__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
19.11.2015
Dieci anni sono abbastanza per rendere la morte e il panta rèi una prospettiva accettabile anche nella peggiore delle vite.
In dieci anni la gente cambia scuola, amici, lavoro, ragazze, prospettive occupazionali. Cambia l'idea che uno si fa della morte - probabilmente - perché in dieci anni pure il fanciullino più imberbe, candido e ingenuo si accorge, quando vede qualcuno tirare le cuoia, che per quanto si possa addolcire la pillola la morte un giorno toccherà pure a te (e verrai, a un certo punto, dimenticato). La morte sta lì, ti attende, comodamente. E si rigira i pollici mentre tu ti affanni. Ti porta via una cosetta alla volta.
Un amico, una ragazza. Una prospettiva occupazionale.
Di solito, per fortuna, dieci anni sono sufficienti anche ad elaborare un lutto e l'idea della caducità della vita.
Per non dire superare l'idea che non diventerai imperatore dell'universo.
Ma la morte è la morte; la conclusione. Tutto finisce con la morte. Qualcuno a questo punto, non senza una certa cognizione di causa, ricorderebbe che prima, però, c'è stata la vita. Quand'è così, non è della vita che vale la pena parlare?
Tipo, com'era la vostra vita in quel 2005?
Com'era, la mia, di vita?
Nel 2005 la vita di Eddie Guerrero si apprestava a concludersi. Con un Dio o chi per lui che, appunto, di "ladrata", chiude il libro della sua storia con un finale un po' del cazzo. Di scatto. Così di scatto che Eddie Guerrero va' al bagno e non esce mai più.
Una storia di fondo del barile, redenzione e rinascita che si conclude mestamente, in un'anonima toilette di un'altrettanto anonima camera d'albergo di Minneapolis. Il protagonista steso a terra con spazzolino ancora in bocca e il cuore fermo.
Forse, se Eddie Guerrero fosse stato veramente un baro e un ladro, qualcuno avrebbe parlato di giustizia poetica perché la vita gli è stata veramente sottratta a un palmo di naso. Scippata. Ho questa immagine di uno yuppie in giro per le strade di El Paso (chissà, ci saranno gli yuppie nelle strade di El Paso?): "ehi, ho ottenuto la mia prima busta di gratifica dopo cinque anni di lavoro! Ho imparato a essere un dipendente modello, Dio!"; e arriva Dio che si abbassa, si cala dall'alto dell'iperuranio e con due dita gigantesche, te la sottrae. Fa il gesto del "marameo" e si porta la gratifica su nell'iperuranio.
Perché?
Qualcuno direbbe che è nella natura delle cose. Come la storia dello scorpione e della rana - ironico, che subentri una "rana" nel contesto, dico.
Eddie Guerrero è morto perché era nella natura delle cose. Perché il suo fisico non avrebbe potuto reggere più il peso delle sue aspirazioni e delle sue passioni. Chissene della lunga riabilitazione da alcool e antidolorifici, chissene della scalata alla gloria nell'immaginifico universo del pro-wrestling. Chissene delle figlie senza padre, della moglie, degli amici.
Chissene pure dei fan. Lo sgarro ai fan fu ben percepibile. Quello sì, eh. In questo senso sì che fu una ladrata. Ironia come la storia di Pagliacci, solo con tutta la città che piange alla fine.
Oggi mi ricordo bene chi ero e mi ricordo bene dove mi trovavo.
E dieci anni fa, ovviamente, ero un bambino. Mani morbide e pacioccose di chi è abituato a troppa Playstation fin dalla più tenera età. Annusavo il liceo, assaggiavo il desiderio di emancipazione; mi portavo ancora dietro i beniamini della pre-adolescenza, quei simpatici omoni che si menavano per finta. Il mio preferito, Eddie Guerrero, appunto, stimolava in me quelle considerazioni fantasiose del tipo "puoi anche non essere il più bravo, ma se hai cervello e ci provi con le unghie e con i denti forse ce la fai". Ennesima ironia, considerando che comunque andasse Eddie era uno dei più dotati ed esperti dell'intero roster WWE. Un po' come un Mastroianni di turno che si riduce a comparsa, a macchietta, per il diletto dello spettatore.
