Professional Wrestling History | WRESTLING INSTANT CLASSICS

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James Butler
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Re: Professional Wrestling History | WRESTLING INSTANT CLASS

Messaggio da James Butler »

Marco Frediani ha scritto:Piu che altro credo che il parere di Grisham sia sulla sopravvalutazione del match (bellissimo,ottimo ma non il match piu bello della WWF/E,e io mi trovo d'accordo). E nessuno credo abbia criticato il match che, anche se visto nel 2012 (quindi con utenza abituata a match diversi) è sempore fenomenale,combattuto benissimo e con una storia dietro fatta benissimo. Il fatto che fosse studiato a tavolino (quindi Savage sapeva che al minuto 1.58 doveva fare la mossa X, al minuto 3.45 la mossa Y) però (almeno per me) lo rende "minore" proprio perchè "imparato a memoria" e non "go out and wrestle".

E "M" è un filmone
Non ho discusso il giudizio di Grisham (così come il tuo), perchè non lo considera il match più bello di sempre (neanch'io lo considero il più bello, ma non perchè ne reputo altri migliori, ma perchè non ne ho uno che in assoluto posso elevare rispetto agli altri, se non per ragioni puramente affettive). La critica è sul metro. Non tener conto dei 'fattori esterni', è solo perchè si giudicano questi come appunto, meri fattori esterni. E a questo punto, ogni storico match di qualsiasi federazione, non è più storico match. Pensa al recentissimo Punk vs Cena, come esempio vicino.
Volendo poi soprassedere su queste considerazioni (e lo si può fare liberamente, ripeto), non credo che si possa considerare influente in negativo, il conoscere a posteriori della preparazione minuziosa del match. E tu implicitamente lo dichiari. M è un 'filmone' perchè Lang l'ha studiato in ogni suo minimo dettaglio, ponendo una cura nella realizzazione che mai si era vista; cura dunque e sopratutto nel 'come' realizzarlo, piuttosto che sulla narrazione stessa. Ed è infatti unanimamente riconosciuto come uno dei capolavori della cinematografia mondiale. E lo stesso discorso lo possiamo fare per Avatar (che non è stato scelto a caso).
Il principio su cui ci muoviamo non è differente, analizzando il match in questione.
Infine, probabilmente devo aver travisato la tua precisazione sul 'momento storico' in cui guardasti il match la prima volta (il 2003, scrivi) e la comparazione (involontaria) con chi lo guardò invece in diretta; per questo mi sono dilungato sullo specificare dell'importanza dei valori assoluti di un'opera, che sono indipendenti dal rapporto tra la stessa e il tempo in cui è stata prodotta.



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gigietto79
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Re: Professional Wrestling History | WRESTLING INSTANT CLASS

Messaggio da gigietto79 »

non è il miglior match di sempre
ma nel 1987 molto probabilmente era il miglior match (qualitativamente parlando) della storia della federazione

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Marco Frediani
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Re: Professional Wrestling History | WRESTLING INSTANT CLASS

Messaggio da Marco Frediani »

James Butler ha scritto:
Non ho discusso il giudizio di Grisham (così come il tuo), perchè non lo considera il match più bello di sempre (neanch'io lo considero il più bello, ma non perchè ne reputo altri migliori, ma perchè non ne ho uno che in assoluto posso elevare rispetto agli altri, se non per ragioni puramente affettive). La critica è sul metro. Non tener conto dei 'fattori esterni', è solo perchè si giudicano questi come appunto, meri fattori esterni. E a questo punto, ogni storico match di qualsiasi federazione, non è più storico match. Pensa al recentissimo Punk vs Cena, come esempio vicino.
Volendo poi soprassedere su queste considerazioni (e lo si può fare liberamente, ripeto), non credo che si possa considerare influente in negativo, il conoscere a posteriori della preparazione minuziosa del match. E tu implicitamente lo dichiari. M è un 'filmone' perchè Lang l'ha studiato in ogni suo minimo dettaglio, ponendo una cura nella realizzazione che mai si era vista; cura dunque e sopratutto nel 'come' realizzarlo, piuttosto che sulla narrazione stessa. Ed è infatti unanimamente riconosciuto come uno dei capolavori della cinematografia mondiale. E lo stesso discorso lo possiamo fare per Avatar (che non è stato scelto a caso).
Il principio su cui ci muoviamo non è differente, analizzando il match in questione.
Infine, probabilmente devo aver travisato la tua precisazione sul 'momento storico' in cui guardasti il match la prima volta (il 2003, scrivi) e la comparazione (involontaria) con chi lo guardò invece in diretta; per questo mi sono dilungato sullo specificare dell'importanza dei valori assoluti di un'opera, che sono indipendenti dal rapporto tra la stessa e il tempo in cui è stata prodotta.
Chiaro che conoscendo il feud dietro si gusta di piu qualsiasi match (ed è giusto che sia così). Probabile che davvero Todd non considerasse anche il feud (ma volendo alla fine si dovrebbe giudicare la resa in ring piu che tutto il feud,almeno per quanto riguarda il match, poi un giudizio a tutto tondo deve tener conto di tutto).

