Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

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John Nada
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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da John Nada »

MassiveMolecule ha scritto:
Come si stima è facile. Sappiamo la densità batterica di tanti posti. Ad esempio, ci sono più batteri in 20 centimetri del tuo intestino di quanti esseri umani siano esistiti. Circa il 3% del tuo peso corporeo è dato da batteri.

Le stelle sono tante. Si va per ordini di grandezza con le stime: conti il numero delle stelle in una galassia, sai quant'è è grande la galassia media, sai grossomodo qual'è la densità di galassie nell'universo, sai grossomodo qual'è la dimensione dell'universo... moltiplicando più o meno tutto.

Le stelle nell'universo sono tipo 10^24 (1 con 24 zeri), una stima random che ho trovato dei batteri sulla terra dell'università della Georgia dice 10^30 (1 con 30 zeri).
Wow. Grazie, davvero.
Fico vedersi rispondre a una domanda della quale ci si è sempre vergognati così seriamente.
Aspetta ancora un secondo, scusa ma devo rilanciare su un pezzo del tuo post...
Quindi, si conoscono anche le dimensioni dell'universo?
Scusami se bestemmio ora, ma credevo fossero incalcolabili.



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BomberDede
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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da BomberDede »

John Nada ha scritto:
Wow. Grazie, davvero.
Fico vedersi rispondre a una domanda della quale ci si è sempre vergognati così seriamente.
Aspetta ancora un secondo, scusa ma devo rilanciare su un pezzo del tuo post...
Quindi, si conoscono anche le dimensioni dell'universo?
Scusami se bestemmio ora, ma credevo fossero incalcolabili.
in realtà si sanno le dimensioni, quello dell'universo infinito è un errore.
Sappiamo che l'universo ha avuto origine 13,7mld di anni fa ok? e ha avuto origine da un punto e si è espanso a una data velocità. Quindi ha una dimensione finita.
Per semplificare. Se l'universo ha 13,7 mld di anni e fosse "fermo" adesso avrebbe raggio 13,7 mld id anni luce (la luce sarebbe arrivata fin lì).
E' anche complicato calcolare esattamente la dimensione visto che l'espanzione ha un accellerazione continua e, soprattutto, espande più veloce della velocità della luce anche se si può comunque fare una stima

Se ti chiedi cosa c'è dopo l'orizzonte la risposta è di per se impossibile. Dopo l'orizzonte non valgono più le leggi fisiche come spazio e tempo.

Il dubbio è più che altro "quanti universi ci sono?" ma questo è tutto un altro problema direi :)

spero di non aver scritto castronerie se no MM mi correggerà. Comunque si trovano tante info in rete e, per assurdo, anche la pagina di wikipedia in merito mi pare fatta benino

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MassiveMolecule
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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da MassiveMolecule »

John Nada ha scritto:
Wow. Grazie, davvero.
Fico vedersi rispondre a una domanda della quale ci si è sempre vergognati così seriamente.
Aspetta ancora un secondo, scusa ma devo rilanciare su un pezzo del tuo post...
Quindi, si conoscono anche le dimensioni dell'universo?
Scusami se bestemmio ora, ma credevo fossero incalcolabili.
Perdonami se reciclo una cosa vecchia: una volta avevo iniziato a scrivere una breve storia dell'universo, dall'inizio inizio, fino a quello moderno. Non l'ho mai finita, ma la prima dozzina di pagine è scritta, e può darti forse una visione d'insieme utile:
L’universo è grosso.
Incredibilmente enorme. E’ umanamente impossibile capire quanto inverosimilmente immenso sia l’universo. E’ inutile persino provarci. E’ troppo grande, fine.
D’altro canto, un protone è incredibilmente piccolo. Un protone è una frazione infinitesima di un atomo, che già di per sé è sufficientemente minuscolo. Un protone è così piccolo, che un puntino sopra una “ i “, ne può contenere circa 500.000.000.000.
Immaginate ora di poter ridurre un protone a un miliardesimo delle sue normali dimensioni e riempire quello spazio infinitesimo un po’ di materia.
Fondamentalmente, sareste pronti per creare un universo.