La cornice intorno a Eddie Guerrero mi piaceva. Ed è paradossalmente quello che l'ha reso più grande. Eddie mi piaceva perché era un underdog, e non l'underdog senza macchia e paura chepoicomunquetantocelafa' per il grande cuore alla Rey Mysterio; Eddie era uno che usava ogni espediente possibile, che librava tra lecito e limiti del lecito. Uno che ammette le sue debolezze e ci prova comunque, sghignazzando, provando a fregare tutto e tutti con furbizia.
"La guerra si fonda sull'inganno", diceva Sun Tzu. Guerrero, in un mondo di superuomini che menavano prima di riflettere ed erano disposti ad affrontare eserciti da soli, ne faceva un mantra.
Sguardo mascalzone, ammiccatina al pubblico come a dire "ehi, guardate che siete miei complici, 'sta cosa la si fa tutti insieme". Poi magari perdeva lo stesso - a onor del vero, capitava spesso -, nel frattempo però tutti erano stati complici. Tutti erano Eddie. Se vinceva era festa, se perdeva perdevamo anche noi.
Il 13 novembre del 2005, rientravo dopo un pomeriggio passato pigramente alla Play con un amico.
Era uscito il nuovo gioco WWE, avevo giocato a casa del vicino. Oggi il vicino, per la cronaca, vive sempre con i suoi e vorrebbe ancora giocare alla Play di tanto in tanto, ma gli è arrivato un figlio in contropiede. Ergo, nisba.
Dieci anni fa, comunque, poteva ancora giocare. Si gioca una curiosa storyline che mette Eddie Guerrero contro Undertaker, ci si saluta, si torna a casa, ci si connette alla home page di Tuttowrestling da buon "lol che nerd" e ci si ritrova, il 13 novembre 2005, questa homepage: Eddie Guerrero è morto. Lo dice anche la WWE.
Per una frazione di secondo è un "no, ma dai". Poi, per qualche motivo assurdo, si inizia a piangere manco fosse morto un parente.
Lì per lì non mi seppi spiegare il perché. Mio padre, in un momento di notevole raffinatezza intellettuale e affettiva, mi confessò che pur non comprendo cosa trovassi di tanto fico in due che si pigliavano a mazzate per finta capiva perché mi fossi intristito; a lui era successa la stessa cosa con Bruce Lee quando era piccolo (erano i tempi in cui la gente scimmiottava Rocky provando a mandare giù le uova in bottiglia, rendiamoci conto! Cioè, altro che gente che "sì, ma è tutto finto, ve'").
Mi suggerì che, in altre parole, quando troviamo qualcuno che ci ispira in positivo, ci sentiamo anche emozionalmente investiti nella sua storia, proiettando in costui le nostre battaglie.
Allo stesso modo, vedere questa persona "perdere", capitolare rovinosamente per qualcosa che va al di là della propria volontà o piuttosto non per un diretto e immediato demerito è sconfortante, demotivante. Triste.
Vedere Eddie Guerrero, un essere umano debole ma coraggioso, in perenna lotta contro i suoi demoni e problemi, crollare sotto il peso dei conti arrivati in ritardo era come assistere, impotenti, a un naufragio della propria speranza. O un ingresso per il fanciullino non più imberbe, candido e ingenuo, nella vita che per te ha in serbo anche la morte.
Ma chi è Eddie Guerrero e perché ci si è appassionati alla sua storia? C'entra l'immenso talento? C'entra il fascino del mascalzone? C'entra la simpatia per il perdente in cui tutti ci ritroviamo? Proviamo a ripercorrerne i passi.
__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
o "How it wasn't easy being the son of Gory Guerrero".