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Blingo
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Special Edition | WRESTLING INSTANT CLASSICS #4

Messaggio da Blingo »

SPECIAL EDITION | WRESTLING INSTANT CLASSICS #4
"DIAMONDS ARE FOREVER AND SO ARE THE 4 HORSEMEN"

THE LEGENDARY HISTORY OF WRESTLING'S ORIGINAL GANG - PART 1


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Il più grande assemble di talenti puri che si sia mai visto nel professional wrestling. Semplicemente provate a chiedere a chiunque, tra gli addetti i lavori, di farvi un nome e la risposta sarà sempre e solo una: The Four Horsemen. D-Generation X? New World Order? Evolution? Jim Ross vi risponderebbe che nessuna di queste stable sarebbe mai venuta alla luce se ad aprir loro la strada non ci fossero stati Ric Flair, Tully Blanchard, Arn e Ole Anderson e J.J. Dillon. È una storia assai complessa quella di questa stable, fatta di alti e bassi, di legami familiari, di tradimenti, di uno stile di vita unico nel suo genere, perfettamente incarnato dal Nature Boy Ric Flair e seguito come se fosse una religione dai suoi amici di sempre. Per tutti questi motivi, ho ritenuto necessario suddividere questa edizione speciale di Wrestling Instant Classics in diversi capitoli, in modo da aiutarvi a seguire passo per passo la storia di questi atleti, senza perdervi nel corso della varie incarnazioni. Spero di essere abbastanza sintetico, ma al comtempo esaustivo nello spiegarvi la storia di questa stable, cercando di soffermarmi in egual modo su quelle che sono considerate le più grandi faide dei magnifici 4.

THE ORIGINAL FOUR HORSEMEN
Members: Ric Flair, Tully Blanchard, Arn Anderson, Ole Anderson, J.J. Dillon (manager)
Years: 1986-1987