L’universo ha inizio in nessun luogo, e in nessun momento. Perché non esisteva spazio prima dell’universo, e neppure tempo. Non esiste passato da cui possa emergere, ne posto che possa occupare. Esiste, e basta. Non siamo in grado di dire cosa accadde nell’esatto istante del Big Bang, che, a dire il vero, è più una teoria sull’evoluzione dell’universo, più che sulla sua origine. Tantomeno ha senso parlare di prima del Big Bang, perché prima il tempo non esisteva.

Sappiamo però che il primo secondo è il più emozionante. Con una singola pulsazione vengono prodotte tutte le quattro forze che regolano l’universo: gravità, forza elettromagnetica, interazione nucleare forte, interazione nucleare debole. Dopo meno di un minuto, l’universo si è espanso al punto che il suo diametro ha già superato il milione di miliardi di chilometri, e continua a crescere. La temperatura è caldina, intorno ai dieci miliardi di gradi celsius, ed è perfetta per dare inizio alle reazioni nucleari che formeranno gli elementi più semplici: idrogeno ed elio, con una piccola percentuale di litio. Dopo circa un quarto d’ora, è già stato prodotto il 98% della materia che mai esisterà. In pratica, avete tutto quello che vi serve per costruire un universo, nel tempo necessario per farvi e godervi una tazza di tè.

Certo, avrete dovrete ancora aspettare cento milioni di anni perchè prima stella inizi a brillare, ma avete già fatto tutto il necessario per mettere in moto tutto quanto. Ma come sappiamo tutto questo ? Come possiamo essere così certi di un evento che è accaduto all’incirca 13.8 miliardi di anni fa ? Come diavolo si può arrivare a sapere cosa è successo all'universo 0.00000000000000000000000000000000000000000001 secondi dopo il suo inizio ?

Abbiamo un sacco di modi, in realtà. Alcuni di questi sono però davvero complicati, e li tralasceremo. Per comprendere gli altri, invece, bisogna fare una piccola premessa sulla luce.

Il primo grande scienziato che ebbe a che fare con la luce fu Isaac Newton. Fu il primo a scomporre la luce nei sette colori (Che lui stesso stabilì fossero sette, perché gli piaceva l’analogia con le note musicali; In realtà, la luce è uno spettro continuo, senza divisioni nette, come il passaggio da una specie all'altra), e aveva una teoria corpuscolare della luce: piccoli pezzettini di materia entravano negli occhi di chi la osservava, e si manifestavano come ben sappiamo. La sua idea derivava da quello che sapeva sulla propagazione della luce. Newton sapeva che la la luce si propagava in linea retta a velocità non infinita e che si rifletteva (rimbalzava con un urto perfettamente elastico sulle superfici), e questi erano ottimi argomenti a suo favore. I colori dell’arcobaleno venivano spiegati con l’introduzione di un gran numero di corpuscoli di colore diverso, e il bianco come la somma di tanti di questi colori. Questa concezione restò quella maggioritaria per quasi due secoli, nonostante un arguto fisico olandese, Christiaan Huygens, avesse proposto, quasi contemporaneamente alla teoria newtoniana, una teoria in cui onde di luce si propagavano attraverso l’etere, sostanza che pervadeva tutto l’universo. L’intuizione era buona, ma la teoria fu seriamente presa in considerazione solo agli inizi dell’800, quando Thomas Young, fisico inglese della Royal Society, dimostro attraverso l’esperimento della doppia fenditura che la luce era incontrovertibilmente un onda.
Young era un medico, ma era anche il genere di persona che, nel tempo libero, imparava due o tre lingue per tenersi impegnato, o risolveva i misteri dell'universo, come la natura della luce.
Young prese due fonti di luce, due fessure distinte, e le illuminò, e disegnò diligentemente quello che osservò:

Immagine

Le due luci interferiscono. Si sommano, si sottraggono, si increspano vicendevolmente, non come singoli corpuscoli, ma come onde intere, come lanciare due sassi nello stesso stagno. Young in maniera semplice ed elegante aveva appena dimostrato che era più figo di Newton. E lo sarebbe rimasto per un po', almeno fino a quando non fosse arrivato Einstein sulla scena.
Perché ci frega che la luce sia un'onda, un onda elettromagnetica, in particolare ?