[ "Io non posso entrare". Sul serio, eh. ]
Oggi, un aggettivo ben poco usato (perché in realtà sarebbe una perifrasi) per definire Eddie Guerrero, in effetti, sarebbe "outsider".
Paradossale, no? Perché nel wrestling ci nasce: figlio di Gory Guerrero, che in Messico, direttamente dopo Padre, Figlio e Spirito Santo (El Santo, Mil Mascaras, Blue Demon) è forse la stella più luminosa dell'intera, patriarcale cosmogonia della tradizione messicana.
Eddie Guerrero nasce a Ciudad Juárez nel 1967. El Paso, Texas, sarà la sua casa. Ed è un figlio di mezzo della storia. Padre importante, metà messicano, metà americano. A casa parla americano con il padre e spagnolo con la madre.
Un bimbo allegro e irrequieto, ma anche pigro e indisciplinato. "Quite a handful", direbbero gli americani. O "chilaquilas", come lo definiscono affettuosamente i genitori. Painus in your anus.
L'unica cosa che probabilmente si sa è che c'è una buona probabilità che finisca a fare wrestling. E ci finisce quasi subito: un po' perché il retaggio culturale è forte, un po' per famiglia, un po' per vocazione. La concorrenza c'è già in casa - i fratelli, tutti più grandi dai quindici ai vent'anni, Chavo, Mando e Hector faranno wrestling anche loro - figurati nel resto del paese.
Il primo, grande vantaggio per Guerrero sarà come prevedibile il nome: conoscerà gli El Santo, i Ric Flair e i Billy Graham grazie a Hector e a Gory. Terrà in considerazione seriamente, fin dai sedici anni, un'entrata nel business. Lo stesso business, a detta dello stesso giovane Guerrero, che gli viene presentato epurato di zuccherose pinzillacchere: il wrestling professionistico secondo il patriarca Gory Guerrero è un mondo duro e difficile, in cui lo sforzo individuale deve venire sempre commisurato rispetto al "greater good" della disciplina. La diligenza e la saggezza del padre saranno estremamente formativi e caratterizzeranno profondamente l'esperienza di performer del giovane: Guerrero manterrà sempre, al di là delle straordinarie doti di intrattenitore e atleta, una considerazione di sé e del proprio lavoro in una luce molto umile, non diversa da quella - forse - di una formica operaia che si relazione con un più grande formicaio. L'immagine di quella moderata eppur rassicurante insoddisfazione del padre circa i suoi progressi, durante pomeriggi interi passati a provare ogni sorta di caduta e presa che Eddie ricorderà sempre con un luminosissimo sorriso, fungerà da simulacro per un'esistenza improntata al migliorarsi continuamente senza mai sentire di essere veramente arrivato. Guerrero considererà anche i suoi match più riusciti (si pensi al celeberrimo tag team di AAA: When Worlds Collide, un incontro che fungerà da spartiacque culturale per l'ingresso vero e proprio dei messico-chicani nell'ambiente major degli anni '90, o ai match con Malenko in ECW qualche anno dopo) semplici prove "oneste" di un onesto performer.
I might as well have been dreaming.
[ La Pareja Atomica originàl, imitata ma effettivamente ineguagliabile. ]
La EML (oggi "Consejo Mundial De Lucha Libre") che nell'87 era già presente sulla piazza da oltre un cinquantennio, è la federazione più vecchia del mondo, non solo in Messico, ma nel mondo.