Prima di cominciare a parlare della formazione vera e propria della stable è necessario fare qualche passo indietro nel tempo per introdurre alcuni dettagli che successivamente renderanno più logica la narrazione della nascita di questa stable. Nel 1974 Ric Flair era probabilmente il talento più in vista di tutto il circuito americano, tant'è che Jim Crockett riesce a strapparlo alla AWA e a portarlo nella regione Mid-Atlantic della NWA. Quando Flair giunse in NWA, la prima preoccupazione di Crockett fu quella di rafforzare il suo status nei territori a sud-est, dove la fama del Nature Boy non era ancora al pari di altri territori, e decise quindi di proporre Ric Flair come il cugino dei "Minnesota Wrecking Crew" Ole e Gene Anderson. Da questo momento in poi Flair comincia la sua galloppata verso il titolo mondiale, fermata solo momentaneamente dal tragico incidente aereo che gli sarebbe potuto costare la carriera, mentre Gene e Ole (che prese il posto di Lars Anderson, primo storico compagno di Gene nei Minnesota Wrecking Crew) continuano a macinare vittorie, diventando uno dei tag team più di successo degli anni '70. Nel 1981 Gene Anderson decide di ritirarsi per fare il manager, sciogliendo di fatto i MWC, fino a quando pochi anni dopo, Ric Flair incontra in Florida un giovanissimo e promettente atleta conosciuto come "Super Olympia" (sia sul ring, sia nell'extra ring, dove diventerà uno dei promo-man maggiormente apprezzati nel panorama) e riesce a farlo mettere sotto contratto con la NWA. La prima cosa che Flair stesso nota, insieme a Jim Crockett, è l'incredibile somiglianza fisica e di stile di lotta tra questo nuovo arrivato ed il veterano Ole Anderson. In un segmento televisivo, Ole dice di vedere del "Anderson's talent" in quel ragazzo e decide di prendere sotto la sua ala, riformando i Minnesota Wrecking Crew e sancendo di fatto la genesi della carriera di colui che da quel momento in poi sarà conosciuto a tutti noi come Arn Anderson. Da quel momento c'è moltissima pressione sul giovane Arn, dato che ha sulle spalle il peso di dover sostituire Gene e continuare la sfolgorante carriera degli Andersons: questo però non preoccupa affatto il Double A, che ben presto non solo diventa il degno sostituito di Gene, ma supera ogni aspettativa. Nel frattempo Ric Flair è diventato già un pluridecorato World Heavyweight Champion ed il character del Nature Boy ha cominciato a svilupparsi fino a raggiungere il massimo splendore nel 1985, tra memorabili promo, vestaglie da $5.000 e "My shoes cost more than your house!". Il punto di svolta avviene nel settembre del 1985, data che vi sarà familiare se avete avuto modo di leggere il numero dedicato alla faida tra Rhodes e Ric Flair. Mi permetto quindi di citarmi e di ricapitolare che cosa avvenne in quell'occasione:
« Il 29 settembre del 1985 Ric Flair riesce nuovamente a difendere con successo l'NWA World Heavyweight Championship in uno Steel Cage Match contro Nikita Volkoff, un altro grande avversario di Flair nel corso degli anni. A fine match è Ivan Volkoff ad intervenire ed insieme Nikita attacca il World Heavyweight Champion sino a quando non è niente meno che Dusty Rhodes a salvare l'acerrimo rivale dall'assalto dei due. Mentre Dusty si sincera delle condizioni di Flair, che indica l'American Dream con uno sguardo pieno di disapprovazione, viene attaccato alle spalle da Arn e Ole Anderson (che erano giunti in soccorso di Flair contro i russi) seguiti a ruota, per lo stupore del pubblico presente, da Ric Flair (che nel frattempo aveva chiuso a chiave la porta della gabbia), non avendo gradito l'interferenza di Rhodes nei suoi affari, soprattutto dopo che venti giorni prima aveva espressamente chiesto a Dusty Rhodes di non intervenire sul ring. Durante l'assalto (considerato la genesi della più leggendaria stable di sempre, i Four Horsemen), Ric Flair riesce a colpire Dusty Rhodes con il suo patentato Knee Drop effettuato dalla terza corda e infortuna in modo grave l'American Dream, sottomettendolo successivamente alla Figure Four Leglock prima che l'intero locker room accorra in soccorso di Rhodes. »
