Dopo il grande successo su [nome del forum di Ankie redatto che l’ultima volta mi hanno bannato], arriva anche su TuttoWrestling Norris al ristorante.
Posterò pareri, impressioni, recensioni delle mie scorribande ai ristoranti di vario tipo e genere.
Ovviamente siete liberi di condividere le vostre esperienze, ricordandovi di questo e altri topic per la campagna “norrisjak for UOTY 2024”.
Norris al ristorante
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norrisjak
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Norris al ristorante
Ultima modifica di norrisjak il 04/01/2024, 22:41, modificato 1 volta in totale.
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Emperador Horace
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Re: Norris al ristorante
Dopo il rodaggio sulle TV locali sicuramente sarà un format di successo anche qui nel mainstream.
Magari aprirà un ciclo, chi lo sa?
Magari aprirà un ciclo, chi lo sa?
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norrisjak
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Re: Norris al ristorante
Osteria degli Assonica
Ristorante di fine dining, a Sorisole (BG), guidato dai fratelli Vittorio e Alex Manzoni, una stella Michelin dal 2022. Cucina con una forte base vegetale, impressa in tutti i piatti, con verdure e erbe direttamente dall’orto.
Link del sito per ulteriori dettagli:
Purtroppo niente foto che sono la parte più divertente 
Se mai capirò come aggiungerle, le metterò più tardi.
Menu VitAle, il più lungo, quello più sperimentale, per aprire questo 2024.
- Sapori e colori di benvenuto: morbido di zucca, con buccia e semi di zucca (morbidissimo, dolce, un bel bocconcino); takoyaki con crema di funghi (leggerissimo, saporito, uno dei migliori); assoluto di carota: pelle fritta, carota a crudo, salsa di carota bbq (consistenza perfetta, sapore intenso, ottimo); cracker di noci, aringa affumicata, miso e pepe rosa (altra bomba di sapore, con il gusto dell’affumicato e l’interno morbido combinati alla perfezione con il croccante del cracker); millefoglie di patate, crema al pistacchio e milza affumicata (un classico, con l’aggiunta del pistacchio a dare più cremosità, mantenendo la leggerezza delle patate e l’affumicato della milza); musetto di maiale, con salsa al ribes (la migliore, sapore intensissimo ed equilibrato con il bilancino); macaron scalogno e pecorino (odiando il pecorino, non mi è piaciuto granchè, visto il sapore molto intenso); rocher al cioccolato, nocciole, passion fruit & fegatini di pollo (un classicone, rotondo, goloso, con punte di acidità interessanti); estratto di barbabietola fermentata (sapore intensissimo, con una consistenza liscissima, quasi da acqua frizzante); pan brioche alle erbe e burro montato (pane sofficissimo, gustoso, perfetto insieme al burro).
- Cavolfiore, nocciola & acciuga. Un must del ristorante, signature dei fratelli Manzoni per aprire la degustazione. Cavolfiore delicatissimo, croccantino della nocciola, sapido dell’ acciuga e freschezza del timo limone si fondono alla perfezione.
- Midollo, cipolla marinata, caviale di aringa e sambuco. Un antipasto spettacolare. Il midollo si scioglie in bocca, dolcissimo, ma con una leggera nota amara data dal velocissimo passaggio su brace. Gli altri ingredienti vanno a completare il piatto, con note particolari (il mix sambuco/caviale pazzesco).
- Animella, arancia, finferli e cannella. Un piattone questo. Animella alla brace semplicemente perfetta, sapore amaro ripreso dai funghi. A staccare, la freschezza dell’arancia e l’abbinamento classico con la cannella (giusto un filo, presente, ma non invadente).
- Ravioli all’albicocca in conserva, salsa alle armelline e santoreggia. La sorpresa della degustazione, un piatto stranissimo. Nonostante gli ingredienti potessero suggerire un dolce, in realtà spiccano l’acidità e quasi il piccante. La salsa alle armelline dona cremosità, a contrastare con il ripieno liquido e con il bite della pasta.
- Mezzi rigatoni, estratto di carciofo, levistico e bergamotto. Il piatto migliore della giornata, hands down. Pasta cotta alla perfezione, estratto profondo e super saporito, le note fresche di levistico e bergamotto a variare il gusto al palato e poi le tante erbe diverse ad aggiungere ulteriori sfumature.
- Risotto alloro e sorbo degli uccellatori. Un piatto intenso, dalle note amare, in cui i due sapori si alternano. Forse è mancata una terza nota a rendere il tutto vario e memorabile, per un piatto buono, tecnicamente ineccepibile, ma non a livello dei piatti top.
