TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Per chi vuole dibattere e chiacchierare sulle serie TV, sui cartoni animati, su programmi televisivi o su film cinematografici... e ovviamente anche sui protagonisti dello schermo.
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KanyeWest
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da KanyeWest »

MrER ha scritto:Ripropongo:
Pareri su Song to Song di Malick?
È diverso rispetto a KOC e TTW perché più meramente narrativo, finalmente "sporco" e l'uso del voiceover appare meno tradizionale. Risulta più scorrevole dei due precedenti ed è la degna conclusione del trittico post-TTOL (Voyage of Time non lo posso ancora considerare), lo trovo sicuramente superiore a KOC per limpidezza anche se forse non raggiunge il panteismo e la sublimazione di TTW nemmeno nel suo apice di pathos (poco prima della fine). Resta un filmone, anche se continuerà ad essere disprezzato



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MrER
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da MrER »

KanyeWest ha scritto: È diverso rispetto a KOC e TTW perché più meramente narrativo, finalmente "sporco" e l'uso del voiceover appare meno tradizionale. Risulta più scorrevole dei due precedenti ed è la degna conclusione del trittico post-TTOL (Voyage of Time non lo posso ancora considerare), lo trovo sicuramente superiore a KOC per limpidezza anche se forse non raggiunge il panteismo e la sublimazione di TTW nemmeno nel suo apice di pathos (poco prima della fine). Resta un filmone, anche se continuerà ad essere disprezzato
Io ho trovato la seconda parte abbastanza spocchiosa.
Mi ha lasciato abbastanza perplesso, probabilmente perché è la prima opera di Malick che vedo.

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Brotzmann
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Brotzmann »

MrER ha scritto:Ripropongo:
Pareri su Song to Song di Malick?
Fa schifo.
MrER ha scritto: perché è la prima opera di Malick che vedo.
Spero per te che sarà anche l'ultima.

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Yourself is Steam
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Yourself is Steam »

