emergente a realtà concreta e destinata a rimanere: dotarsi di una struttura dirigenziale non composta da wrestler attivi sarà sicuramente un primo passo, proprio per poter gestire le situazioni di criticità senza il rischio che sfocino in altro.

E sicuramente, nelle prossime settimane, andranno prese delle decisioni rispetto a chi dovrà rimanere in forza al roster rispetto ai talenti coinvolti nei tafferugli compreso quel CM Punk che, poco più di un anno fa, rientrava nel mondo del wrestling dopo ben 7 anni di assenza ma che ora pare essere davvero molto, molto lontano dal poter rientrare come se nulla fosse, al netto del fatto di essersi nuovamente infortunato.

Come dicevo, sarà lasciato ai posteri l’arduo compito di valutare, giudicare e comprendere cosa davvero sia successo nel post All Out, ma quello che possiamo dire è che è stata l’ora più buia vissuta finora dalla federazione di Jacksonville e dovrà necessariamente essere fonte di ispirazione per migliorare e ricostruire uno spogliatoio che, ora più che mai, necessità di unità e di avere leader come Jon Moxley che mercoledì notte, laddove servisse, ha ribadito di respirare e sanguinare AEW.Vedremo ora come proseguirà il torneo per la riassegnazione dell’AEW World Championship con quel MJF all’orizzonte che mai come ora, potrebbe diventare colonna portante di un futuro florido e che da tifosi del buon wrestling vogliamo veder arrivare presto

.Fino ad allora, namastè a tutti ed alla prossima!

Mattia Borsani
Mattia Borsani
Inguaribile nerd seguo il wrestling ormai dal lontano 2004; redattore dello Stamford Report, newsboarder, co-host del TWDS e host delle TW Pills.Mi trovate su Twitter/X (@MattiaBorsani) & Instagram (thedoc_mb)
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