TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
- Jeff Hardy 18
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Sono rientrato dal Far East di Udine, dopo 31 film in 5 giorni, vi metto qua, appena ho tempo, un paio di dritte di film interessanti da recuperare. 2/3 filmoni sicuramente. Uno dalla Cina e due Jappi. Dei due jappi una è pure un'opera prima, l'altro è di un regista molto bravo che qui si conosce poco e il Cinese è uno della nuova scuola, che ha già fatto vedere qualcosina in quel di Venezia nel 2014.
- Jeff Hardy 18
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
One Cut Of The Dead di Ueda Shinchiro. Miglior film della selezione. Tre parti per raccontare un'idea folle di un canale tv di quinta categoria, fare un horror zombie, in piano sequenza, dal vivo. La prima mezz'ora è l'horror in piano sequenza e tu non riesci a capire che sia un film nel film, ma pensi sia il film stesso, che l'idea del piano sequenza sia il film. La seconda parte ci spiega i personaggi. La terza tramite le riprese dell'azione unisci tutti i puntini, in più durante i titoli di coda vedi la troupe che riprende la troupe che gira il piano sequenza. Più livelli, uniti, un'opera da premiare per l'originalità, la bravura del cast e l'apparato tecnico. 10/10
Wrath Of Silence di Xin Yukun. Una regia fenomenale, una fotografia altrettanto stupenda sullo sfondo della Cina rurale. Cibo, sporco, violenza per raccontare l'epopea di un uomo muto che è alla ricerca del figlio scomparso. Un film che richiama idealmente Black Coal Thin Ice, non a caso, i due registi sono tra i nomi più interessanti della cinematografia cinese, tono indipendente e meno mainstream, in uno spazio che sta permettendo, mollando le prese della censura, di raccontare, in maniera velata, quella che è l'ipocrisia della società cinese in tutte le sue forme, da quella del gangster a quella del minatore. 9/10
Side Job. di Hiroki Ryuici. Regista poco conosciuto da noi ma che già in passato a sfornato perle come Tokyo Love Hotel o River, proprio a River si ricollega questo film, proveniente da Fukushima ha risentito e spesso raccontato quelle che sono le conseguenze del terremoto. Ora siamo a 6 anni dalla tragedia e la vita di molte persone si è cristallizzata nel tempo, soprattutto in quelli le cui case sono nella zona in cui ci sono ancora radiazioni. Storia di vari personaggi che affrontano dunque il loro trauma e i loro lutti e sembrano riuscire a trovar eun modo per uscirne. 9/10
1987: When The Day Comes di Jang Joon-hwan. Per la prima volta nella storia un lungometraggio racconta i giorni che portano alla caduta della dittatura coreana. Un film con un ottimo climax, personaggi ben caratterizzati, uno sguardo non giudicante sugli avvenimenti, dalle torture degli studenti, fino alle rivolte, senza scadere nell'apologia e nell'esaltazione di un movimento che non c'è più. Film da premiare in quanto prima volta che si realizza qualcosa su questo e perchè comunque presenta bene la situazione politica e sociale della Corea. 8/10
The Battleship Island di Ryoo Seung-wan. Riuscire a raccontare una storia drammatica e al contempo epica e divertente non è da tutti. Veniamo portati sull'isola di Hashima, dove si trova un campo di concentramento per cinesi e coreani durante la seconda guerra mondiale. Se da un lato abbiamo la parte drammatica non viene troppo pesata, in modo da non risultare stucchevole, la parte comica ha i suoi giusti tempi e non va a rovinare questo film, la battaglia finale ha tutti i dettami di una buona epica che va bene a raccontare i fatti, sebbene ci siano alcuni stereotipi, nel complesso un film che presenta bene tutti i suoi molti personaggi e le sue storie. Poteva osare molto di più, la sottotrama del traffico di bambine viene gettata troppo lì. 8/10
Prima prova dietro la regia per Moon So-ri (attrice di Oasis) con The Running Actress uno sguardo tragicomico alla vita di un'attrice famosa, troppo talentuosa per recitare nel film attuale coreano, che denuncia anche una crisi creativa del cinema coreano evidente, l'epoca della fresh wave coreana è finita da tempo.
Per gli amanti del genere thriller coreano, interessante Steel Rain di Yang Woo-Seok, film con spie nordcoreane e colpo di stato, girato in puro stile coreano nei thriller. Dovrebbe essere su Netflix o comunque facilmente reperibile in giro.
Unendo poi il comedy strambo tipicamente asiatico, segnalo quest'opera prima di Jason Kim, Midnight Runners, due studenti di polizia si trovano immischiati in un caso di rapimenti. Streaming facile.