Con il peso di un cognome importante come Guerrero (solo temporaneamente rinnegato in favore dell'alias di Mascara Magica) in una federazione importante come la EML, l'ormai giovane virgulto pronto a farsi un nome - per sé, oltre a quello di famiglia - troverà un altro sangue blu in una condizione simile: El Hijo Del Santo, figlio dell'amico di famiglia nonché Messia del wrestling El Santo. Si potrebbe aprire un intero capitolo su El Santo, ma almeno in Messico, sarebbe riduttivo parlare di popolarità. El Santo è, perlopiù, un fenomeno di culto: non solo, stringendo opportunamente la lente sul business, è l'equivalente di un Hulk Hogan per il Nord America; egli è un vero e proprio supereroe, un portatore di valori della cultura messicana contro l'oppressione - con un, a tratti sottile e a tratti no - rimando storico all'oppressione, di cui El Santo era un idealizzato oppositore. Santo era più di un wrestler: era lo zeitgest messicano. Dedicati a lui film, serie TV, cartoni animati, una statua nella città e il funerale più maestoso della storia del Messico. Gory Guerrero, considerato soprattutto un grande fabbro nella fucina del wrestling, dal canto suo rientrava comunque in una top 5, possibilmente top 10 della storia messicana. Si può dunque immaginare cosa fosse un tag team dei due.
Chiusa la digressione su El Santo e giungendo al tag con Gory, appunto, egli e Gory Guerrero avevano formato decadi prima la Pareja Atomica, uno delle alleanze più importanti dell'intera scuola messicana storica (un po' come se Gesù e Abramo si fossero messi in tag team): il rimando sarebbe venuto da sé e la (nuova) Pareja Atomica divenne ben presto una realtà nel booking della AAA. Onor del vero, l'intuibile progetto di farli crescere insieme, per poi splittarli e impostare un feud tra il giovane Guerrero e il giovane Santo sembrava una prospettiva ancora più allettante fin da subito. L'invidia, galeotta, di Eddie - che aveva già attirato su di sé notevole heat in passato per essersi, udite udite, smascherato volontariamente nei panni di Mascara Magica - nei riguardi del babyface Hijo porterà a uno split; la storyline, invece, porterà Eddy vero un programma alquanto ardito e sicuramente destinato a suscitare scalpore in un contesto fortemente conservatore e attento alla tradizione come il Messico. Eddy - supportato da una nuova stable - farà propri i colori della bandiera americana e, durante la sua transizione a rudo, enfatizzerà la componente ammerigana della sua eredità socio-culturale.
Il risultato, inutile a dirsi, è un risultato monumentale per tutte le parti coinvolte. Guerrero è un cattivo naturale, con 'Love Machine' Art Barr, Konnan e il resto della cricca diventa un heel odiato come pochi altri nel corso della storia: Santo, al contempo, ascende a portatore di valori e baluardo della cultura messicana e della tradizione. Il conflitto è culturale, ideologico. E Guerrero è un cattivo credibile e detestabile come pochi altri, proprio per il suo ruolo di "provocatore" da oltrefrontiera e di ingrato voltagabbana.
L'heat per "La Pareja del Terror" (il tag Barr/Guerrero) e i "Los Gringos Locos" (la stable) - e il loro ruolo di feticcio semi-xenofobo - vorrebbe rivaleggiare quello dei Four Horsemen e non si può negarne l'indiscusso successo. Santo e Guerrero si scontreranno svariate volte, seconda edizione di TripleMania compresa in un eccellente match a più uomini - tra cui un Jushin "Thunder" Liger preso in prestito dalla NJPW. Tutti, tuttavia sia aspettano un match risolutivo e meno dispersivo, che trova, ben presto un'ideale rappresentazione scenica in un PPV costruito a hoc: When Worlds Collide, che verte proprio sul tema del "Mexico vs. Rest of the World", in cui il prodotto messicano viene contaminato dalle influenze nord-americane. Il match tra i Los Gringos Locos e El Hijo Del Santo & Octagon è uno dei Main Event, in cui l'onore viene cristallizzato nella maschera contro lo scalpo. L'hype alla vigilia è alle stelle.
_________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
[dailymotion][/dailymotion]
[Momento epifanico da grande match: il diving double-axe handle dalla terza corda verso fuori ring a circa tre quarti dell'incontro di Liger. Atterrando in piedi, si suppone che le ginocchia in titanio dovessero avere un prezzo accettabile nel '94.]
[dailymotion][/dailymotion]
[Momento epifanico da grande match: Barr si distrae, Guerrero viene pinnato da Octagon. Il cameraman zooma su tre signore tra i quaranta e i cinquanta che festeggiano come se fosse il 1846, ai tempi della guerra di Mr. Polk.]