In quattro parole:
Cosmic Microwave Background Radiation.

Immagine

Nel 1965 due impiegati dei Bell Laboratories, Arno Penzias e Robert Wilson, stavano cercando di tarare una nuova grande antenna per le comunicazioni. E non ci riuscivano. Ovunque la puntassero, captavano un rumore di fondo fastidioso, un sibilo incessante, che rendeva impossibile ogni esperimento. Ovunque la puntavano, in qualsiasi momento del giorno e della notte, in qualsiasi stagione, c'era questo sibilo. In un primo momento, pensarono ad un guasto tecnico. Sostituirono ogni singolo cavo elettrico, riassemblarono ogni pezzo, cambiarono ogni giuntura e cavo elettrico. Niente, ancora il sibilo. Uscirono allora armati di scopa a far brillare l'antenna, liberandola dalla cacca di piccione che inevitabilmente decorava un antenna di simili dimensioni. Ancora nulla. Il sibilo, ad un anno dalla prima accensione, restava lì, identico, a impedirgli di lavorare.

Vent'anni prima, un astrofisico di origine russa, George Gamow, aveva avuto un'idea interessante per poter confermare o smentire l'idea del big bang. La luce è un onda elettromagnetica, ben sapeva Gamow, e quindi si sarebbe propagata all'infinito nelle vastità dello spazio. L'altissima energia con cui sarebbero partite sarebbe stato sufficiente per fargli attraversare uno spazio in continua dilatazione, e se si fosse ascoltato con sufficiente attenzione, si sarebbe potuta rintracciare parte della radiazione cosmica di fondo lasciata dal Big Bang, che dalle temperature al di fuori della comprensione umana a cui si era originata, si sarebbero raffreddate e avrebbero raggiunto la terra in forma di microonde. Ma Penzias e Wilson non avevano mai sentito parlare di Gamow.

E quindi non potevano sapere che il rumore che li tormentava veniva direttamente dal bordo dell'universo, a 90 miliardi di trilioni di chilometri di distanza. La luce più antica dell'universo. Era qualcosa di mai visto prima. I più potenti telescopi, ai tempi, in grado di captare le quasar, stelle che emettono particolari radiofrequenze identificabili a grandi distanza, potevano risalire forse a qualche miliardo di anni, dopo l'origine del big bang. Qui si parla di secondi.

L'avete sicuramente sentita anche voi, la radiazione cosmica di fondo. Basta che una volta nella via abbiate sintonizzato il televisore su un canale che non prendeva: circa l'1% dei disturbi elettrostatici, i "fiocchi di neve", sono dovuti a questo primo residuo del big bang.

Penzias e Wilson trovarono il radiazione cosmica di fondo: non la stavano cercando, una volta trovata, non sapevano cosa fosse e in ogni caso non ne interpretarono o descrissero mai la natura; ciò nonostante, vinserò nel 1978 il premio Nobel, a dimostrazione, che, per certe cose, nella vita, ci vuole culo.

Come si vede dalla foto precedente, la radiazione cosmica di fondo non è uniforme. E' composta da onde che si sovrappongono, che interferiscono: e dalle increspature possiamo sapere qualcosa sulla sua sorgente, sull'universo in larga scala, sull'inizio dell'universo, sulla sua distribuzione di materia, sulla sua forma; è quasi certamente uno delle informazioni più preziose che abbiamo per quanto riguarda la storia dell'universo. Ed è con la radiazione cosmica di fondo che un fisico delle particelle rivelò qualcosa di totalmente inaspettato per quanto riguarda la storia dell'universo: l'inflazione.