Dopo la pausa forzata causa caduta nella temporaneità del forum, cosa in realtà abbastanza strutturale vista la presenza di assoluti imbecilli tipo Ankie, torna la rubrica più attesa del formio: Castrating the Settis and his reviews.
E visto che si parlava del nuovo Malick e, soprattutto, visto il clamore della sua ultima recensione su Malick (la "liberazione dell’immagine cinematografica dall’uomo"), reagirò alla sua recensione di Song to Song http://www.cinelapsus.com/song-to-song- ... ce-malick/
Inoltre, a quanto mi si dice, il Settis sta pure scopando, a differenza di Ankie, e con una tizia con un acne allucinante, da far invidia alla schiena di Mahal, quindi è probabile sia pure dopato e con un ego a livelli sconsiderati
una specie di mistificazione del reale attraverso l’immagine
Quindi esistono esperienze artistiche che non mistichificano (sempre se utilizziamo allo stesso modo la parola mistificare) il reale? Ma poi cos'è il reale? Cos'è l'immagine? Già il primo cazzinismo sparato prepotentemente senza una spiegazione, senza competenza, senza una componente teorica di fondo. Solo Malick, vero oltreuomo, mistifica il reale, gli altri lo vedono tutti allo stesso modo.
un vero e proprio turbine acqueo e amniotico che mischia il videoclip con il flusso di coscienza onirico
Per non parlare del turbine amniotico di queste frasi a caso, videoclip e flusso di coscienza sono linguaggi contrapponibili? Perché? Perché non c'è dato sapere cosa o come li mischia, qualcosa zio canaja, una spiegazione
se Voyage of Time era la Storia del mondo come una Storia digitale, Song to Song è una non-storia d’amore non consequenziale in cui il digitale serve per esprimere quest’interiorità, questa fasulla ‘joie de vivre’ fanciullesca, tosto privata di un significato, sessualizzata, gnosticizzata fino alla crisi mistica e alla distruzione della crisi mistica stessa, con l’abbandono patetico dei termini spirituali
Perché le prime Storia sono con la S e subito non-storia con la s? Perché non-storia? Se non sono la stessa cosa perché metterle una dietro l'altra? Perché l'utilizzo dell'arcaico "tosto" e poi "patetico" nell'uso quotidiano del termine e non originario? Perché una cosa sessualizzata sarebbe priva di significato? In che senso gnosticizzata? Perché una cosa sessualizzata, soprattutto da parte di noi cattolici :cazzino: sarebbe anche gnosticizzata? Perché quest'abbandono al nichilismo viene posto come distruzione della crisi mistica e non come culmine? Ha fatto il classico, avrà fatto cresima, comunione e battesimo, a differenza mia, poi non capisce metà delle cose che scrive.
I limiti dell’inquadratura e del formato creano la meraviglia, mostrando solo parzialmente il movimento dando l’illusione di un altro movimento
QUALI LIMITI? Il mascherino è il mondo cinematografico, qua pare Dolan e l'invertebrato che apre l'inquadratura, fottuti fascisti. QUALE MERAVIGLIA? Serio, stai facendo una recensione e mi stai descrivendo tue sensazioni, cosa mi rappresenta? Che vuol dire che i limiti creano meraviglia? QUALI MOVIMENTI? Della camera? Di Bergson? Una spiegazione pls
un uragano in cui amore e sesso diventano quasi indistinguibili, in cui la passione è così tanto un qualcosa di puramente cinematografico e immaginario da non avere delle necessità scenografiche di distinzione, comprese allucinazioni da funghetti
Mi devo ricredere, sto tizio a quanto pare non scopa, o non ama la sua tipa, o, molto più probabile vista l'acne della tizia, sacchetto in testa e via, in quale cristo di parrocchia scopare con la propria amata è divisibile dall'amore? Gli altri 3/4 di frase non riesco manco a commentarli, non so cosa voglia dire, sono frasi sparate a caso, da un tizio che pensa di essere cool perché ascolta i Death Grips e quindi con una poseraggine allucinante parla di allucinazioni da funghetti, che manco il talebano con la gimmick del #ne*romeme. Ma, serio, sta recensione pare un sermone come gli ultimi film di Malick, ma almeno con Malick magari possiamo credere a un minimo di vissuto, perché sto verginello borghese ci parla della distinguibilità tra sesso e amore e videoclip e flusso di coscienza e Storia e non-storia?
c’è la sua doppia lotta con il mondo, da una parte la ricerca di una chiusura in una coppia e dall’altra la ricerca di un posto nel mondo della musica e dell’arte
Una vera ribelle insomma (i due punti qualche volta non farebbero male)
una sessualità che, forse anche perché omosessuale, Malick non ha mai forse mostrato in maniera così libera, così poco pudìca e trascendentale
Mi piace l'inciso "forse anche perché omosessuale" vicina a "in maniera così libera" e "poco trascendentale". In che mondo l'omossessualità sarebbe un concetto immanente? Ora, mi si vuol far credere che Malick, novello Musella, ha cancellato il gender, ok, ma filma la scena lesbo perché scena lesbo quindi in che modo avrebbe cancellato la trascendentalità se "forse anche perché omosessuale"?
