AEW Planet #57 – Gli abbracci proibiti di Tony Khan

Forbidden Door si è chiuso con tantissimi punti esclamativi. Ma per parlare del significato che questo evento ha avuto nel panorama wrestling, partirei con un’immagine:


Questo è Tony Khan, che abbraccia il nuovo arrivato Claudio Castagnoli, il fu Cesaro della WWE. Un’immagine che ha fatto il giro del web e che perlopiù ha generato ilarità e derisione verso il suddetto owner della AEW. E quale sarebbe esattamente la sua colpa? Quella di avere passione per quello che fa? Well, beato lui, mi viene da dire. E a titolo personale dopo Forbidden Door mi sento solo di dirgli grazie. Perché ha trasmesso, e non è certo la prima volta, quella stessa passione anche a me, dall’inizio alla fine dell’evento.

Già, perché passando a parlare di wrestling, Forbidden Door ha celebrato questo insolito matrimonio tra Giappone e America. Tra AEW e NJPW, con sede Chicago, un tempio sacro del pro wrestling, dove il pubblico è protagonista nel vero senso della parola. Passione, dicevamo. Cosa ci ha regalato questo Forbidden Door? Beh, per chi segue e ama il wrestling, ci ha davvero dato tanto. Vero che non ci fosse una gran costruzione. Che, come riportato nel nostro All Elite Report dall’ottimo Marco Ghironi, di cui condivido praticamente ogni valutazione, la card era infarcita di tag/trio match tutti messi vicini. Anche che mancava tantissima gente e che alcuni match hanno avuto degli intoppi in corso d’opera.

Vero tutto, ma ragazzi, abbiamo visto Sting volare a 63 anni dallo stage a oltre 25 anni dall’ultimo match NJPW. In cui peraltro era presente William Regal, al secolo Steven, ora mastermind del Blackpool Combat Club. Che annovera Cesaro tra le sue fila, accolto da un’ovazione incredibile, perché il pubblico sa quanto vale e quanto poco è stato valorizzato finora. Gli FTR hanno aggiunto un altro alloro al proprio palmares e al tempo stesso la NJPW ha mantenuto con Will Ospreay in un match strepitoso. Contro quell’Orange Cassidy che viene bistrattato perché comedy ma che sul ring, porca miseria, ci sa stare eccome. In tutte le sue accezioni, dalla tecnica, al parco mosse, al selling, all’interazione con il pubblico.

Orange Cassidy è una star, così come Ospreay, che dalla sua, a maggior ragione, ha anche l’età, visto che le 30 candeline ancora non sono arrivate. Non abbiamo avuto a che fare con il pesce grande che mangia quello piccolo, come con Impact!, la cui collaborazione ha registrato veramente pochi picchi e unidirezionali. Con Omega, i Good Brothers e quel microfono ambulante di Don Callis a prendersi gli onori in entrambi gli show e in cui la AEW recitava chiaramente il ruolo di chi poco si curava della controparte. Qui, infortuni a parte, abbiamo avuto il meglio che entrambe le federazioni potessero offrire e il risultato ha consegnato agli archivi un PPV clamoroso per qualità e action.

Si è detto anche, a ragion veduta, che spesso Tony Khan dà per scontate molte cose. Che bisogna introdurre gli elementi a chi non ha le conoscenze di base per comprenderli. Che è poi l’unica critica che si può muovere, costruzione dei match a parte, a un evento come questo. Chi non conosce la NJPW, per esempio, non potrà capire quanto importante è vedere Kazuchika Okada su un ring americano. Il volto della NJPW, il vero simbolo di questa Forbidden Door, pronta a riaprirsi, stavolta in terra giapponese.

Che è poi il motivo per cui, secondo me, aspettarsi storyline epocali fosse del tutto fuori luogo. Era un primo mattoncino di una collaborazione tutta da scoprire, tra una federazione storicamente conservatrice come la NJPW, con un suo stile ben preciso e con regole ferree anche in relazione al pubblico e alle trasferte, e una ai suoi primi anni di vita come la AEW. Anzi, all’interno di questo contesto, Jay White, lo stesso Ospreay, gli FTR, Cole e Page, Danielson: tutti hanno saputo creare quel minimo di contesto per dare un senso alla parte della card per cui c’era più hype. Da qui in poi si potrà costruire, da qui in poi, Climax permettendo, si potrà cercare continuità per recuperare ciò che non c’è stato o proseguire il cammino appena iniziato.

