Thread molto interessante, per quanto non abbia le competenze per formulare un discorso omnicomprensivo e multidisciplinare vorrei proporre qualche spunto che magari potrà essere elaborato da chi ne sa più di me su specifiche materie.
Anno importantissimo che segna la fine del secondo conflitto mondiale e, di conseguenza, la ripresa, se non proprio la rivoluzione, della vita vissuta negli ultimi lustri in Europa: ritengo imprescindibile partire dal nostro paese per quanto avvenuto a livello cinematografico.
Sotto il fascismo, alla maniera dei nazisti (si pensi a Goebbels e alla Riefenstahl), il cinema in Italia fu privato di quelle componenti tipiche fino ad allora (in cui i due film più famosi, Cabiria prima e Quo Vadis? poi, erano kolossal storici molto imponenti e pacchiani a livello scenografico e recitativo) per essere veicolato come mero strumento di propaganda: alcuni film considerati anti-regime come La Grande Illusione di Renoir furono banditi (Lattauda, regista e direttore della cineteca di Milano, rischiò il carcere per averlo proiettato nel '41) ed occorre segnalare la creazione dell'Istituto Luce nel '24 per filtrare le informazioni e reprimere la piccola crisi mediatica suscitata dal delitto Matteotti, e l'apertura del Festival di Venezia, ancora oggi tra i più influenti al mondo (con l'ultimo Leone d'Oro, The Shape of Water, probabilmente vincitore di molte statuette importanti ai prossimi Oscar), nel '32.
Risulta quindi abbastanza scontato parlare del neorealismo e di Roma, città aperta, primo tassello della trilogia antifascista di Rossellini che era comunque già stato autore "di regime" con l'altra controversa trilogia del '41-'43 (La nave bianca, Un pilota ritorna, L'uomo della croce), quasi un prodromo dei film del dopoguerra: quest'opera segna, ancor più dei primi tentativi di Visconti e un anno prima di Sciuscià di De Sica, un punto di discontinuità con il passato, evidenziando temi quali la lotta di classe con un intento spesso moralista e fortemente realista (per esempio gli attori del mio film preferito del periodo, Ladri di biciclette, erano tutti non professionisti).
Il neorealismo si declina come periodo di basilare importanza nel nostro panorama cinematografico, in quanto movimento circoscritto ed unicamente circoscrivibile all'Italia perché profondamente radicato nel contesto geopolitico di poco antecedente e seguente la Liberazione, e non stupisce che anche tutti i grandi degli anni '60 ne siano legati in qualche modo: da Fellini, che nei primi anni di carriera adotta comunque un realismo più dostoevskijano ed individuale che "sociale" come De Sica o Rossellini, come si può notare ne Le Notti di Cabiria e ne La Strada, ad Antonioni, che con Cronaca di un Amore, descrivendo un operaio suicida per amore e non per tematiche sociali, segnala un punto di rottura con la morale tradizionale sia nostrana che transalpina (fu infatti allievo di Carné) anticipando di una decina di anni il principale intento alla base della Nouvelle Vague.
La scena più famosa ed emblematica di Roma, città aperta, in cui si può già notare il realismo e la dura presa di posizione contro l'occupazione nazista
Di musica non so praticamente niente ma mi sembra opportuno citare quanto accadde in Russia: Shostakovich, figlio della Rivoluzione, fedele agli ideali dell'Ottobre ma anti-stalinista convinto, compose La Nona Sinfonia in concomitanza con la fine della guerra: dopo il precedente binomio di sinfonie molto apprezzate (la Settima, conosciuta come Leningrado, esaltava la Russia e l'antifascismo e fu recepita con forte commozione da tutto il paese, mentre l'Ottava con i suoi toni lugubri è un ossequio verso tutti i caduti russi nella Guerra), ai piani alti si aspettavano un'opera maestosa ed esaltante da contrapporre ideologicamente alla Nona di Beethoven. Shostakovich, sentitosi probabilmente sotto pressione, compose invece una sinfonia molto più allegra, leggera e breve (circa mezz'ora quando le precedenti superavano l'ora) senza cori, toni trionfali o altro che potesse esaltare il regime, che si irritò moltissimo poiché considero l'opera una mancanza di rispetto verso i caduti e la bandì fino al 1955.
Oggi la sinfonia è stata rivalutata e considerata uno dei suoi lavori più importanti, sebbene abbia contribuito al mito che vede il compositore affetto da una forma di psicosi maniaco-depressiva, oggi probabilmente una forma di disturbo dello spettro bipolare.
La Nona eseguita da Kondrashin, molto vicino a Shostakovich
Per quanto riguarda le arti figurative, mi preme segnalare brevemente i lavori in America di de Kooning, Pollock e Rothko a cavallo tra espressionismo ed astrattismo: il primo, con Angeli Rosa (preambolo del più famoso Donna I), riduce la figura femminile a forme astratte cinque anni prima dell'importantissimo Scavo; in "Troubled Queen, si sente l'influenza surrealista su Pollock, che sulla tela rappresenta le proprie pulsioni inconsce tra cui, probabilmente, l'inquietudine generata dalla guerra; infine Rothko, con Idolo Arcaico, testimonia il misticismo di fondo dell'uso del colore nell'astrattismo, già riscontrato in Mondrian in Europa molti anni prima.
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