Ci sono due cose di cui ci siamo resi conto guardando l'universo, che il Big Bang non era in grado di spiegare: in primis, l'universo è isotropo. In qualsiasi direzione tu voglia guardare, troverai la stessa densità media, la stessa temperatura media, lo stesso numero medio di galassie. In qualsiasi punto tu sia dell'universo, guardando in qualsiasi direzione, di sembrerà sempre di essere al centro, nonostante ciascuna regione sia in principio separata dalle altre da miliardi di anni luce, e la radiazione cosmica di fondo ci dice che, all'inizio, non era tutto uguale.
La seconda, cosa è che l'universo, su larga scala, sembra totalmente e completamente piatto, senza la benché minima curvatura. Com'è possibile una cosa del genere, se in partenza l'universo non era uniforme ?

E' il 1979. Un fisico delle particelle, Alan Guth, che non ha ancora combinato sostanzialmente nulla nella sua vita, assiste ad una conferenza sul Big Bang, in cui si parla del problema dell'orizzonte e del problema della piattezza, e vengono proposte varie soluzioni ipotetiche per ciascuno dei due problemi. Guth però è megalomane, e gli viene in mente una soluzione per entrambi, contemporaneamente.

Guth conosceva bene il fatto che al contrario dell'universo, che era isotropo, la radiazione cosmica di fondo è anisotropa, cioè disuguale. Sì immaginò quindi un universo con condizioni diverse in ogni luogo. In un punto poteva espandersi, in un altro contrarsi; in un punto poteva essere vicino allo zero assoluto, in quello accanto a temperature più alte del cuore di una stella; in alcuni punti perfettamente piatto, in altri più accartocciato di un fazzoletto usato. In pratica, non importa quali fossero le condizioni dell'universo, su "larga" scala. Basta che in un punto infinitesimo, un punto più piccolo delle dimensioni di un protone, ci siano state le condizioni giuste, ed ecco che abbiamo l'inflazione.

Quel punticino si gonfiò come un disperato, raddoppiando le proprie dimensioni ogni 10^-34 secondi, per una durata complessiva di non più di 10^30 secondi, cioè di un milionesimo di milionesimo di milionesimo di milionesimo di milionesimo di secondo, trasformando l'universo da qualcosa che sarebbe potuto stare nelle mani di un bambino a qualcosa che potrebbe essere miliardi di volte più grande dell'universo visibile.

Questo risolve entrambi i problemi:
Se prendi una regione infinitesima, e la stiri finché non ti copre tutto l'universo osservabile, allora, improvvisamente, tutto l'universo osservabile avrà le caratteristiche di temperatura, densità ed espansione della tua regione infinitesima di partenza.

Non ha importanza la forma dell'universo prima dell'inflazione. L'inflazione ha preso una regione e l'ha stirata talmente tanto che inevitabilmente l'universo ci sembrerebbe essere piatto.

Immagine

Sarebbe come se una formica volesse misurare la curvatura della terra. Non soltanto non ha strumenti sufficientemente precisi per misurarlo, ma nemmeno 10 generazioni di formiche potrebbero percorrere una distanza sufficiente a fargli venire il dubbio che la terra non sia piatta.