Ricordiamo che Malick è nato nella New Hollywood, e da ciò possiamo far partire due parentesi che toccano due grandi capolavori di questa corrente i cui gioielli dimenticati a volte compongono i tasselli più importanti. Il primo di questi paragoni può riferirsi proprio a questa resa delle relazioni interpersonali, all’eguale chimica che si ritrova in ogni coppia e in ogni rapporto, quasi a voler creare un’idea di un amore esistenziale senza tempo, universale, privo di limiti: Un sogno lungo un giorno (1982) di Coppola, con il suo ben definito quadrilatero amoroso, pone al suo centro un amore totalizzante, ma i due partecipanti a questo amore hanno comunque intense relazioni amorose con altri personaggi che non vengono messi in cattiva luce dall’attento sguardo del regista. L’altro paragone è invece scenografico, ed è legato all’ambientazione del festival musicale, che riecheggia uno dei film più celebrati e importanti della New Hollywood, Nashville (1975) di Robert Altman. Entrambi capolavori senza tempo del grande passato del cinema statunitense, entrambi film sull’America e sulla descrizione del suo popolo, della sua falsità, delle sue costruzioni, entrambi film molto controllati e costruiti (in particolare quello di Coppola), non viscerali e improvvisati come il film di Malick, e soprattutto entrambi film che si muovono “di canzone in canzone”, senza avere i ritmi di un musical ma scandendo il mondo stesso del cinema come un mondo che si muove musicalmente, che finisce e ricomincia ogni volta che finisce e ricomincia un brano musicale. Malick, insomma, si affida al cinema, forse per la prima volta nella sua carriera, costruendo insomma la sua estetica a partire da qualcosa che lo ha ispirato, a qualcosa di preesistente. Forse giusto The Tree of Life e Voyage of Time, prima, si rifacevano a 2001: Odissea nello spazio (1968), ma in maniera implicita, sottocutanea. Song to Song non parla di uno sceneggiatore come faceva Knight of Cups e quindi non riflette sul/nel cinema, ma rimane un film colmo di schermi proiettanti, in cui anche si ricrea un qualche folle e tremendo senso di apnea a partire dal demoniaco e cosmologico montaggio con il quale Malick fuoriesce dal film, immergendosi in Ménilmontant (1926) di Dimitri Kirsanoff, mediometraggio capolavoro del cinema muto e dell’Impressionismo Francese. Quindi si può dire che Song to Song è il film di Malick più estremo, quello che più si applica al cinema per distruggerne i limiti, con meno ambizione universalistica rispetto a The Tree of Life ma con più iconoclastia, più umanità. L’indefinizione della narrazione si sposa però con questa definizione degli spazi relazionali, con Fassbender antagonista fragile, la Portman psicolabile, le varie drammaturgie che si cannibalizzano l’un l’altra in maniera sin troppo concreta per una stilizzazione invece così astratta, danzante, in cui alla fine spunta pure una citazione a Cantando sotto la pioggia (1952) – che trovate qui sopra. Il mondo-cinema dunque finisce per essere così, per far sbucare le proprie luci più superficiali e più profonde in uno snodarsi figurativo ed emotivo – quello che conta è la raffigurazione e l’immedesimazione in essa, la comunicazione più di ciò che è comunicato, l’idea di un universo filmico così semplice eppure così fluviale, così indipendente, libero, viscerale.
Questo pezzo, insomma, non sapevo, insomma, dove spezzarlo, lo metto tutto, insomma, e manco lo commento, insomma, sono nomi campati, riscrittura della storia, insomma, del cinema e del cinema di Malick che non so, insomma, da dove provengano, non ci sono riferimenti nè spiegazioni quindi, insomma, perché dovrei stare lì a commentare? "Malick, insomma, si affida al cinema, forse per la prima volta nella sua carriera", ma è indipendente.
Rimangono soli Rooney Mara e Ryan Gosling, in uno spazio vuoto e immenso come la radura in cui comincia Knight of Cups, o come i deserti tunisini di Chott el-Djerid (1979) di Bill Viola
Sicuramente cita Bill Viola, sì.
Soli che si baciano, che si amano, purificati in uno spazio cinematografico limpido. Ed è di nuovo La rabbia giovane, l’uomo e la donna, la New Hollywood e la Nouvelle Vague, la catarsi di una semplicità devastante, un ritorno, una conclusione
E mo da dove sbuca la nouvelle vague? Oh mio dio. Comunque che conclusione sarebbe senza la scomparsa dall'immagine dell'uomo?
un filone che si conclude separandosi da The Tree of Life, diventando esperienza pura, postmoderna e tragicomica, fasulla e onestissima, viscerale e, alla fine dei conti, essenziale. Che sia un ritorno alla New Hollywood?
Bene. Rendiamoci conto che sto imbecille sta cercando di dar peso a una massa di fascisti. La New Hollywood onestissima, ma nel precedente film non diceva l'esatto opposto? Ma ste cose non hanno peso e per questo anche il più minchione di tutti può trasfigurarle come cazzo gli pare
E ci si rivolta contro la struttura del cinema, ci si rivolta per immagini, contro la narrazione senza dimenticare la narrazione. E, quando ci s’innamora, nonostante i dubbi spesso rimangano a livello razionale, ogni parola, anche quando sono tante, sembra scomparire, perdere significato, dissipandosi nel vento. E a questo punto lasciamoci andare, di canzone in canzone.
Sì, sta dando peso a un fascista, bene.