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A questo punto bisogna tenere ben presente che a farsi strada tra i vari talenti della NWA c'è anche Tully Blanchard. Quest'ultimo, infatti, non solo è diventato NWA Television Champion ma la NWA stessa lo ha più volte bookato in una serie di Six Man Tag Team Match ed Eight Man Tag Team Match (sì, andavano di moda anche al tempo, sebbene fossero giustificabili per altri motivi che non sto a spiegarvi) che lo vedevano coinvolto proprio insieme a Ric Flair e agli Andersons. Se c'era quindi un uomo da battere immediatamente al di sotto di Flair e subito dopo il primo sfidante al titolo Dusty Rhodes, quello era proprio Tully Blanchard. Verso la fine del 1985, Tully era accompagnato sul ring dalla sua manager e valletta Baby Doll. Durante un litigio tra i due nel dicembre di quell'anno, quando J.J. Dillon aveva già tentato di diventare un associated di Tully (dato che era uno dei talenti più in vista della NWA), Dillon accusa Baby Doll di averlo usato per coprire un suo errore (riguardante un presunto regalo di compleanno che Tully avrebbe indirizzato a Baby Doll tramite lo stesso J.J. Dillon) e a quel punto Blanchard mette la parola fine al suo rapporto lavorativo con Baby Doll, in quello che sarà ricordato come uno degli angle più scioccanti dell'allora NWA.
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A questo punto J.J. Dillon diventa ufficialmente il manager di Tully Blanchard (che aveva già avuto a che fare con Ric Flair e gli Andersons) e si ritrova inevitabilmente associato anche agli altri membri di quelli che ben presto diventeranno i Four Horsemen. Infatti agli inizi del 1986, durante uno show della NWA dove tutti e quattro erano impegnati in un match molto importante della card, la Board of Directors comunicò loro che avevano solo 3 minuti di tempo ciascuno per fare un promo riguardante il loro match e tutti e cinque (J.J. Dillon compres) dovevano essere al "tavolo" contemporaneamente. In quel preciso istante, Arn Anderson si guardò intorno e vedendo gli altri quattro personaggi che lo circondavano ebben quasi un flash (la leggendaria nascita "per caso" del gruppo) e disse letteralmente "The only time this much havoc had been wreaked by this few a number of people, you need to go all the way back to the Four Horsemen of the Apocalypse!", indicando con la mano quell'emblematico numero quattro che poi diventerà il gesto ufficiale del gruppo. Subito dopo quell'intervista, Tony Schiavone si avvicina ad Arn Anderson e gli dice che aveva appena trovato il nome perfetto per quel gruppo di campioni. Fu un evento estremamente naturale, per nulla studiato a tavolino. Tully Blanchard stesso dichiarò a riguardo che non fu un'idea venuta fuori dall'ufficio booking NWA, che né Dusty Rhodes né Jim Crockett si sedettero a tavolino e decisero di formare i Four Horsemen: tutto scaturì da una brillante improvvisazione di quel talento troppe volte sottovalutato di Arn Anderson. L'idea prese subito il sopravvento, i quattro e J.J. Dillon cominciarono a farsi chiamare Four Horsemen e presentarsi per la prima volta come un gruppo di individui con idee diverse, ma uniti dallo stesso obiettivo: rappresentare il meglio del wrestling business, l'Èlite of Professional Wrestling, come aveva già specificato Flair in uno dei suoi famosi promo prima di Starrcade 1985, quando era già in un certo modo associato agli altri futuri membri della stable.
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Prima di allora erano molto in voga i manager con più "protetti", fossero essi tag team o lottatori singoli. Da quel momento in poi i Four Horsemen diventano il primo gruppo di singoli a vestirsi e comportarsi nello stesso modo. Essere Four Horsemen non significa più semplicemente essere accomunati dallo stesso manager o aiutarsi a vicenda per vincere i rispettivi incontri. Essere Four Horsemen diventa in primis uno stile di vita, dedito alla bella vita e alle donne al di fuori del ring, e ad essere i migliori all'interno dello squared circle. Erano una vera e propria famiglia: se avevi dei problemi con uno dei membri dei Four Horsemen, dovevi essere certo di ciò che stavi per fare perché tutti i restanti Four Horsemen sarebbero sicuramente corsi in aiuto del loro amico e fratello. È il concetto di "All four one and one four all". I Four Horsemen diventano una vera e propria moda, tanto che durante la loro prima apparizione al Greensboro Coliseum Tully Blanchard racconta che in prima e seconda fila vicino al ring c'erano una ventina di ragazzi vestiti elegantemente, con degli occhiali da sole e 4 dita alzate al cielo.