Ma ci crea anche un'altro problema: l'universo non è veramente isotropo, su piccola scala. Non è letteralmente identico in ogni direzione. E, soprattutto, la radiazione cosmica di fondo ci dice che anche dopo l'inflazione, lo spazio ha increspature, e variazioni locali. Se l'inflazione funzionasse così linearmente, beh, l'universo sarebbe di un [C] piattume cosmico.[/C]
Ora, siccome la luce ha una velocità finita, indipendentemente da quanto sia grossa ora la regione di universo che all'inizio era un quadratino ed ora è stata stirata, quella che possiamo osservare (il che non significa soltanto "vedere", ma anche che interagisce in qualsiasi modo con noi) ha una dimensione finita, perché la luce avrà percorso uno spazio finito. Siccome l'universo ha 13.7 miliardi di anni, il diametro dell'universo osservabile è circa 93 miliardi di anni luce. Come può essere una distanza superiore a 13.7 miliardi di anni luce fa ? Beh, perché l'universo ha continuato ad espandersi nel mentre, ragion per cui un fotone partito 13.7 miliardi di anni fa ha iniziato un ingrata maratona in cui il percorso diventava sempre più lungo tanto più lui lo percorreva. Ma non infinitamente lungo, ragion per cui possiamo "vedere" oggetti la cui distanza reale, oggi, è 60 miliardi di anni luce, attraverso fotoni che sono partiti 13 miliardi di anni fa ad una distanza che prima di gonfiarsi era di 7-8 miliardi di anni luce.

Se sei confuso, chiedi pure.

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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da MassiveMolecule »

doppio, scusate.

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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da BomberDede »

aspetta MM:

"il diametro dell'universo osservabile è circa 93 miliardi di anni luce. Come può essere una distanza superiore a 13.7 miliardi di anni luce fa ? Beh, perché l'universo ha continuato ad espandersi nel mentre, ragion per cui un fotone partito 13.7 miliardi di anni fa ha iniziato un ingrata maratona in cui il percorso diventava sempre più lungo tanto più lui lo percorreva. Ma non infinitamente lungo, ragion per cui possiamo "vedere" oggetti la cui distanza reale, oggi, è 60 miliardi di anni luce, attraverso fotoni che sono partiti 13 miliardi di anni fa ad una distanza che prima di gonfiarsi era di 7-8 miliardi di anni luce. "

Spiegami questa cosa. Possiamo osservare a 93 o a 60mld di anni luce?

edit:
e domanda probabilmente assurda: come sappiamo che l'universo si sta ancora espandendo? e non ha smesso, che so, 10mld di anni fa? noi non vediamo cose di mld di anni fa alla fine?
come possiamo essere certi che non abbia smesso di espandere?

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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da MassiveMolecule »

BomberDede ha scritto:aspetta MM:

"il diametro dell'universo osservabile è circa 93 miliardi di anni luce. Come può essere una distanza superiore a 13.7 miliardi di anni luce fa ? Beh, perché l'universo ha continuato ad espandersi nel mentre, ragion per cui un fotone partito 13.7 miliardi di anni fa ha iniziato un ingrata maratona in cui il percorso diventava sempre più lungo tanto più lui lo percorreva. Ma non infinitamente lungo, ragion per cui possiamo "vedere" oggetti la cui distanza reale, oggi, è 60 miliardi di anni luce, attraverso fotoni che sono partiti 13 miliardi di anni fa ad una distanza che prima di gonfiarsi era di 7-8 miliardi di anni luce. "

Spiegami questa cosa. Possiamo osservare a 93 o a 60mld di anni luce?

edit:
e domanda probabilmente assurda: come sappiamo che l'universo si sta ancora espandendo? e non ha smesso, che so, 10mld di anni fa? noi non vediamo cose di mld di anni fa alla fine?
come possiamo essere certi che non abbia smesso di espandere?
Possiamo osservare in principio roba che è a 93 mld di anni luce. In pratica, per via del fatto che per i primi 300 mila anni l'universo era opaco alla luce non possiamo farlo con la tecnologia odierna. Però possiamo farlo praticamente con oggetti che oggi sono a 60 miliardi di anni luce (e anche più distanti, era un esempio con una misura a cui son sicuro siano state fatte osservazioni pratiche), come la prima generazione di galassie.

Come sappiamo che l'universo si sta ancora espandendo ? Non è una domanda assurda.

