Adieu ha scritto: ↑26/03/2024, 23:14
Non credo sia poi così OT ma se non vuoi dilungarti come preferisci, però sarei stato curioso di sapere come andava gestita la questione dal punto di vista "politico" prima ancora che giuridico, sopratutto considerando che stavolta il vero casino l'han fatto principalmente i personaggi in questione (ovviamente Acerbi >>> JJ) piuttosto che i media
L'OT sarebbe relativo proprio alla fase in cui bisogna chiarire bene per quale motivo si porta avanti la lotta al razzismo: per un ritorno d'immagine? Perché ci credono davvero? Perché va fatto in quanto lega UEFA? A seconda della risposta, cambierebbe di molto la posizione politica da assumere.
Ti faccio un esempio: non so se segui l'NBA, ma queste furono le parole del commissioner Silver dopo aver sospeso per 25 partite Morant (che era già stato sospeso per otto partite per la stessa infrazione) perché aveva mostrato una pistola durante una diretta Instagram: "La sua decisione di mostrare di nuovo un'arma da fuoco sui social media è allarmante e sconcertante data la condotta simile dello scorso marzo per la quale era già stato sospeso per otto gare. La possibilità che altri giovani persone emulino la condotta di Ja è particolarmente preoccupante. Date le circostanze, crediamo che 25 partite siano appropriate e rendano chiaro che avere comportamenti incoscienti e irresponsabili con armi da fuoco non verrà tollerato."
Uno ora potrebbe far notare l'ipocrisia della sospensione di un ragazzo che ha mostrato una pistola in una diretta Instagram in un paese nel quale ti vendono i fucili d'assalto al Supermercato. Però questa è una posizione politica. L'NBA sta facendo la lotta alle armi da fuoco (giusta o sbagliata che sia)? Morant mostra una pistola durante una diretta Instagram? Ha commesso un reato? Assolutamente no. Però la lega prende una decisione politica e lo sospende per salvaguardare la sua immagine.
Il caso Acerbi-Juan Jesus secondo me è molto simile per il modo in cui è diventato centrale nel dibattito pubblico, non solo nel nostro paese. C'è stato un insulto, e questo mi sembra evidente. Juan Jesus lo ha considerato razzista, mentre Acerbi no (anche se si è esibito in cambi di posizione davvero ridicoli, a parere mio, ma questo è il mio giudizio). Giuridicamente non ci sono basi per punirlo, ma se tu hai fatto del razzismo una battaglia politica hai tutti gli strumenti per intervenire, dato che non si pone minimamente il problema sollevato da Kaiser. E non creeresti neanche un precedente perché non sarebbe una punizione con una sentenza, ma politica, con una sospensione per una posizione politica della lega che può essere condivisibile o meno. Perché uno può benissimo considerare la lotta al razzismo sui campi di calcio una stronzata, ed è lecito, ma se la lega ci crede va fino in fondo con la sua battaglia.
Se tu, invece, prendi una questione del genere e ti trinceri dietro un: ma non ci sono elementi per punirlo sul piano giuridico, confermi, come se ce ne fosse bisogno, che di queste tematiche non te ne frega niente. La sentenza è inattaccabile, però il messaggio che passa è sbagliatissimo. Immaginati uno scenario analogo in NBA (ma potrei dirti anche in Premier League), e io sono sicuro che non finirebbe in tribunale, se non in maniera secondaria, perché la questione è tutta politica. Non è solo questione di finire in tribunale per vedere chi ha ragione o torto, ma di immagine nell'epoca dei social: che messaggio stiamo veicolando? Che risvolti avrà sull'opinione pubblica?
In Italia poi il problema è alla radice. Il nostro è un paese razzista, e questo mi sembra evidente. Basti vedere i partiti che votiamo, le sciocchezze che dicono i nostri politici e quello che viene scritto sui social. In un paese razzista si fa la campagna di sensibilizzazione contro il razzismo solo per farsi belli con gli sponsor. E alla fine vengono fuori questi pateracchi, come il caso Acerbi-Jesus, che sembrano una sorta di punizione divina del karma per farci ridere dietro ancora più del solito.
PS: Specifico per evitare fraintendimenti. Io non penso che Acerbi andasse squalificato per 10 giornate per insulti razzisti (al massimo una squalifica minore per aver insultato l'avversario, cosa che ha ammesso), ma mi fanno ridere quelli che pensano che il razzismo nello sport si combatta nelle aule di tribunale. Tu hai un cortocircuito quando porti avanti delle battaglie in cui non credi, ma non perché la Lega di Serie A è cattiva, semplicemente perché ogni istituzione è specchio del suo popolo. In Inghilterra e negli Stati Uniti il razzismo è un tema molto più sentito rispetto all'Italia o alla Spagna. E questo si riflette nelle posizioni che assumiamo. Non c'è nulla di male, a patto di ammetterlo pacificamente senza meravigliarsi se quando si fanno queste battaglie politiche poi la gente ci rida dietro perché abbiamo meno credibilità di un politico sputtanato.