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Ric Flair si trovò quindi a dover affrontare una serie di avversari che volevano a tutti i costi vincere l'NWA World Heavyweight Championship, ma questa volta aveva una grandissima risorsa su cui poter contare. I Four Horsemen cominciarono a diventare una forza devastante all'interno della National Wrestling Alliance e svilupparono col tempo una naturale propensione nell'incutere timore ai propri avversari e ai principali nemici del Nature Boy, attaccandoli nel backstage e infortunandoli. Non si trattava più di vincere o di perdere, ma di lasciare nella mente degli avversari un ricordo indelebile di che cosa significava mettersi contro l'Èlite group per eccellenza del pro-wrestling. E questo particolare discorso mi permette di ritornare alla storia cronologica della stable. Siamo nel 1986 e l'NWA World Heavyweight Champion Ric Flair sta attraversando ancora un'accesa rivalità contro la sua nemesi per eccellenza, il Son of a Plumber Dusty Rhodes, l'esatto opposto di ciò che Flair, Blanchard, gli Andersons e Dillon rappresentavano. I Four Horsemen si dimostrano sempre più indispensabili per Ric Flair, tanto che aiutano in più di un'occasione il Nature Boy a mettere fuori gioco definitivamente Dusty Rhodes. Ma l'American Dream continuava a rialzarsi, ogni singola volta. A The Great American Bash 1986, un evento che si svolgeva in tredici giornate di competizione, Dusty Rhodes riesce finalmente a conquistare il titolo mondiale dei pesi massimi durante il Day 12 e strappare l'alloro più importante ai Four Horsemen. Ric Flair però non ci sta e torna immediatamente all'assalto dell'NWA World Heavyweight Championship riuscendo a riconquistarlo. Dusty Rhodes però rimane ancora una minaccia troppo grande, bisogna necessariamente metterlo fuori gioco una volta per tutte. E questa volta, nell'ottobre del 1986, l'Original Gang ci va molto vicino: pagano un cameraman dicendogli che avrebbe filmato qualcosa di straordinario, lo fanno salire in macchina con loro e pedinano Rhodes fino al parcheggio dell'ufficio di Jim Crockett, perpretando uno degli attacchi più brutali della storia del wrestling (negli anni '80 quell'attacco fece grandissimo clamore e tutt'oggi, 25 anni dopo, se ne parla).
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"They were making big money" ha sempre dichiarato Rhodes. Ed era così. Da quel particolare episodio in poi la popolarità dei Four Horsemen cresce esponenzialmente, diventando un vero e proprio fenomeno negli Stati Uniti, tanto che per un certo periodo vennero addirittura associati ai Rolling Stones: erano delle vere e proprie rockstars. È il famoso periodo dove Ric Flair dichiara di spendere $7.000 ogni $5.000 guadagnati, ma al tempo l'unica cosa che gli importava e che importava ai suoi compagni d'avventura era godersi la vita in ogni suo aspetto. Nonostante questo stile di vita sfrenato, i loro match erano sempre i migliori della card, perché essere dei Four Horsemen, come detto, significava rappresentare una vera e propria élite di atleti straordinari e loro stessi facevano gara per competere nel miglior match della serata.
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Ma i problemi cominciano a presentarsi anche per questa leggendaria stable. Ole Anderson comincia a saltare qualche sporadico evento per poter passare più tempo con la sua famiglia e suo figlio. Tra Ole e gli Horsemen cominciano a crearsi i primi attriti, che sembrano appianarsi con il ritorno di Anderson alla vigilia di Great American Bash '86. Ma le assenze si ripetono, continuano ad accumularsi, Ole comincia a diventare inaffidabile e questo non fa affatto piacere agli Horsemen (una macchina ben oliata che funzionava perfettamente proprio perché si potevano fidare l'uno dell'altro), che tramite il loro manager J.J. Dillon fanno sapere a Ole che quest'ultimo deve loro delle scuse per aver dedicato più tempo a suo figlio che alla sua famiglia "on the road". A quel punto Ole non ci vede più, odia essere trattato in questo modo e non sopporta che si parli di suo figlio in diretta televisiva. Così, nel gennaio 1987, quando Dillon sta nuovamente chiedendo ad Ole di dare una spiegazione alla Original Gang per il suo comportamento, Anderson si presenta al "table" e schiaffeggia J.J., provocando la reazione di Blanchard e del resto degli Horsemen, decretando definitivamente la fine del rapporto tra loro ed Ole.
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Colui che prima era parte del gruppo, diventa vittima del gruppo. Ole non riesce a trovare nessun alleato, se non momentaneamente, per combattere la sua crociata contro gli Horsemen proprio a causa della pessima reputazione che si era creato nel backstage insieme ai suoi ex compagni (al tempo si badava molto più a questi dettagli). Ole viene messo definitivamente fuori gioco in un assalto tre contro uno al Crockett Cup Tournament del 1987, grazie anche all'aiuto di un associated dei Four Horsemen che ben presto verrà ripagato dell'aiuto dato.