Dunque, la prima prova che Edwin Hubble negli anni 20-30 tirò fuori per mostrare che l'universo si sta espandendo, è ancora la più semplice e la più rilevante: qualsiasi galassia noi osserviamo, SEMBRA si stia allontanando da noi. Come facciamo a saperlo ? Effetto doppler. Come una sirena dell'ambulanza ha un onda che viene stirata quando si allontana da noi, e quindi senti il suono che diventa più grave, così può succedere con la luce: semplicemente, la lunghezza d'onda viene spostata verso il rosso (redshift). Non solo: possiamo osservare che le galassie più lontane si allontanano da noi più velocemente di quelle vicine. Ma diversamente dall'ambulanza, che si sta allontanando, la ragione per cui la lunghezza d'onda viene stirata è che lo spazio stesso in cui viene propagata si sta stirando, ragion per cui se la distanza iniziale è maggiore, lo stretch sarà maggiore, spiegando le due osservazioni e dicendoci che l'universo si sta ancora espandendo.

Non solo l'universo si sta espandendo, ma si espande sempre più velocemente: il tasso di espansione sta aumentando. Il redshift che dicevo prima è direttamente proporzionale alla distanza: se sa l'una, puoi calcolare l'altra. Ma la quantità di redshift che vediamo da certi oggetti molto lontani, tipo certe supernovae, è maggiore di quella che dovrebbe essere data la distanza che sappiamo; e tanto più l'oggetto è vecchio, tanto più il redshift osservato si distingue da quello reale. Ci sono altri elementi di prova ma questo è il più chiaro e lampante: l'universo non solo sta espandosi, ma sta accelerando la sua espansione.

Perché sta espandendosi ? La risposta che danno i cosmologi è "Energia oscura".
Il punto è che non abbiamo minimamente idea di che cosa sia, come funzioni, perché esista, e come si possa individuare l'energia oscura. Uno dei più grandi misteri irrisolti del nostro tempo.

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John Nada
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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da John Nada »

Grazie ad entrambi, ora proverò a farmi una cultura...
Cmq, quello dell'universo infinito più che un errore è il più classico dei pregiudizi mi sa, nel quale sono caduto fino in fondo. Il fatto è che per essere smentito ci si deve addentrare in temi che non ci si crede in grado di comprendere senza preparazione.
E' un serpente che si morde la coda.
E il pregiudizio si alimenta ed espande, come l'universo.
Anche perchè non ho mai letto nè sentito smentite.
Sarà un problema di linguaggio, o di diffusione al di fuori delle nicchie, non so...
Non vuole essere una giustificazione, sia chiaro, anzi, è più un mea culpa.

Per altro, il concetto di massa legata al tempo è abbastanza intuibile, ma poi uno pensa che ci siano sempre variabili ulteriori e incomprensibili. Chessò, e se l'espansione viaggiasse a una velocità superiore di quella della luce? E se avesse subito rallentamenti/accellerazioni?
Vabbè, lo so, è aria fritta.
Ora leggo il post di MM...

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John Nada
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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da John Nada »

Dopo l'attenta lettura del tuo post sulla "storia dell'universo", ti devo dire caro il mio MM, che confermo la mia idea e che il linguaggio che si utilizza fa la sua bella porca differenza.
In quella tua spiegazione, ti sei messo al mio livello. Ti assicuro, non è cosa da poco, e per nulla diffusa.
Certo, non ci si deve adeguare ai criteri dei profani, ma al linguaggio credo sia indispensabile se si vuole informare. Ciò che è accademico ed autoreferenziale va in senso opposto a mio parere.