Ecco quanti abbracci ci ha dato Tony Khan. Quanti ce ne continua a dare, facendo seguito al ritorno di CM Punk, a Pay per view for the ages come All Out 2021, alla pipebomb di MJF, a tutti i match capolavoro che abbiamo potuto ammirare in AEW, alla Ring of Honor, a Sting. Tra passione e fan service c’è una linea molto sottile, che spesso è stata varcata, ma la cui intenzione alla base per me è assolutamente da lodare.

Riprendendo quanto detto nel precedente AEW Planet, da parte del mio compagno di viaggio Mattia Borsani, c’è da diventare grandi. Per davvero. Non solo a parole, non solo sulla carta, ma anche nei risultati e nei fatti. Ma per diventare grandi bisogna avere l’ambizione, bisogna saper volare alto e costruire torri sapendo però che un castello non vola per aria. Ma ha solide fondamenta. Per riuscire a fornire un prodotto che abbia presa e che raggiunga i target, bisogna partire dal basso.

Bisogna credere in quello che si fa e far sì che anche chi ti segue ci creda per davvero. Generare l’esperienza, far sì che chi guarda pensi caspita, questo lo voglio vedere non perché sono un fanboy mark di chissà che cosa. Ma perché mi piace. Perché credo in questo prodotto. Perché mi aspetto da questo prodotto qualcosa che mi dia appagamento e soddisfazione. E se non lo conosco, voglio poterlo scoprire e capire.

Perché, ragazzi, il wrestling non è solo la WWE. E Forbidden Door ce l’ha ricordato una volta di più. Quando non si conosce qualcosa, compito del narratore è cercare di presentarlo al meglio. Ma compito dello spettatore è non fermarsi alla superficie. Approfondire, aprirsi al cambiamento. La pigrizia che si imputa ai writer, in fondo, non è dissimile da quella che possiamo attribuire a noi stessi quando critichiamo qualcosa che non conosciamo per il semplice fatto che non la conosciamo.

Passavamo la vigilia di Natale in coda fuori dai negozi perché ci mancavano dei regali. E oggi abbiamo gli shop online di vario genere e natura. Avevamo mensole piene di videocassette originali Walt Disney Home Video. Quelle con la patacca argentata. Mi raccomando. E ora c’è Disney Plus, lo streaming, Netflix, Prime Video. Quando c’era il temporale davamo vigorose chop ai nostri televisori con l’antenna che ballava. E ora abbiamo Smart TV che fanno la qualunque. Assistenti elettronici che ci ricordano cosa dobbiamo fare, device di ogni tipo da mettere al polso, agli occhi, alle orecchie.

Il mondo si evolve continuamente. In ogni sua componente. C’è sempre qualcosa di nuovo da imparare e da conoscere. E se amiamo il wrestling, se abbiamo passione per il wrestling, la stessa che porta Tony Khan ad abbracciare chiunque, noi compresi, apriamo anche noi le porte proibite. Voglio concludere così, esortando tutti a guardare Forbidden Door, se non l’avete già visto.

Perché Ospreay vs Cassidy è un match a 5 stelle. Perché il Fatal 4 Way per il titolo IWGP ha dei contenuti altissimi purtroppo passati in secondo piano per un finale flat causato dall’infortunio ad Adam Cole. Guardatelo per immedesimarvi con il pubblico che urla al debutto di Cesaro. Che si esalta alla sfida di chop tra Kingston e Suzuki. Guardatelo per vivere l’epica dello scontro sanguinolento per il titolo AEW interim tra una leggenda della NJPW come Tanahashi e quel Jon Moxley che più che mai ora è il volto della federazione. Tutti match da 8 in su come valutazione.

Guardate Forbidden Door, conoscete il Giappone, promuovete i vari prodotti che il panorama wrestling ci offre all over the world. Questo è l’invito di Tony Khan. Questo il senso di quell’abbraccio stretto con Castagnoli. Questo l’atto di fede e di buona volontà, che a volte lo porta a strafare, altre volte a voler accentrare troppo su di sé senza averne tempo e probabilmente capacità. Ma io a questo tentativo voglio credere per davvero. Perché in fondo a prescindere dalla sigla, mi auguro, ciò che importa è guardare del sano e buon pro wrestling. E le occhiaie del giorno dopo lo dimostrano!

Andrea Samele
Andrea Samele
Laureato in filosofia, amante della creatività, della scrittura e del suono musicale di una chop. Appassionato di wrestling di lunga data per la capacità di creare personaggi e storyline in grado di coinvolgere gli spettatori. Per Tuttowrestling.com curo l'AEW Planet.
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