Ciò che ne esce è un instant-classic: se l'azione sul quadrato legittima Eddie come giovane dal notevole talento e capacissimo nel farsi odiare, il match di "When Worlds Collide" mette in mostra le doti di tutti e quattro i coinvolti: acmè della storyline tra Messico e Anti-Messico, verrà premiato da stampa e fan come tag team match del '94. Oggi, 2015, è generalmente considerato dalla stampa specializzata come il tag team match più riuscito dell'era moderna in Nord America, non solo per l'incredibile promozione, l'hype generato e l'adrenalinica azione sul quadrato, ma anche e soprattutto perché sarà proprio grazie alle perfomance degli atleti coinvolti all'interno di "When Worlds Collide" - di cui il già citato Santo/Octagon vs. Barr/Guerrero è sempre risultato il fiore all'occhiello - che wCw e ECW allungheranno l'occhio verso il Messico, iniziando la massiccia opera di importazione di talenti chicani. Meno Barr, purtroppo, che morirà, tragicamente giovanissimo, di lì a poche settimane per un attacco cardiaco. Per Eddie, 26enne, dopo "When Worlds Collide", ci saranno due svolte di carriera fondamentali: deciderà di utilizzare la plastica Frog Splash di Art Barr in onore del defunto amico e verrà preso in considerazione da un certo Paul Heyman di Philadelphia, Pennsylvania.
E questo non solo per i 90s di Eddie Guerrero in Messico, ma anche per una cospicua fetta della carriera vissuta, in quegli stessi anni, in trasferta come "gaijin".
You'll feel like a sheik, so rich and grand.
[Testimonianze suggeriscono di come sia costume, in Giappone, regalare al tuo migliore amico un German Suplex con bridge.]
Il primo frutto della permanenza/intermittenza in Sol Levante sarà Black Tiger II, gimmick con cui Guerrero verrà presentato al pubblico nipponico fin da subito. Perché Black Tiger e perché II? Iniziamo da Black Tiger, o più precisamente Tiger Mask: la gimmick, che è un omaggio esplicito alla celeberrima serie manga/anime, nasce con Satoru Sayama ed è un tentativo - peraltro riuscitissimo - della NJPW di aumentare l'interesse verso la categoria Junior, equivalente ossia della divisione cruiser/ light-heavyweight. Questo al di là della discrepanza con l'opera originale, in cui Tiger Mask - Uomo Tigre nella versione italiana - è presentato come soprattutto un fruitore dello "strong style" - uno stile che fa dello striking e delle sottomissioni il mezzo principale per ottenere la vittoria, figlio della scuola di Inoki.
La buona riuscita di Tiger Mask fu nondimeno apprezzabilissima, creando perlopiù benessere i talenti che si passarono la maschera (uno tra tutti, Mitsuharu Misawa) e fu ostacolato solo da un'ascesa altrettanto clamorosa nella divisione junior (l'uno su tutti, Jushin Liger). In ogni caso, prendendo a piene mani dal manga, fu traslata sul ring del puroresu una delle nemesi di questo eroico lottatore: Black Tiger, curiosamente interpretato da soli gaijin fino a pochi anni fa. Guerrero, seconda incarnazione, non avrebbe mai feudato con il più celebre Misawa che, proprio in quegli anni, rigettò la maschera per combattere nei panni di se stesso (al contrario, Chavo Sr. avrebbe avuto l'onore): gli avversari che si ricordano in questo stint sono, tuttavia, molti altri insieme a Koji Kanemoto/ Tiger Mask III: oltre al già citato Liger, Shinjiro Ohtani e The Great Sasuke, avrà infatti alcuni storici entrati nell'immaginario collettivo con un certo Wild Pegasus.