Mi spiace ma niente reaction alla rece di Twin Peaks oggi, magari lunedì, ma, veramente, ho già passato un'ora terribile a grattarmi la testa per le frasi senza senso di sto imbecille che è un anno che continua quotidianamente a scrivere articoli senza un punto, senza un riferimento bibliografico, con termini rubati qua e là dai peggiori circoletti hipster o fascistizzando quelli del Cazzin, non si regge. Sto tizio è la peggio sinistra, la peggio medietà, il peggio nichilismo e questo nichilismo e questa medietà è il vero problema della "crisi dell'immagine"

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Avantard
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Avantard »

Ma non facevi prima a dire "finto intellettuale" o "radical chic"?

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JoMo
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da JoMo »

Lego Batman: The Movie

Best Batman Movie evah!

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MrER
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da MrER »

Ho recuperato Waterworld.
Praticamente è un corso accelerato su come rovinare un potenziale cult.
Scenografia pazzesca, incipit super e colonna sonora davvero notevole. Tutto questo fanculizzato da personaggi veramente orribili (tifavo per la morte della bambina) e uno sviluppo della trama osceno. Applausi.
PS: grazie per le risposte riguardo Song to Song. Prima o poi recupererò gli altri due film, così da poter valutare meglio StS.

cesaraw
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da cesaraw »

https://www.nytimes.com/interactive/201 ... .html?_r=0" onclick="window.open(this.href);return false;

Opinioni?

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da KanyeWest »

Tutte le classifiche sono inutili, non necessarie e lasciano il tempo che trovano, questa ha qualche buona premessa ma l'Hollywood presente è fondamentalmente sbagliata
Moonlight alla 20 è la dimostrazione più stabile del razzismo moderno declinato da McConahay (che non é il texano nichilista di True Detective)

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Brotzmann
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Brotzmann »

Attraverso i metodi della cibernetica e della riflessione teologica esplora i concetti di distanza, virtualità e creazione.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Yourself is Steam »

Castrating The Settis ep. V - Blow Up

Per questa edizione del CTS implemento una nuova funzione aggiunta da Russo nel CTM di oggi: le stelline.
Immagine = You're an idiot
Immagine = You're an imbecile
Immagine = You're a moron
Immagine = You're a dummy
Immagine = You're a complete mark