Ora i dubbi veri e propri:
Guth conosceva bene il fatto che al contrario dell'universo, che era isotropo, la radiazione cosmica di fondo è anisotropa, cioè disuguale. Sì immaginò quindi un universo con condizioni diverse in ogni luogo. In un punto poteva espandersi, in un altro contrarsi; in un punto poteva essere vicino allo zero assoluto, in quello accanto a temperature più alte del cuore di una stella; in alcuni punti perfettamente piatto, in altri più accartocciato di un fazzoletto usato. In pratica, non importa quali fossero le condizioni dell'universo, su "larga" scala. Basta che in un punto infinitesimo, un punto più piccolo delle dimensioni di un protone, ci siano state le condizioni giuste, ed ecco che abbiamo l'inflazione.
Ecco, qui si è avverato quello che temevo, le variabili incomprensibili.
Sarò gnucco, ma qualcosa per essere misurabile e quantificabile, dovrebbe ubbidire a leggi invariabili, a costanti. Sbaglio?
Ciò non significa che non si possa dimostrare l'esistenza di qualcosa di variabile e incostante, ma non dovrebbe essere misurabile.

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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da thor of asgard »

MM ho una domanda da porti(o a chiunque sappia la risposta).

Ringraziando in anticipo, passo a trascriverti un pezzo di un'articolo che ho letto che parla delle Neuroscienze:
dopo una lesione molti neuroni del sistema nervoso periferico (i nervi) possono ricrescere(si può, infatti, riattaccare un arto amputato)
molto abbreviato, se vuoi il pezzo intero per meglio capire, dimmelo.

Comunque volevo chiederti....è realmente possibile riattaccare un arto??

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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da BomberDede »

Oddio il discorso è complessissimo.
Quando si parla di sistema nervoso bisogna prima distinguere se è morto il neurone o se si è solo distrutto un assone
Se il caso è il secondo è relativamente più facile risolverlo visto che i sistemi di riparo sono molteplici.
Nel primo caso è sempre possibile ricreare il neurone solo in presenza di staminali

Il neurone in sostanza si differenzia dalla staminale e non può duplicarsi da un neurone pre-esistente. Se ci sono staminali disponibili l'organismo può farle differenziare in un nuovo neurone. Interessante lo studio che ha vinto il nobel quest'anno che farebbe tornare totipotenti delle cellule normale e quindi darebbe la possibilità di ri-differenziarle in cellule del sistema nervoso

Tutto ciò per dire cosa: in linea teoria e tenendo conto solo del Sistema Nervoso si potrebbe riattaccare un arto (cosa che si fa in ospedale). poi entrano tanti altri problemi: tendini, muscoli, tempo passato dall'incidente a incasinare il tutto. Però se non c'è morte di neuroni la cosa è relativamente facile, e anche in caso di morte neuronale qualcosa si dovrebbe poter fare comunque

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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da thor of asgard »

Grazie, credo di aver capito.

in effetti l'articolo parlava a livello di neuroni...interessante questo fatto che dici, grazie.

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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da BomberDede »

thor of asgard ha scritto:Grazie, credo di aver capito.

in effetti l'articolo parlava a livello di neuroni...interessante questo fatto che dici, grazie.
Questo è un discorso interessante per davvero in realtà (che magari si potrebbe riprendere quando non ho un esame il giorno dopo :cia: )
Il fatto che i neuroni siano un numero x alla nascita e che non vengano mai rimpiazzati è un altro di quei quasi-falsi scientifici che si sentono sempre dire in giro

Il sistema nervoso ha dei sistemi di riparo e compensazione notevoli (pensa che interrompendo il nervo ottico destro il SNC si riarrangia e "passa" attraverso il nervo sciatico non perdendo la funzionalità visiva). Non a livello di cellule ma esiste comunque un sistema di rimpiazzo dei neuroni

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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da thor of asgard »

BomberDede ha scritto:
Questo è un discorso interessante per davvero in realtà (che magari si potrebbe riprendere quando non ho un esame il giorno dopo :cia: )
Il fatto che i neuroni siano un numero x alla nascita e che non vengano mai rimpiazzati è un altro di quei quasi-falsi scientifici che si sentono sempre dire in giro

Il sistema nervoso ha dei sistemi di riparo e compensazione notevoli (pensa che interrompendo il nervo ottico destro il SNC si riarrangia e "passa" attraverso il nervo sciatico non perdendo la funzionalità visiva). Non a livello di cellule ma esiste comunque un sistema di rimpiazzo dei neuroni
Discorso interessantissimo.