Ancora oggi, Guerrero è considerato - pressapoco all'unanimità - il Black Tiger di maggior successo. Parteciperà alla prima Super J Cup nel '94 della storia - torneo che si proponeva di agire come invitational-pretesto per riunire i migliori junior, in quello che è considerato tutt'oggi uno dei migliori e più prestigiosi show di wrestling mai visti, e vincerà il Best of Super Juniors nel '96 (nata con finalità pressapoco simili).
Il secondo frutto è l'amicizia con Wild Pegasus, ovvero Chris Benoit, che Guerrero non mancherà mai di ricordare - sempre molto affettuosamente - come un enorme motivatore professionale, oltre che worker cristallino. L'amicizia tra i due perdurerà per altri dieci anni. Così simili in stazza e stili e al contempo così diversi nella personalità (festaiolo Guerrero, individuo molto "no-nonsense" Benoit), un interessante aneddoto spesso citato dai due racconta di come, nel corso di una delle loro prime bout, Benoit stesse provando a suggerire a Eddie le mosse dopo averlo colpito con un enziguri parecchio stiff: Guerrero, abbastanza rintontito e incapace di seguire il ritmo dell'incontro, fu dunque costretto a subire l'offensiva di Benoit che dopo aver provato a concordare il flow dell'incontro a più riprese e offeso dall'atteggiamento non collaborativo di Eddie, sentenziò con un sano "fuck it" e prese a gonfiare Eddie come una zampogna in maniera ancora più stiff. I match tra i due, significativi, saranno alcuni fondamentali riferimenti alla formazione di Guerrero, che dopo aver padroneggiato lo stile acrobatico misto a qualche dettame di mat-wrestling della EML/AAA, si troverà a fare i conti con lo stile più posato e ponderato, caratterizzato da tempi narrativi distesi e focus sull'elemento puramente psicologico, dosato e chirurgico, del puro.
__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
[dailymotion][/dailymotion]
[Momento epifanico da grande match: il chain-wrestling con annessi capovolgimenti di fronte tra Ohtani e Sasuke a circa sei minuti, in cui l'uno esplora il corpo dell'altro come probabilmente avranno osato in tutta la vita solo le rispettive consorti.]
[dailymotion][/dailymotion]
[Momento epifanico da grande match: lo scambio funambolico, a tredici minuti circa, dopo la pronunciata attenzione dei due per il mat-wrestling; dal monkey flip in cui Eddie atterra in piedi fino al suicide dive di Kanemoto.]
[dailymotion][/dailymotion]
[Momento epifanico da grande match: quando ti accorgi che Benoit è l'unico che può trasformare le resting phase in spot dove il pubblico si alza in piedi.]
Match #7: Jushin "Thunder" Liger vs. Black Tiger II (NJPW: Best of the Super Juniors III)
[dailymotion][/dailymotion]
[Momento epifanico da grande match: la Black Tiger Bomb a due minuti dalla fine e la reazione del pubblico al kick-out di Liger.]
o "How I learned to love Paul Heyman and stop worrying about Big Daddy Cool".
2.1. A young cowboy named Billy Joe grew restless on the farm
A boy filled with wonderlust who really meant no harm
He changed his clothes and shined his boots
And combed his dark hair down
Don't take your guns to town, son
Leave your guns at home, Bill
[ No, nessuno dei due ha una pistola nei calzoni. E no, nessuno dei due è felice di vedere l'altro. ]
Andiamo avanti, ma con ordine: si può dire che, nel 1995, al suo ingresso in ECW, più che outsider fosse una sorta di "international sensation". Ben noti, ormai, i suoi trascorsi in Giappone - da cui si ritirerà per un anno per fare il performer in ECW - e soprattutto in Messico, con il favore della stampa specialistica che Guerrero si porta dietro da "When Worlds Collide". Il contatto tra Heyman e Guerrero è diretto e stretto: i due si sentono spesso per telefono e il promoter ha, fin da subito, grossi piani per sfruttare il talento del messicano. "The Shooter", Dean Malenko, presente nella promotion di Heyman già da un anno prima, viene quasi immediatamente percepito come ideale nemesi: molto, molto simili negli stili (Guerrero aveva già avuto modo di approfondire il capitolo mat-wrestling in NJPW), i due sembravano il veicolo perfetto attraverso cui Heyman sperava di ingraziarsi, come era sua intenzione da almeno un paio d'anni, lo zoccolo duro di fan di simpatizzanti del puroresu che - tra '92 e '94 - avevano avuto occasione di assistere a star internazionali in opera attraverso le nuove politiche collaborazioniste di AAA, ECW e wCw stessa (la WWF, nel frattempo, restava perlopiù chiusa in se stessa e nel suo folklore, processi multimilionari per steroidi anabolizzanti a parte).