Come richiestomi da un fan filippino emigrato negli States, perché noi drawiamo con il pubblico estero e non ci importa dei coglioni locali, tipo Mahal, oggi recensisco questa recensione http://www.cinelapsus.com/blowup-1966-d ... antonioni/
fu invece recepito dalla critica nostrana come una perdita di forma, come un film culturalmente fuori posto e fuori tempo, non in linea con la poetica dell’Antonioni che l’Italia ha imparato a conoscere e ad amare attraverso il modernismo sfrenato della disperazione della sua trilogia esistenziale
L'Italia amava quell'Antonioni? Ma se ebbe più successo in Francia! Quell'Antonioni lo fischiavano sonoramente, altrochè, era ritenuto noioso, intellettualoide e borghese, anche la critica italiana lo detestava. Infatti andò a produrre film all'estero, come puoi sbagliare la contestualizzazione del film? Se Antonioni era così amato in Italia, perché fece Blow Up? Poi "Trilogia esistenziale" ma Deserto Rosso? Ogni Storia del cinema parla di "tetralogia della donna" ma secondo lui è una "trilogia esistenziale" ok se è di esistenzialismo che si parla perché non Deserto Rosso e perché non Il Grido? Avesse mai letto almeno un Brunetta, un Rondolino, un Bertetto, qualcosa, ste cose le saprebbe, ma lui preferisce leggere wikipedia quindi ok, Antonioni è amato in Italia, poi fa tre film prodotti all'estero. Ma sì, appurato che la critica nostrana, e basta leggere, ripeto, qualunque Storia del cinema, lo disprezzava, questo film è una perdita di forma, ok, chi l'ha detto? Da dov'è uscito?
Blowup va considerato un progetto separato, che più che fuori tempo è fuori dal tempo, inizio di una seconda trilogia per Antonioni, una trilogia che si potrebbe dire “internazionale” per come penetra tra la cultura inglese e quella americana
No, nessuna critica in nessun Mondo l'ha mai considerato un progetto separato, imbecille, tutti ne vedono l'assoluta coerenza, ma visto che hai letto diversamente in chissà quale wikia ti devi inventare ste robe del "fuori dal tempo" che non significa assolutamente nulla (ma ti ringrazio per non aver messo tempo con la t maiuscola). Ed ecco come faccio a sapere che è roba letta da una wikia: Antonioni non ha mai parlato di trilogie, non ha mai parlato di progetti separati, non ha mai parlato di una progettualità così metodica, semplicemente perché Antonioni è un artista e gli artisti non pensano per trilogie e non fanno serie tv dopo 25 anni se non per soldi. Ma questo, al solito, Settis lo saprebbe avesse mai parlato o letto qualcosa di un qualunque artista, ma sono evidentemente più utile le wikia.
Con Blowup, per la prima volta in una filmografia che è partita dal Neorealismo per poi tramutarsi in una sua degenerazione (come hanno fatto in maniere diverse altri, dal personalismo onirico di Fellini al grottesco politicizzato di Pasolini)
Il neorealismo è tipo l'Era gimmick del Wrestling, bello, il post-neorealismo è l'Attitude Era, c'è Pasolini con la gimmick del grottesco politicizzato che è tipo Goldust, Fellini con la gimmick del personalismo onirico tipo Val Venis, termini che non significano assolutamente nulla e che immagino gli stessi autori ripudierebbero. Ah, se solo invece di andare a vedere i cazzo di Death Grips si parlasse mai con un artista.
Antonioni osserva la modernità come filosofia dello sguardo cinematografico e fotografico, puntando meno sul sensoriale e più sull’allegorico, meno su De Chirico e più su David Hockney
Oggesù, qua devo dividere in 3 sezioni una frase di una riga e mezzo, cioè. "Antonioni osserva la modernità come filosofia dello sguardo cinematografico e fotografico" cioè la modernità si fonda come pensiero sullo sguardo fotografico? Ma non è vero, è il film che è una riflessione sullo sguardo fotografico, che c'entra la modernità? Al massimo è lo sguardo che è moderno, ma da quando la modernità si personifica e può creare una filosofia? Si parla sempre di riflessioni, Settis, il film riflette sullo sguardo moderno, non è l'artista che s'adagia al moderno come riflessività metacinematografica. "puntando meno sul sensoriale e più sull’allegorico, meno su De Chirico e più su David Hockney" quindi questa sarebbe la rottura dell'Antonioni esterofilo? Quando mai è stato sensoriale il cinema di Antonioni? La sparizione ne L'Avventura non è un'allegoria? Il finale de L'Eclisse o Deserto Rosso non sono allegorie? E in che cazzo di Mondo DE CHIRICO sarebbe sensoriale e non allegorico? Si parla di metafisica, di Mondo come rappresentazione, cioè come allegoria. Settis, non so perché ti si debba spiegare tutto, ma ecco quello a cui non arrivi: in De Chirico la verità è irraggiungibile e il Mondo un enigma, in Hockney c'è la consapevolezza di una salvezza, fine. Questa è la differenza unica tra questi due e tra l'Antonioni prima e l'Antonioni di Blow-Up, non c'è alcuna rottura. Quindi "Antonioni osserva la modernità come filosofia dello sguardo cinematografico e fotografico, puntando meno sul sensoriale e più sull’allegorico, meno su De Chirico e più su David Hockney" non è vero perché il pensiero sullo sguardo fotografico c'era già nei film precedenti e quello che è cambiato ora è solo la volontà dell'autore di mettere quello sguardo come soggetto del filmico, basta, sul serio, leggere qualunque scritto critico o teorico su Antonioni, qualunque, perché chiunque abbia scritto di Antonioni ne vede l'assoluta coerenza, ma lui parte da una citazioni wikiana trovata casualmente e se ne esce con "fuori dal tempo" per poi dirci che osserva il moderno. Oggesù.