Carina l'idea di realizzazione per Dear Ex di Mag Hsu e Hsu Chin-yen, film che racconta un classico coming of age, con dramma su padre gay e relazione turbolenta di un adolescente con madre e fidanzato del padre, i pensieri del ragazzo trovano forma disegnata. Opera taiwanese interessante.
Segnalo anche Forgotten di Jang Hang-jun, un buon thriller psicologico, anche se ricorda troppi altri film da Oldboy a Get Out. Però se amanti del genere consigliato. E The Blood Of Wolves, film di Kazuya Shiraishi sulla Yakuza, che riprende i temi classici di un genere che ormai in patria non viene più fatto. Un bel tuffo nel passato.
Miglior horro della sei giorni, The Promise, opera thailandese di Sophon Sakdaphisit, premessa semplice, due giovani decidono di suicidarsi assieme, una lo fa, l'altra scappa, 20 anni dopo l'amica ritorna per vendicarsi. A parte il finale, che inserisce elementi melodrammatici non richiesti è un horror piacevole, più vicino ai gusti occidentali che al classico schema dell'horror orientale.
Interessante il cartone On Happiness Road di Sung Hsin Yin, pur presentando il classico momento di cambio e affronto dell'età adulta andando alle proprie radici, offre certamente un modo di fare animazione differente.
Sul fronte commedie inaspettatamente Never Say Die, altra opera prima dalla Cina di Song Yang e Zhang Chiyu, partendo da una premessa banale, scambio di corpi, ne esce una commedia al limite del grottesco con momenti spassosi che richiama a una certa cinematografia hong konghese, come quella di Stepehn Chow per intenderci. Successo commerciale in patria.
Delusione il nuovo di Ann Hui, Our Time Will Come, un bieco nazionalismo, spiace che anche una regista di un certo peso come lei abbia ceduto ai soldi cinesi.
Wrath Of Silence di Xin Yukun. Una regia fenomenale, una fotografia altrettanto stupenda sullo sfondo della Cina rurale. Cibo, sporco, violenza per raccontare l'epopea di un uomo muto che è alla ricerca del figlio scomparso. Un film che richiama idealmente Black Coal Thin Ice, non a caso, i due registi sono tra i nomi più interessanti della cinematografia cinese, tono indipendente e meno mainstream, in uno spazio che sta permettendo, mollando le prese della censura, di raccontare, in maniera velata, quella che è l'ipocrisia della società cinese in tutte le sue forme, da quella del gangster a quella del minatore. 9/10
Side Job. di Hiroki Ryuici. Regista poco conosciuto da noi ma che già in passato a sfornato perle come Tokyo Love Hotel o River, proprio a River si ricollega questo film, proveniente da Fukushima ha risentito e spesso raccontato quelle che sono le conseguenze del terremoto. Ora siamo a 6 anni dalla tragedia e la vita di molte persone si è cristallizzata nel tempo, soprattutto in quelli le cui case sono nella zona in cui ci sono ancora radiazioni. Storia di vari personaggi che affrontano dunque il loro trauma e i loro lutti e sembrano riuscire a trovar eun modo per uscirne. 9/10
1987: When The Day Comes di Jang Joon-hwan. Per la prima volta nella storia un lungometraggio racconta i giorni che portano alla caduta della dittatura coreana. Un film con un ottimo climax, personaggi ben caratterizzati, uno sguardo non giudicante sugli avvenimenti, dalle torture degli studenti, fino alle rivolte, senza scadere nell'apologia e nell'esaltazione di un movimento che non c'è più. Film da premiare in quanto prima volta che si realizza qualcosa su questo e perchè comunque presenta bene la situazione politica e sociale della Corea. 8/10
The Battleship Island di Ryoo Seung-wan. Riuscire a raccontare una storia drammatica e al contempo epica e divertente non è da tutti. Veniamo portati sull'isola di Hashima, dove si trova un campo di concentramento per cinesi e coreani durante la seconda guerra mondiale. Se da un lato abbiamo la parte drammatica non viene troppo pesata, in modo da non risultare stucchevole, la parte comica ha i suoi giusti tempi e non va a rovinare questo film, la battaglia finale ha tutti i dettami di una buona epica che va bene a raccontare i fatti, sebbene ci siano alcuni stereotipi, nel complesso un film che presenta bene tutti i suoi molti personaggi e le sue storie. Poteva osare molto di più, la sottotrama del traffico di bambine viene gettata troppo lì. 8/10
Prima prova dietro la regia per Moon So-ri (attrice di Oasis) con The Running Actress uno sguardo tragicomico alla vita di un'attrice famosa, troppo talentuosa per recitare nel film attuale coreano, che denuncia anche una crisi creativa del cinema coreano evidente, l'epoca della fresh wave coreana è finita da tempo.