Eddie Guerrero, cionondimeno, non sarà altro che un investimento a metà di un cospicuo flusso di talenti di origine nipponica e messicana comprendente (tra i vari) Tatsumi Fujinami, Ultimo Dragon e Rey Mysterio Jr. prima; Psychosis, Juventud Guerrera e Tiger Mask poi.
Ma torniamo a Dean Malenko: a fronte di ottimi programmi portati avanti con gli stessi Mysterio e Dragon, trova in Eddie Guerrero, come già detto, un avversario estremamente congeniale. Dirottato da un feud con Sean "Syxx" Waltman a un feud con lo stesso Malenko, la faida con Malenko occuperà praticamente tutta la permanenza di Eddie in ECW e - addirittura - avrà così tanto successo da essere "rilevata" in toto e riproposta pari pari dalla wCw: i match, che occupano un posto speciale per critica e fan, sono praticamente veri e propri bignami del mat-wrestling e si spalmano in un periodo che va dalla primavera alla fine dell'estate '95 in ECW.
Dopo l'acquisto, da parte della sorellona/sorellastra wCw dei due - strappando letteralmente il giocattolo dalle mani di Heyman - i due continueranno a feudare, stavolta alla corte di Bischoff, nella speranza che continuino a partorire classici. La lunghissima serie in ECW resta, tuttavia, il punto più alto del feud nonché crème de la crème del mat-wrestling degli anni '90.
__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
[dailymotion][/dailymotion]
[Momento epifanico da grande match: il doppio dropkick a vuoto e lo stand-off messicano che consegue a sei minuti, dopo una sequenza da un punto di vista anabolico ai limiti dell'impossibile, iniziata un minuto e mezzo prima.]
[dailymotion][/dailymotion]
[Momento epifanico da grande match: accorgersi di essere entrati in un bizarro world quando il pubblico "e-c-dub" si comporta come il pubblico NJPW, applaudendo educatamente a ogni proiezione un po' più elaborata.]
[dailymotion][/dailymotion]
[Momento epifanico da grande match: sarebbe sufficiente il pubblico indemoniato dall'inizio alla fine (sul serio, cioè, roba che oggi la WWE non ci riuscirebbe nemmeno riempendo il MSG), ma, in ogni caso, il plebiscito pro-Guerrero che esplode durante il primo comeback ai danni di 2 Cold Scorpio, che termina in un doppio arm-drag difficilmente ripetibile senza una congiunzione astrale.]
They think so small
They use small words
But not me
I'm smarter than that
I worked it out
I've been stretching my mouth
To let those big words come right out
[ La mamma di Eric Bischoff è una baldracca! ]
Negli anni successivi, Guerrero non farà mistero dell'attrito tra lui e il management e il malcontento che inizierà a caratterizzare la sua permanenza. Nonostante giunga, infatti, dalla ECW come uno dei più over e talentuosi elementi del roster, non verrà mai visto come materiale da giro titolato a causa dello stigma di junior/cruiser, se non per un breve periodo iniziale in cui viene - curiosamente - messo in un programma con i Four Horsemen. Non saranno tuttavia soltanto booking e salario a creare controversie; anche i giochi politici del backstage non tarderà a risultare indigesta a Eddie. Egli non lesinerà critiche e parole al vetriolo circa l'errore di lasciare considerevole potere decisionale in mano a elementi interni al roster (la famigerata clique di ex-WWF), motivo tra vari che lo porterà a furiosi litigi con Bischoff. Comunque, Eddie ricorderà la wCw successiva a Bash at the Beach '96 come un vero e proprio "luogo di terrore", in cui era impossibile coordinare uno show e avere un programma definito fino alla messa in onda dello stesso. Anche quando lo show era finito, gli animi non si placavano e c'era sempre qualcuno a cui non era andato bene qualcosa.
