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19/05/2013 PROGRESS Chapter 7: Every Saint Has A Past, Every Sinner Has A Future;
Screw Indy Wrestling (Rampage Brown, Nathan Cruz & Mark Haskins) vs Paul Robinson, Marty Scurll & Dave Mastiff
Qua andiamo un po’ sul difficile con il main event di Chapter 7.
Il match annunciato era Cruz, Haskins (al debutto) e un partner misterioso a rappresentare la Screw Indy Wrestling contro tre lottatori con cui Cruz ha avuto problemi in passato: Robinson, Rampage e, ovviamente, Scurll.
Piccola digressione sulla Screw Indy Wrestling. Il loro focus è sul far diventare il movimento più professionale, sul focalizzarsi su allenamenti, sul non avere scuse per essere poco allenati o avere scuse impresentabili. Disprezzano la concezione di indy per cui tutto si può fare in quanto indy. Sono degli heel affascinanti, perchè tutto sommato avrebbero pure ragione. Digressione sulla digressione, così per fare nota di colore, ci sarà un flame in real life tra Cruz e Pete Dunne con questo che accusa il primo di aver tarpato le ali ai wrestler indy e che la Screw non fosse solo una gimmick, ma su questo torneremo tra qualche settimana.
Torniamo a noi.
Cruz svela immediatamente il Mystery partner, ovvero proprio quel Rampage Brown con cui sembrava avesse problemi. Sembra quindi un 3 vs 2, ma immediatamente si aggiunge al match anche Dave Mastiff, ancora incazzato per la sconfitta nel Chapter precedente causata proprio da Cruz.
Ultima cosa da sapere prima della visione: chi si prende il pin vincente si prende anche una shot al titolo di El Ligero.
Bene, il match è molto divertente e ricco di spot, però ha anche qualche difettuccio. Se è vero che l’azione risulta ottima da vedere, anche per la grande varietà stilistica che questi sei offrono, le fasi mi sembrano leggermente squilibrate per durata, con il caos finale un po’ corto rispetto alle fasi di dominio heel. Inoltre la clausola della shot in palio, che avrebbe potuto rendere il tutto estremamente interessante e complesso, entra molto poco in gioco è solo sul finale.
Il match è piacevolissimo, ma considerato il livello sia sul ring che come booking a cui siamo abituati rimane un po’ l’amaro in bocca.