OLE OUT, LEX IN
Members: Ric Flair, Tully Blanchard, Arn Anderson, Lex Luger, J.J. Dillon (manager)
Years: 1987-1988


Capitolo abbastanza breve (fortunatamente, aggiungo) dell'egemonia dei Four Horsemen in NWA. Siamo nel marzo del 1987, Ole è appena stato fatto fuori dagli Horsemen e per ripagare il giovane Lex Luger dell'aiuto dato loro, Flair, Blanchard, Double A e Dillon gli concedono il prestigioso onore di entrare a far parte dell'Original Gang. Nonostante non avesse le capacità di quei grandissimi atleti, vere leggende del ring (in quegli anni Ric Fair cominciò ad essere definito "The Maestro of Mat"), Luger in quel preciso periodo sembrava essere ciò che ai Four Horsemen mancava per poter ingigantire ancor più il loro dominio in NWA: pure potenza che poteva competere con i Road Warriors e Nikita Koloff. Aveva il look, era circondato da dei grandissimi della disciplina ed era giovane. Insomma, si trovò al posto giusto e nel momento giusto. I Four Horsemen gli insegnarono tutto ciò che doveva sapere, dato che era ancora assai giovane ed inesperto, mentre la faida che vedeva l'Original Gang contrapposta a Dusty Rhodes, Nikita Koloff e, in seguito, ai Road Warriors cominciava sempre più ad inasprirsi fino ad arrivare al culmine nel luglio del 1987, a The Great American Bash: siamo ai primissimi War Games della storia e i Four Horsemen Ric Flair, Tully Blanchard, Arn Anderson, Lex Luger e J.J. Dillon (anche lui parte della contesa) affrontano il team composto da Dusty Rhodes, Nikita Koloff, i Road Warriors ed il loro manager Paul Ellering. Il match fu definito un vero e proprio "monumental clash", perché i War Games erano un'occasione rara per vedere 10 dei nomi più importanti della NWA competere contemporaneamente su un ring (in questo caso due). Per chi non avesse familiarità con la tipologia di match, cerco di fare un breve sunto. I War Games erano un match in cui due squadre di quattro o cinque persone si affrontavano su due ring posti l'uno accanto all'altro e rinchiusi all'interno di una gabbia, eccezion fatta per la ringside area. Cominciano la contesa due membri dei rispettivi team. Dopo cinque minuti, un membro di un altro team entra nel match, decretando un momentaneo handicap per l'altra squadra (solitamente si sceglieva chi avrebbe avuto il vantaggio tramite contese di arm wrestling o lanciando una moneta, anche se nella maggior parte dei casi erano gli heel ad avere il vantaggio iniziale, per creare più heat). I successivi membri delle squadre entrano nella contesa ogni due minuti (alternandosi) e una volta entrati tutti all'interno del match, cominciava la vera e propria contesa: no pinfall, no disqualification, vince il team che riesce per primo a sottomettere o mettere KO un membro dell'altro team. Piccola avvertenza: l'audio non è proprio il massimo, ma è il meglio che sono riuscito a trovare.
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Ne risulta un match assai brutale, dove è la squadra capitanata da Dusty Rhodes a uscirne vincente per ben due volte consecutive (anche se nel secondo War Games che ci fu a fine luglio le formazioni erano leggermente diverse). J.J. Dillon si infortuna alla spalla durante il match, subendo un duro colpo dei Legion of Doom. Ma nonostante le sconfitte e l'inconveniente capitato a Dillon, la popolarità dei Four Horsemen non sembra volersi affatto arrestare, così come non sembra finire il loro dominio prolungato dell'NWA. Erano così over con il pubblico che Tully Blanchard diventò un vero e proprio punto di riferimento per mantenere gli Horsemen tra le fila degli heel. Nonostante Shawn Michaels lo abbia in più di un'occasione definito il primo "cool-heel" della storia del wrestling, era l'unico degli Horsemen che riusciva ad attirare su di sé un incredibile heat: gli altri ormai erano troppo rispettati ed amati, Nature Boy in primis. Se c'è una caratteristica che viene evidenziata in quel periodo è che mentre qualsiasi membro dei Four Horsemen parlava e riceveva pops, subito dopo c'era Tully Blanchard a controbilanciare la situazione e spegnere immediatamente l'entusiasmo della folla. La preoccupazione della federazione al tempo era il fatto che Tully, nonostante fosse un elemento indispensabile della formazione, dovesse sforzarsi più degli altri Horsemen per competere al loro livello, semplicemente perché era il più basso ed il più piccolo del gruppo (non era molto facile emergere al tempo se non eri perlomeno un six footer). Siccome erano riusciti a garantirsi i servizi di Lex Luger ed Arn Anderson era rimasto senza partner dopo la dipartita di Ole, al Board of Directors della NWA ebbe l'idea (rivelatasi poi un successo) di mettere in coppia il "piccolo" Tully Blanchard con il "grande" e potente Arn Anderson, creando una combinazione unica di stili come poche volte si era vista nella storia del wrestling moderno. Crescendo maturarono un'alchimia impressionante, dovuta anche al fatto che l'uno poteva fare sul ring cose che l'altro non era in grado di fare e viceversa, al punto che riuscivano a comunicare semplicemente guardandosi negli occhi. All'orizzonte però si palesa un nuovo problema per i Four Horsemen. Se la dirigenza vide del buono in Blanchard e Anderson come coppia, la crescente popolarità di Hulk Hogan nell'allora rivale WWF spinse la NWA a cercare il proprio Hulk Hogan e vide in Lex Luger questa opportunità. Galvanizzato dalla vittoria su Dusty Rhodes in quel di Starrcade 1987, Lex Luger decide che per lui è il momento di andare avanti da solo, di muoversi da solo nel business e di dimostrare di poter competere allo stesso livello dei Rhodes e dei Flair. Questo lo porta lentamente ad allontanarsi dal gruppo dei Four Horsemen e a mettere in chiaro i suoi obiettivi: diventare l'NWA World Heavyweight Champion.
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La rottura definitiva avviene a Bunkhouse Stampede, nel 1988, quando Lex Luger si rifiuta di autoeliminarsi dal match per consentire a J.J. Dillon di vincere la contesa e lo attacca. I Four Horsemen ovviamente corrono in soccorso e mettono fuori gioco, almeno momentaneamente Lex Luger.
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Ovviamente Luger non può sperare di mettere KO tutti gli Horsemen da solo e fortunatamente lui, a differenza di Ole Anderson, riesce a guadagnarsi il rispetto del locker room grazie alla sua redenzione dopo Starrcade '85 e per la dedizione che mise nel suo tentativo di migliorarsi giorno dopo giorno. In breve tempo si allea con Barry Windham nella speranza di poter porre fine al dominio di Flair e soci, tanto che ci va molto vicino nel marzo del 1988 a Clash of the Champions, quando lui e Windham riescono nella monumentale impresa di sconfiggere gli NWA World Tag Team Champions Arn Anderson e Tully Blanchard.
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Ormai sembrava fatta. Lex Luger aveva trovato un alleato perfetto in Barry Windham, considerato un vero e proprio talento da tutti gli addetti ai lavori. Tutti quanti... compresi i Four Horsemen. Ric Flair e gli altri membri intravedono in Barry non solo un grandissimo atleta e un ostacolo assai pericoloso con cui doversi battere, ma anche una grande opportunità per i Four Horsemen di ritrovare lo splendore di un tempo con un vero talento naturale come quarto membro della stable. Ovviamente tutto fa pensare che Windham non abbia nessun interesse nell'entrare negli Horsemen e Luger si fida ciecamente di lui, fino a quando nell'aprile del 1988, durante un match tra i Four Horsemen (rappresentati da Arn Anderson e Tully Blanchard) ed il duo formato da Windham e Luger, il primo attacca inaspettatamente il secondo, mostrando al pubblico il gesto dei Four Horsemen e unendosi ufficialmente all'Èlite dell'NWA in quella che sarà probabilmente la versione più ricordata e dominante della scena NWA.