- Anguilla, pompelmo e nocciole. Unico piatto degli otto che avevo già assaggiato. Si confermano i sapori fenomenali, con l’anguilla gustosissima, una laccatura al pompelmo profumata e la nota tostata della nocciola. Qua, purtroppo, c’è stato qualche errorino: una piccola spina è rimasta e in alcuni punti il pesce era un po’ secco. Mi era piaciuto di più la prima volta.
- Agnello, fichi acerbi agri, senape e fondo alla birra. Side di pancia di agnello cotta a bassa temperatura laccata al tamarindo. Questo è un piatto buonissimo, ma per un habituè come me di questo ristorante non memorabile. Colpisce il fatto che questi siano i gusti tipici della cucina degli Assonica, ma proprio perchè lo sono manca la sorpresa. Comunque, agnello saporito e cotto al rosa, fondo leggero, fichi in agrodolce a staccare. Tutto buonissimo, lo rimangerei altre cento volte, ma non è niente da farmi saltare dalla sedia.
- Rinfrescante: crema alla curcuma, gelato al rosmarino e granita all’olivello spinoso. Come da nome, una botta di freschezza. Ti pulisce la bocca da cima a fondo, pronto per il dessert.
- Latte, artemisia e caramello. Dolce di altissimo livello. Il latte, sia in pelle che in cremoso, riporta a sapori dolci, d’infanzia, e il caramello aggiunge cremosità. A staccare, come tipico di questo ristorante, il gelato e l’olio all’artemisia, erba balsamica gustosissima.
- Petit seven: sfoglia di porcino, aglio nero e frutti rossi (un classico dolce non dolce di questo ristorante, perfetto per chiudere il pasto con una nota sapida), panettone con zucca candita, rosmarino e zenzero (morbido e saporito), litchis al naturale (sempre scomodo da mangiare, ma sempre delizioso), uva ghiacciata (una piccola bomba di sapore), tartelletta al cocco e lime nero (frizzantino grazie alla polvere di agrume, con una base tropicale al cocco), canelé classico (favoloso, il migliore del giro), mini krapfen alla crema e mandarino (l’ultimo boccone per chiudere il pranzo in dolcezza).
Servizio perfetto, location splendida anche in una giornata uggiosa, conto adeguato alla lunghezza del menu e alla qualità dei piatti.
Ristorante di fine dining, a Sorisole (BG), guidato dai fratelli Vittorio e Alex Manzoni, una stella Michelin dal 2022. Cucina con una forte base vegetale, impressa in tutti i piatti, con verdure e erbe direttamente dall’orto.
Link del sito per ulteriori dettagli:
Spoiler:
Se mai capirò come aggiungerle, le metterò più tardi.
Menu VitAle, il più lungo, quello più sperimentale, per aprire questo 2024.
- Sapori e colori di benvenuto: morbido di zucca, con buccia e semi di zucca (morbidissimo, dolce, un bel bocconcino); takoyaki con crema di funghi (leggerissimo, saporito, uno dei migliori); assoluto di carota: pelle fritta, carota a crudo, salsa di carota bbq (consistenza perfetta, sapore intenso, ottimo); cracker di noci, aringa affumicata, miso e pepe rosa (altra bomba di sapore, con il gusto dell’affumicato e l’interno morbido combinati alla perfezione con il croccante del cracker); millefoglie di patate, crema al pistacchio e milza affumicata (un classico, con l’aggiunta del pistacchio a dare più cremosità, mantenendo la leggerezza delle patate e l’affumicato della milza); musetto di maiale, con salsa al ribes (la migliore, sapore intensissimo ed equilibrato con il bilancino); macaron scalogno e pecorino (odiando il pecorino, non mi è piaciuto granchè, visto il sapore molto intenso); rocher al cioccolato, nocciole, passion fruit & fegatini di pollo (un classicone, rotondo, goloso, con punte di acidità interessanti); estratto di barbabietola fermentata (sapore intensissimo, con una consistenza liscissima, quasi da acqua frizzante); pan brioche alle erbe e burro montato (pane sofficissimo, gustoso, perfetto insieme al burro).
- Cavolfiore, nocciola & acciuga. Un must del ristorante, signature dei fratelli Manzoni per aprire la degustazione. Cavolfiore delicatissimo, croccantino della nocciola, sapido dell’ acciuga e freschezza del timo limone si fondono alla perfezione.