usando per la prima volta nella propria carriera il colore e usandolo in maniera rivoluzionaria facendo piombare il mondo in colori freddi, spenti e grigi facendo risaltare dal nulla il rosso e il verde di pseudo-vitalità sfumate
Utilizzerei qualche altro gerundio per legare insieme proposizioni, sia mai utilizzare altre congiunzioni. Ha fatto il classico, il classico.
Antonioni con Blowup prosegue la propria ricerca interiore e storiografica di un qualcosa che trascenda il significato
Wow :boh: "la ricerca di un qualcosa che trascenda il significato" :boh: Wow
La modernità di Blowup, oggi, risulta sempre più devastante e veritiera, a partire da quei titoli di testa che suggeriscono movimento e immagine attraverso le parole, come già mostrando una possibilità di visione oltre i buchi e le fessure della costruzione cinematografica, 40 anni prima che Lynch li mettesse in gioco come neo-bruciature di sigaretta digitali in INLAND EMPIRE (2006).
1- titoli di testa come pretesto
2- "come già mostrando"
3- Lynch
Per le strade sfreccia una “rebel youth” pre-sessantottina, come quella su cui Godard avrebbe affettuosamente ironizzato a suon di Mao Mao con La chinoise l’anno seguente, e sono già figure iconiche, beatlesiane negli intenti apparentemente anarcoidi ma mascherate come Marcel Marceau o Harpo Marx, rimaste nell’immaginario collettivo al punto da essere citate pure nella cultura pop odierna, come nello splendido video del singolo radiofonico del remix di Robin Schulz di Prayer in C di Lily Wood & the Prick, che mette in scena una manifestazione postmoderna di simili figure
impatto iconografico giovanile ha presto fatto presa nel cinema, che sia una satira grottesca sul neo-fascismo che ha cominciato progressivamente a colpire il Regno Unito come Arancia Meccanica (1971) o un flusso pop sulla contemporaneità come Spring Breakers (2012), che sia un prodotto indie del cinema di matrice sociale americana come American Honey (2016) o un ballo spirituale a bordo piscina in Song to Song (2017)
Lo stesso immaginario per tutti. Non mi va neanche di commentare le teorie sul pre-68 va, bisogna solo ringraziare che non parli di sociologia o politica.
Il protagonista, il fotografo Thomas interpretato da David Hemmings, esce da un ritrovo per senzatetto in cui ha scattato fotografie riecheggiando le uscite degli operai filmate dai Lumière, mentre un treno in sottofondo procede silenzioso: sin dall’inizio sembra che la nascita del cinema insegua lo sguardo dello spettatore, come riecheggiando un qualcosa che va messo nuovamente in scena attraverso nuovi dogmi e canoni
Il Peeping Tom (1960) di Powell insegna: l’occhio uccide, fa perdere la vitalità, blocca in un istante (o in 24 frame al secondo) i corpi. E se in Antonioni la cosa più importante è la comunicazione, o l’assenza di essa, Blowup mette in scena la crisi di questa comunicazione attraverso le macchine, intuendo già, prima di molti se non di tutti, che il nuovo occhio è quello tecnologico, l’Hal 9000 di 2001 oppure, spostandosi sul digitale, la scatola vitrea del secondo episodio del revival di Twin Peaks (2017).
Ma l’occhio non solo uccide, con il proprio cinismo calcolatore – lo stesso occhio maschile che sovrasta, o tenta di sovrastare, le vittime/donne dal DNA corrotto negli ultimi film auto-critici di Sion Sono, come Tag (2015) e Antiporno (2016).
Con un’indagine a ritmo di jazz di Herbie Hancock, i cui ritmi e le cui modalità hanno ispirato film come La conversazione (1974) di Coppola, (sin dal titolo) Blow-Out (1981) di De Palma e Blade Runner (1982) di Scott
E l’irresolutezza si conferma con la scomparsa delle fotografie e delle certezze, una sorta di atto castrante del quale Strade Perdute (1997) di Lynch è un controcampo, con l’assenza delle certezze che diviene compenetrazione col cinema e non privazione di esso
Per mascherarsi, insomma, come negli altri demoni filmici di quell’aspro e lontano 1966, la maschera di Persona di Bergman (che di Antonioni apprezzava solo questo film – e l’interpretazione di Jeanne Moreau nel film del 1961 La notte), l’occhio asinino di Au hasard Balthazar di Bresson, la libertà di Le margheritine di Věra Chytilová, l’arte immortale attraverso il passaggio al colore di Andrej Rublëv di Tarkovskij
In un grande, enorme discorso sullo sguardo, uno dei più importanti di tutto il cinema di finzione, insieme a Un chien Andalou (1929) di Buñuel, l’occhio assassino sia di Peeping Tom sia di Orfani, uccelli e pazzi (1969) di Jakubisko, Céline e Julie vanno in barca (1974) di Rivette, buona parte dei primi film di Godard e Truffaut, e, ovviamente, Eyes Wide Shut (1999) di Kubrick – e comunque di certo svariati altri
In tutta la recensione, a parte Hockney e De Chirico, non c'è una citazione che non sia cinematografica. Mio Dio.
Il regista diventa affascinante (come mai?) stupratore, usa l’obbiettivo come estensione fallica imponendosi da sopra sulla donna, orgasma con uno scatto lasciando la modella Verushka per terra, delusa – alienata.
Non molto diversamente da quello che succede con la tipa con l'acne quindi
è insomma quest’atteggiamento a portare il regista/fotografo/Thomas di fronte a un annullamento auto-apocalittico, per l’occhio e per l’immagine filmica stessa; un lungo processo mortifero, l’occhio che uccide diventa anche l’occhio (meccanico) che nota, più dell’occhio umano, i particolari e le particolarità del reale. La macchina fotografica supera il reale, grazie alla fissità
k. Quant'è noioso tutto il resto diobono, m'ha messo depressione questa recensione, mi sa che anche questa rece ha l'annullamento auto-apocalittico