In ambito storyline, la cristallizzazione di quel worked-shoot che andava per la maggiore sotto la tenura di Russo, sarebbe stato il Latino World Order (prima, e i Filthy Animals poi). L'LWO, parodia del ben più tenebroso New World Order (prima, i Filthy Animals poi), porrà Eddie come leader della stable e a dispetto di una collocazione nel midcard avrà un merito fondamentale: permetterà, ossia, a Eddie Guerrero di ritagliarsi un character finalmente ben definito e segnerà il primo passo verso la sua affermazione nell'extra-ring in piena maturità come performer WWE. Non solo verranno usati come fonte d'ispirazione per il character di "Latino Heat", ma anche per quello che poi sarà la declinazione più caratteristica del Guerrero istrione del "lie, cheat and steal".
Nella wCw, una lunga parentesi piena di chiaroscuri, Guerrero risulterà fondamentale nel rimpolpare la divisione cruiser e midcard con dozzine delle stesse solide prove che avevano caratterizzato il suo stint in ECW e NJPW: le sue battaglie contro Malenko, Ultimo Dragon, Kidman, Shinjiro Ohtani, Chris Benoit e Chris Jericho rimarranno un prodotto notevole a dispetto dei complessi e controversi retroscena lavorativi. Sarà, in ogni caso, proprio in wCw che egli avrà una delle faide più importanti - se non la più caratterizzante - della sua carriera, con un altro elemento preso dal Messico: Rey Mysterio Jr. Il match tra i due di Halloween Havoc '97, in particolar modo, assurgerà negli anni come match più famoso e premiato per il titolo Cruiserweight della storia. Un concentrato di dinamite che entrambi, Guerrero e Mysterio, ricorderanno a più riprese come miglior incontro in singolo delle loro rispettive carriere.
Dopo uno scorcio di carriera travagliato sotto molti aspetti, privati e non, Guerrero giungerà in WWE insieme al resto dei Radicalz (Benoit, Saturn e Malenko) in quello che verrà definito il simbolico "colpo di grazia" dato dalla WWF di Vince McMahon a Ted Turner. Il nostro Eddie ha, però, ballato al suono di una certa musica in maniera ardita e, come nel famoso racconto popolare - affermano gli inglesi e anglo-americani - giunge spesso il momento di "pagare il pifferaio magico" con un prezzo. Un prezzo che potrebbe essere esorbitante. Un prezzo che segnerà Eddie Guerrero, che apporrà su di lui un marchio di morte e condanna che si tirerà dietro da lì fino alla fine dei suoi giorni, non senza combattere per la vita ogni istante della sua esistenza.
[dailymotion][/dailymotion]
[Momento epifanico da grande match: lo springboard spinning heel kick di Ohtani, che tra esecuzione e selling attraversa l'intero ring. Geronimo!]
[dailymotion][/dailymotion]
[Momento epifanico da grande match: la Gory Special al contrario intorno ai quindici minuti, un improbabile capolavoro di ingegneria.]
[dailymotion][/dailymotion]
[Momento epifanico da grande match: c'è uno spot in cui metà dei performer al mondo si infortunerebbero mediamente ogni trenta secondi; comunque, a otto minuti e mezzo, durante la Camel Clutch di Eddie in cui questi prova a strappare la maschera di Rey per l'ennesima volta, l'inquadratura che permette di ammirare lo sguardo di puro terrore dell'avversario con entrambi gli occhi che sbucano dalla maschera sbrindellata.]