S'ITALIA EST SU NEMICU: Le ragioni economiche, politiche e culturali degli indipendentisti sardi

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El Principe
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Re: S'ITALIA EST SU NEMICU: Le ragioni economiche, politiche e culturali degli indipendentisti sardi

Messaggio da El Principe »

Condivido questo grande lavoro di inchesta e analisi svolto dai colleghi Piero Loi e Raffaele Angius, free to read, in collaborazione con IrpiMedia e il Journalism Fund europeo.

https://indip.it/la-resistenza-del-sulc ... one-verde/

Immagine

Questo intendo quando affermo che siamo messi molto peggio della Pista Uno Orwelliana. Che seccatura che nella piattaforma Sardegna ci vivano delle persone come Giancarlo Ballisai, che un minimo si oppongono alla devastazione del territorio in cambio di quattro spiccioli, o dopo espropri, a tutto vantaggio di aziende energetiche estere.

A parte il caso del Sulcis citato nel pezzo sopra, sono tante le zone della Sardegna in cui le comunità stanno combattendo contro un'invasione di pale eoliche senza precedenti, in larga parte volute da Draghi. Addirittura l'ex Premier ha autorizzato un parco eolico nella zona tra Bitti e Lula (provincia di Nuoro zona Baronia, verso il nord est), che andrebbe in contrasto con la candidatura per la costruzione del rilevatore di onde gravitazionali Einstein Telescope. Quest'ultimo sì che sarebbe fonte di sviluppo e crescita, oltre che essere un progetto a cui la comunità lulese, di grande tradizione mineraria, tiene particolarmente e per cui ha lavorato sodo per decenni, fin da quando erano arrivati i primi scienziati, non è che si è materializzato dal nulla.

Quello che accomuna tutti i progetti per l'eolico e per gli ettari su ettari di impianti fotovoltaici è l'imposizione sulla popolazione locale molto contraria, senza il minimo coinvolgimento delle comunità interessate in alcun processo partecipativo e decisionale. Tutte imposizioni calate dall'alto, anti democratiche, senza confronto con gli abitanti. Come al solito. Rifiuto il ruolo di batteria affibbiatoci dall'Italia, in nome di un'ipocrita ricerca dell'energia verde ma affidando tutto alle peggio compagnie eneretiche del mondo. Non vogliamo che venga fatto green washing sulle spalle della nostra terra perché così viene ordinato.

Ci sarebbe tanto altro da dire sull'invasione eolica che l'Italia vuole portare avanti a spese nostre, citando le diverse situazioni in varie zone. Prendetela come anticipazione e, se interessati dal tema, come possibile spunto per fare voi una ricerca in autonomia e farvi un'idea sulla questione.



Moxicity
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Re: S'ITALIA EST SU NEMICU: Le ragioni economiche, politiche e culturali degli indipendentisti sardi

Messaggio da Moxicity »

Sulle rinnovabili, in ogni zona d’Italia sono sempre tutti contrari a prescindere, anche per l’Eolico offshore che non incide per nulla sulla vita delle persone.
Nel caso specifico dell’articolo non posso parlare, ho letto un po’, però bisogna entrare nell’ottica che questo è il futuro, piaccia o meno. E contrastarlo è controproducente. O mettiamo questi impianti o decidiamo di essere totalmente dipendenti da altri con i rischi che comportano, oltre a rischi ambientali che si abbatterebbero sulle stesse zone che proteggiamo.

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Inklings
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Re: S'ITALIA EST SU NEMICU: Le ragioni economiche, politiche e culturali degli indipendentisti sardi

Messaggio da Inklings »

Il futuro passerà (si spera) ANCHE per un mix di energie rinnovabili, in cui indubbiamente l'eolico giocherà la sua parte insieme a solare e idroelettrico. Che sono molto preziose (soprattutto per i picchi) ma continuano e continueranno ad avere problematiche (come qualsiasi fonte energetica del resto), ad esempio relative alla capacità di produzione, alla variabilità stagionale, alle particolarità del territorio, ai materiali che richiedono e allo spazio che necessitano gli impianti.
(https://ourworldindata.org/energy, sto sito è fantastico).

In ogni caso, sono anni che in luoghi come Africa, Sud-Est asiatico e Sud America viene documento il fenomeno del green grabbing ad opera di un mix di governi, aziende private e ONG: il vecchio piatto del colonialismo (espropriazione di terreni, spostamento di popolazioni, sfruttamento del territorio, etc.) con la "nuova" salsa dell'ecologismo e dei motivi ambientali (produzione di biocarburanti, conservazione delle specie, ecoturismo, etc.).
Ora non so se il caso portato da El Principe possa rientrare nella categoria (dall'articolo pare avere alcuni di questi tratti, o almeno di una sua fase incipiente) perché non conosco abbastanza la questione, ma questo lato della "sostenibilità" e delle transizioni green rimane estremamente problematico e non va ignorato né minimizzato.
(Per chi fosse interessato, questo articolo è abbastanza esplicativo: https://www.tandfonline.com/doi/full/10 ... 012.671770).

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