LEX OUT, BARRY IN
Members: Ric Flair, Tully Blanchard, Arn Anderson, Barry Windham, J.J. Dillon (manager)
Associated: Kendall Windham, Butch Reed, Michael Hayes
Years: 1988-1989


NWA World Heavyweight Champion Ric Flair, NWA United States Champion Barry Windham, NWA World Tag Team Champions Arn Anderson & Tully Blanchard: ormai sembrava realmente fatta. Ric Flair aveva messo in piedi la stable perfetta, formata dai più grandi talenti dell'allora NWA (non a caso questa incarnazione degli Horsemen è considerata quella tecnicamente più valida di sempre) ed era riuscito a dominare la federazione in lungo ed in largo, tanto che ora tutti i talenti facenti parte dei Four Horsemen possedevano i più prestigiosi titoli di categoria, nonostante una serie incredibile di sconfitte nell'estate del 1988 nei War Games patite per mano dei solito Rhodes, Road Warriors e Luger a fiancheggiarli. L'NWA però decise che i titoli sarebbero rimasti a lungo alla vita dei Four Horsemen perché erano coloro che facevano vendere i biglietti delle arene e perché questo nuovo concept di una stable talmente dominante da possedere ogni singolo titolo si potesse ambire ad avere piaceva moltissimo anche ai fan. Piaceva, però, molto meno ai wrestler nel backstage. Ci fu un particolare periodo durante il 1988 in cui i cinque membri dei Four Horsemen si ritrovarono contro praticamente un intero locker room formato da altri 30 wrestlers. Nessuno degli Horsemen sapeva più di chi poteva fidarsi, dato che al di là di ciò che facevano sul ring, al di fuori avevano stretto diverse amicizie alcune volte portate anche on-screen, come quella tra Arn Anderson e i Midnight Express a cui le cinture di NWA United States Tag Team Champions cominciavano a stare strette, invogliati dal loro manager Jim Cornette ad ambire al biggest prize: gli NWA World Tag Team Championship. Ric Flair nel frattempo era riuscito a passare indenne il primo assalto di un giovanissimo Sting al suo NWA World Heavyweight Championship e si apprestava, nell'autunno del 1988, a difendere il suo titolo contro niente poco di meno che l'ex Horsemen Lex Luger. Barry Windham invece stava eliminando avversario dopo avversario e si apprestava a concludere il 1988 come campione degli Stati Uniti in carica. Nel backstage però comincia a serpeggiare lo spettro della sottovalutazione di Blanchard e Anderson. La scintilla a scatenare il tutto avviene a Great American Bash 1988. Nel DVD dedicato ai Four Horsemen, Tully racconta che era da tempo che lui e Arn erano decisamente sotto-pagati rispetto agli altri atleti del roster. Quando subito dopo l'incontro di Bash si scopre che J.J. Dillon, manager del gruppo, era stato pagato $3.000 mentre i campioni di coppia vengono pagati $1.000 a testa, Blanchard è furioso. Durante quel periodo, la WTBS era in contatto con la JCP per poterla acquisire in quella che poi diventerà la famosissima WCW e la dirigenza decise di avere dei meeting privati con i wrestler per parlare di quello che sarebbe stato il loro futuro. Tully Blanchard fu fin troppo onesto nel lamentarsi di quanto veniva pagato e per questo Jim Crockett lo cancellò dall'evento successivo NWA. A questo punto Blanchard si rivolge a Dillon e gli chiede di scegliere quando lui e Anderson avrebbero dovuto perdere i titoli di coppia e questo avviene in un Live Event del settembre 1988, contro i Midnight Express.
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Era tutto finito. Di lì a poco Arn Anderson e Tully Blanchard approdarono in WWF come i Brainbusters e i Four Horsemen perdono due importanti pezzi della loro leggendaria stable, forse quelli più importanti e sicuramente i più longevi dell'intero gruppo. Flair stesso dichiarò che loro due erano, insieme a lui, l'anima dei Four Horsemen e quando decisero di andare in WWF portarono inevitabilmente la fine dei Four Horsemen con loro. Ric Flair comincia ad entrare in contrasto con i nuovi dirigenti della futura WCW, in primis Jim Herd (definito da Flair "un imbarazzo per se stesso ed il momento del wrestling"), e da quel momento la promotion tenta in tutti i modi di mantenere in vita i Four Horsemen. Prima cercano di coinvolgere nel progetto il fratello di Barry Windham, Kendall, ma non riesce ad avere particolarmente successo perché non ha lontanamente lo stesso talento di Barry. Nel frattempo anche J.J. Dillon lascia la promotion per accasarsi in WWF in un ruolo al di fuori dello schermo e qualche tempo dopo lo segue a ruota Barry Windham. I Four Horsemen o quello che ne rimane si stanno lentamente sgretolando nonostante i tentativi di rilanciarli fino all'ultimo disperato progetto: lasciar perdere il nome "Four Horsemen", rinominando il gruppo Yamazaki Corporation e affidandone gli atleti ad Hiro Matsuda... l'unico problema è che il nuovo manager degli ex Horsemen non era in grado di fare un promo perché masticava a malapena la lingua inglese. È quella che viene riconosciuta ufficialmente come la fine dei Four Horsemen, sebbene il progetto non venne mai abbandonato. E paradossalmente il peggior periodo della storia di questa stable corrisponde ad un grandissimo periodo per Ric Flair, che nel 1989 si trova a dover difendere il titolo contro Ricky "The Dragon" Steamboat in quella che viene tutt'oggi considerata universalmente la più grande trilogia della storia del wrestling.