Per gli amanti del genere thriller coreano, interessante Steel Rain di Yang Woo-Seok, film con spie nordcoreane e colpo di stato, girato in puro stile coreano nei thriller. Dovrebbe essere su Netflix o comunque facilmente reperibile in giro.
Unendo poi il comedy strambo tipicamente asiatico, segnalo quest'opera prima di Jason Kim, Midnight Runners, due studenti di polizia si trovano immischiati in un caso di rapimenti. Streaming facile.
Carina l'idea di realizzazione per Dear Ex di Mag Hsu e Hsu Chin-yen, film che racconta un classico coming of age, con dramma su padre gay e relazione turbolenta di un adolescente con madre e fidanzato del padre, i pensieri del ragazzo trovano forma disegnata. Opera taiwanese interessante.
Segnalo anche Forgotten di Jang Hang-jun, un buon thriller psicologico, anche se ricorda troppi altri film da Oldboy a Get Out. Però se amanti del genere consigliato. E The Blood Of Wolves, film di Kazuya Shiraishi sulla Yakuza, che riprende i temi classici di un genere che ormai in patria non viene più fatto. Un bel tuffo nel passato.
Miglior horro della sei giorni, The Promise, opera thailandese di Sophon Sakdaphisit, premessa semplice, due giovani decidono di suicidarsi assieme, una lo fa, l'altra scappa, 20 anni dopo l'amica ritorna per vendicarsi. A parte il finale, che inserisce elementi melodrammatici non richiesti è un horror piacevole, più vicino ai gusti occidentali che al classico schema dell'horror orientale.
Interessante il cartone On Happiness Road di Sung Hsin Yin, pur presentando il classico momento di cambio e affronto dell'età adulta andando alle proprie radici, offre certamente un modo di fare animazione differente.
Sul fronte commedie inaspettatamente Never Say Die, altra opera prima dalla Cina di Song Yang e Zhang Chiyu, partendo da una premessa banale, scambio di corpi, ne esce una commedia al limite del grottesco con momenti spassosi che richiama a una certa cinematografia hong konghese, come quella di Stepehn Chow per intenderci. Successo commerciale in patria.
Delusione il nuovo di Ann Hui, Our Time Will Come, un bieco nazionalismo, spiace che anche una regista di un certo peso come lei abbia ceduto ai soldi cinesi.
- MacheteKowalski
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Un po' di roba sparsa:
- L'uomo nell'ombra: discreta cagata, McGregor pare non avesse voglia.
- L'avvocato del diavolo: rivisto dopo secoli, sempre ottimo.
- Fratello dove sei: ma che cazz... Ho visto un'oretta e non succede un cazzo.
- L'uomo nell'ombra: discreta cagata, McGregor pare non avesse voglia.
- L'avvocato del diavolo: rivisto dopo secoli, sempre ottimo.
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Rimetti a noi i nostri debiti, primo film originale netflix italiano
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Appena visto il restauro di Novecento in due atti in sala. Penso vada inteso come un tentativo di raccontare agli americani cosa accadde in Italia nella prima metà del XX secolo alla maniera del cinema classico hollywoodiano molto manicheo, baldanzoso e fortemente populista, non che mi aspettassi Ejzenstejn o il Godard del Gruppo Dziga Vertov ma il secondo atto è talmente meme che rovina quanto di buono fatto nel primo. Un'esperienza che probabilmente rifarei anche se è il restauro che ho preferito meno di quelli visti in sala nell'ultimo anno e mezzo
Iniziato oggi Cannes con l'ultimo di Farhadi, più leggo rece e più sono convinto sia perfetto per i drinking game
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
MacheteKowalski ha scritto:Un po' di roba sparsa:
- L'uomo nell'ombra: discreta cagata, McGregor pare non avesse voglia.
- L'avvocato del diavolo: rivisto dopo secoli, sempre ottimo.
- Fratello dove sei: ma che cazz... Ho visto un'oretta e non succede un cazzo.
Ma dai, Fratello dove sei è un capolavoro. Ho il disco della colonna sonora in macchina, lo sento spesso. Clooney scemo è il miglior Clooney.
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Gusti, sicuramente ottima la colonna sonora, ma il resto non mi ha preso più di tanto.Darth_Dario ha scritto:
Ma dai, Fratello dove sei è un capolavoro. Ho il disco della colonna sonora in macchina, lo sento spesso. Clooney scemo è il miglior Clooney.
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
crimson peak , mi è piaciuto abbastanza, freddo ma affilato, certo ci mette un po troppo a ingranare, ma la seconda parte è buona.
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Una doppia verità, con Keanu Reeves.
Piuttosto nonsense
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Spoiler:
- Darth_Dario
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Appena finito Baby Driver. La versione PG di Drive. Terzo atto inutilmente smarmellato. Meh.
- Darth_Dario
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