Voto: Immagine per la prima parte

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Karl Gotch
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Karl Gotch »

Quella di Fellini neorealista all'inizio della carriera è un'idea che vedo abbastanza diffusa, ma che sarebbe ora di eliminare
Forse deriva dal fatto che Fellini ha partecipato alle sceneggiature di Roma città aperta e altra roba per Rosselini; ma questo non vuol dire nulla. Il Fellini regista è stato sempre lontanissimo da qualsiasi tipo di realismo

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Yourself is Steam »

Concordo molto, Gotch. Il Neorealismo è un movimento letterario, non cinematografico, ma per una serie di coincidenze storiche (ad esempio la distruzione per via della guerra degli studi cinematografici e quindi la necessità di fare le riprese all'aperto) viene fatto coincidere certo cinema con il movimento letterario al tempo predominante nella cultura italiana. Ma la scrittura scenica in realtà non era affatto moderna, Visconti ad esempio riprendeva il Verismo e infatti molti studiosi non lo fanno rientrare nel neorealismo, Rossellini piuttosto che per RCA lo fanno rientrare per Paisà, De Sica e De Santis invece potrebbe pure rientrarci, al tempo invece inserivano nella corrente anche cose palesemente d'altro tipo ad esempio i melò di Matarazzo. L'unico del post-neorealismo che si avvicina al neorealismo è ovviamente Pasolini e infatti i suoi primi romanzi sono ad esso ascrivibili, ma si parla del Pasolini di Accattone allora, non certo quello successivo.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Archer »

Mi appoggio al tuo desiderio di leggere i suoi temi delle superiori. I suoi testi vogliono rappresentare tutto ma sono il nulla (visto Settis anch'io [ho padronanza delle parentesi] posso creare sillogismi che non significano niente), ammorbati da quel citazionismo psicotico che ti fa completamente perdere il filo di cosa stia provando ad affermare. E usale ogni tanto le coordinate.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Jeff Hardy 18 »

Mi illuminate su chi sia il soggetto in questione e del perchè lo leggiate? Perchè è altamente imbarazzante.


Per mascherarsi, insomma, come negli altri demoni filmici di quell’aspro e lontano 1966, la maschera di Persona di Bergman (che di Antonioni apprezzava solo questo film – e l’interpretazione di Jeanne Moreau nel film del 1961 La notte), l’occhio asinino di Au hasard Balthazar di Bresson, la libertà di Le margheritine di Věra Chytilová, l’arte immortale attraverso il passaggio al colore di Andrej Rublëv di Tarkovskij

Cita:
In un grande, enorme discorso sullo sguardo, uno dei più importanti di tutto il cinema di finzione, insieme a Un chien Andalou (1929) di Buñuel, l’occhio assassino sia di Peeping Tom sia di Orfani, uccelli e pazzi (1969) di Jakubisko, Céline e Julie vanno in barca (1974) di Rivette, buona parte dei primi film di Godard e Truffaut, e, ovviamente, Eyes Wide Shut (1999) di Kubrick – e comunque di certo svariati altri


Ma perchè? Perchè mi citi che Bergman adorava Blowup e basta di Antonioni? A cosa serve? Perchè per spiegare la cosa dello sguardo mi citi a cazzo venticinquemila film in cui l'occhio/sguardo hanno un ruolo?

Cioè come se: "Mahal/Orton, perchè quell'armbar prepotente e predominante che dal punto di vista della realtà della finzione wrestlinghiana riporta alla memoria Chris Jericho (1997) e la sua lista (1997 remake 2017), Dean Malenko e non citiamo Orton/Cena e i pedardi tachicardici e palesemente catartici nella realtà decontestualizzata di 60 minuti di incontro quasi come a richiamare i Maestri Thesz o Flair."

Non ho detto nulla, ho usato parole a caso e citazioni altrettanto a caso.

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