Appena hai tempo, se ne hai voglia, riprendiamolo, perchè io devo leggere un sacco di articoli sulle neuroscienze, quindi è probabile che chieda molte informazioni nei prossimi giorni/mesi.

Buona fortuna per l'esame

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MassiveMolecule
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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da MassiveMolecule »

John Nada ha scritto:Dopo l'attenta lettura del tuo post sulla "storia dell'universo", ti devo dire caro il mio MM, che confermo la mia idea e che il linguaggio che si utilizza fa la sua bella porca differenza.
In quella tua spiegazione, ti sei messo al mio livello. Ti assicuro, non è cosa da poco, e per nulla diffusa.
Certo, non ci si deve adeguare ai criteri dei profani, ma al linguaggio credo sia indispensabile se si vuole informare. Ciò che è accademico ed autoreferenziale va in senso opposto a mio parere.

Ora i dubbi veri e propri:



Ecco, qui si è avverato quello che temevo, le variabili incomprensibili.
Sarò gnucco, ma qualcosa per essere misurabile e quantificabile, dovrebbe ubbidire a leggi invariabili, a costanti. Sbaglio?
Ciò non significa che non si possa dimostrare l'esistenza di qualcosa di variabile e incostante, ma non dovrebbe essere misurabile.
Ho fatto tutti quegli esempi per dire che indipendentemente da quali fossero le condizioni iniziale, tutte con un modello inflazionario convergerebbero ad uno stesso risultato, come se le passassi dentro un imbuto.

Ma il resto della tua domanda non sono sicuro di averla capita.
Con la matematica puoi descrivere, e con gli strumenti puoi misurare, sistemi variabili, anche infinitamente variabili, purché tu sappia che lo stai facendo.

Se la domanda è " Come facciamo a sapere che le leggi di natura che sono valide oggi domani non cambiano ? ", la risposta è "Tecnicamente non lo sappiamo, l'abbiamo solo verificato per osservazione è induzione ".
Ma anche se le leggi di natura cambiassero nel tempo non sarebbe un problema, e saremmo in grado di descriverle. Anzi, c'è un esempio pratico, di "legge di natura" che è cambiata nel tempo e che siamo in grado di distinguere.

La forza elettromagnetica e la forza nucleare debole sono due delle 4 forze naturali esistenti (insieme a gravità e forza nucleare forte). Nel mondo di tutti i giorni, la forza elettromagnetica è quella che (tra le millemila altre cose) ti impedisce di compenetrare gli oggetti "solidi", mentre la nucleare debole agisce a livello del nucleo degli atomi, a volta tenendoli insieme, a volta causandone il decadimento radioattivo. Due cose completamente diverse descritte da leggi completamente diverse.

Se non fosse che, in sistemi in cui c'è abbastanza energia, come ad esempio i primi momenti del cosmo o all'interno di grandi acceleratori di particelle queste due forze si fondono e si comportano come una singola interazione, una singola forza,che viene chiamata elettrondebole. Carlo Rubbia ha vinto il nobel perché ha dimostrato che la teoria elettrondebole non era soltanto un particolare risultato matematico ma un fenomeno reale, che ha riprodotto al CERN.

Non so se questo ti chiarisce le idee o le confonde di più, ma in generale l'universo non è per nulla un posto statico: certe trame e regole si ripetono e si duplicano, il che è comodo, perché è facile descriverle matematicamente, ma non sempre, e comunque ciò non è una condizione necessaria per descriverle e misurarle.

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thor of asgard
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Re: Curiosità scientifiche (ed eventuali smentite)

Messaggio da thor of asgard »

Qualcuno mi sa spiegare in termini "profani" il funzionamento del motore Stirling tramite l'omonimo ciclo?

Ho trovato tale motore girovagando in Internet, ma non ci ho capito molto

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