Ma questa è un'altra storia... così come quella che vi ho appena raccontato è solo metà del leggendario viaggio dei Four Horsemen, la cui "cavalcata" nel mondo del pro-wrestling non è ancora finita.
Ultima modifica di Blingo il 07/11/2012, 11:00, modificato 1 volta in totale.

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Re: Professional Wrestling History | WRESTLING INSTANT CLASS

Messaggio da bal0 »

C O M P L I M E N T I

Te li meriti, e te ne sono veramente grato per questa spiegazione sui Four Horsemen. Quasi 2 ore passate su questa pagina, ma "quasi 2 ore" ben spese :ave:

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Marco Frediani
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Re: Professional Wrestling History | WRESTLING INSTANT CLASS

Messaggio da Marco Frediani »

Ottimo Blingo.

C'è da pescare nel torrente il DVD degli Horseman della WWE. Io ce l'ho originale ed è molto valido e fatto benissimo (con prese per il culo a Sid e Paul Roma annesse)


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*play297*
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Re: Professional Wrestling History | WRESTLING INSTANT CLASS

Messaggio da *play297* »

mitico :thanks:

grande topic!

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Greg Valentine
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Re: Professional Wrestling History | WRESTLING INSTANT CLASS

Messaggio da Greg Valentine »

Super Blingo in azione 8-) .

Se ho un po di tempo in questi giorni, butto giù qualcosa di decente. Ma aggiungere qualcosa a Race/Flair, che non abbiate detto, mi pare difficile.

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Blingo
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Re: Professional Wrestling History | WRESTLING INSTANT CLASS

Messaggio da Blingo »

Greg Valentine ha scritto:Super Blingo in azione 8-) .

Se ho un po di tempo in questi giorni, butto giù qualcosa di decente. Ma aggiungere qualcosa a Race/Flair, che non abbiate detto, mi pare difficile.
Mi sono messo a ripassare un po' di storia in questi giorni :cool

Guarda, credo che sia apprezzatissima anche una semplice opinione personale sui feud e sui match, anche perché alla fine di questo si tratta: rivivere il passato, darne una propria valutazione e, perché no, fare qualche collegamento con il wrestling di oggi (che non deve risultare necessariamente in "ieri bello, oggi caccapupù!").

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Re: Professional Wrestling History | WRESTLING INSTANT CLASS

Messaggio da .Tarver »

Marco Frediani ha scritto:Ottimo Blingo.

C'è da pescare nel torrente il DVD degli Horseman della WWE. Io ce l'ho originale ed è molto valido e fatto benissimo (con prese per il culo a Sid e Paul Roma annesse)
Mi hanno detto che il dvd non è ben fatto e mancano alcune parti importanti, smentisci quindi tutto ciò e mi consigli l'acquisto?

http://www.silvervision.it/products/Ric ... Discs.html

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Re: Professional Wrestling History | WRESTLING INSTANT CLASS

Messaggio da LukeIsWrestling »

Grandissimo pezzo blingo. Veramente complimenti.

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Blingo
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Re: Professional Wrestling History | WRESTLING INSTANT CLASS

Messaggio da Blingo »

.Tarver ha scritto:
Mi hanno detto che il dvd non è ben fatto e mancano alcune parti importanti, smentisci quindi tutto ciò e mi consigli l'acquisto?

http://www.silvervision.it/products/Ric ... Discs.html
Io il DVD l'ho visto e anzi, gran parte di quello che so sugli Horsemen è anche grazie a quel documentario. Se proprio dovessi muovergli contro una critica è quella di affrontare superficialmente alcune fasi degli Horsemen per cause del tutto "esterne", come l'uscita di Ole (che non è in buoni rapporti con Vince e la WWE). Per il resto io l'ho trovato assai dettagliato (citano persino la comparsata di Jeff Jarrett tra gli Horsemen, che credo non se la ricordi pressoché nessuno) per quanto riguarda il documentario in sé. La scelta dei match lascia un pochino a desiderare, ma è comunque abbastanza valida.

Insomma, io te lo consiglio sinceramente.

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Re: Professional Wrestling History | WRESTLING INSTANT CLASS

Messaggio da Geno »

Blingo, visto che a far wallpost sei il numero uno
Un bel wallpost su Jerry Lawler?
Cosi magari qualche fesso non dirà più che vale una palla di Sting

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.Tarver
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Re: Professional Wrestling History | WRESTLING INSTANT CLASS

Messaggio da .Tarver »

Geno ha scritto:Blingo, visto che a far wallpost sei il numero uno
Un bel wallpost su Jerry Lawler?
Cosi magari qualche fesso non dirà più che vale una palla di Sting
Non ti sei cagato di striscio il mio topic sul feud Kaufman-Lawler dove si esaltava anche quest'ultimo e ora pretendi un wallpost su The King?

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