- Midollo, cipolla marinata, caviale di aringa e sambuco. Un antipasto spettacolare. Il midollo si scioglie in bocca, dolcissimo, ma con una leggera nota amara data dal velocissimo passaggio su brace. Gli altri ingredienti vanno a completare il piatto, con note particolari (il mix sambuco/caviale pazzesco).
- Animella, arancia, finferli e cannella. Un piattone questo. Animella alla brace semplicemente perfetta, sapore amaro ripreso dai funghi. A staccare, la freschezza dell’arancia e l’abbinamento classico con la cannella (giusto un filo, presente, ma non invadente).
- Ravioli all’albicocca in conserva, salsa alle armelline e santoreggia. La sorpresa della degustazione, un piatto stranissimo. Nonostante gli ingredienti potessero suggerire un dolce, in realtà spiccano l’acidità e quasi il piccante. La salsa alle armelline dona cremosità, a contrastare con il ripieno liquido e con il bite della pasta.
- Mezzi rigatoni, estratto di carciofo, levistico e bergamotto. Il piatto migliore della giornata, hands down. Pasta cotta alla perfezione, estratto profondo e super saporito, le note fresche di levistico e bergamotto a variare il gusto al palato e poi le tante erbe diverse ad aggiungere ulteriori sfumature.
- Risotto alloro e sorbo degli uccellatori. Un piatto intenso, dalle note amare, in cui i due sapori si alternano. Forse è mancata una terza nota a rendere il tutto vario e memorabile, per un piatto buono, tecnicamente ineccepibile, ma non a livello dei piatti top.
- Anguilla, pompelmo e nocciole. Unico piatto degli otto che avevo già assaggiato. Si confermano i sapori fenomenali, con l’anguilla gustosissima, una laccatura al pompelmo profumata e la nota tostata della nocciola. Qua, purtroppo, c’è stato qualche errorino: una piccola spina è rimasta e in alcuni punti il pesce era un po’ secco. Mi era piaciuto di più la prima volta.
- Agnello, fichi acerbi agri, senape e fondo alla birra. Side di pancia di agnello cotta a bassa temperatura laccata al tamarindo. Questo è un piatto buonissimo, ma per un habituè come me di questo ristorante non memorabile. Colpisce il fatto che questi siano i gusti tipici della cucina degli Assonica, ma proprio perchè lo sono manca la sorpresa. Comunque, agnello saporito e cotto al rosa, fondo leggero, fichi in agrodolce a staccare. Tutto buonissimo, lo rimangerei altre cento volte, ma non è niente da farmi saltare dalla sedia.
- Rinfrescante: crema alla curcuma, gelato al rosmarino e granita all’olivello spinoso. Come da nome, una botta di freschezza. Ti pulisce la bocca da cima a fondo, pronto per il dessert.
- Latte, artemisia e caramello. Dolce di altissimo livello. Il latte, sia in pelle che in cremoso, riporta a sapori dolci, d’infanzia, e il caramello aggiunge cremosità. A staccare, come tipico di questo ristorante, il gelato e l’olio all’artemisia, erba balsamica gustosissima.
- Petit seven: sfoglia di porcino, aglio nero e frutti rossi (un classico dolce non dolce di questo ristorante, perfetto per chiudere il pasto con una nota sapida), panettone con zucca candita, rosmarino e zenzero (morbido e saporito), litchis al naturale (sempre scomodo da mangiare, ma sempre delizioso), uva ghiacciata (una piccola bomba di sapore), tartelletta al cocco e lime nero (frizzantino grazie alla polvere di agrume, con una base tropicale al cocco), canelé classico (favoloso, il migliore del giro), mini krapfen alla crema e mandarino (l’ultimo boccone per chiudere il pranzo in dolcezza).
Servizio perfetto, location splendida anche in una giornata uggiosa, conto adeguato alla lunghezza del menu e alla qualità dei piatti.
Spoiler:
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norrisjak
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Re: Norris al ristorante
Grow Restaurant
Due parole sul business lunch di ieri.
Siamo ad Albiate, in piena Brianza, per un progetto nuovo di pacca (aperto nel 2020), estremamente interessante. Già stella verde per la sostenibilità Michelin, questa piccola gemma gestita da due fratelli Under 30 è sulla bocca del mondo gourmet.
Un ristorante basato esclusivamente sulla cacciagione, sul pescato di lago e fiume locale e verdure direttamente dal loro orto. Un viaggio nella Brianza più selvaggia, con piatti della tradizione rivisitati con tecniche contemporanee.
In seguito link del sito e di un articolo di oggi di Reporter Gourmet.
A pranzo, offrono un menù business, due portate più dolce a 30€ tutto incluso, con la possibilità di aggiungere il vino.
Menù molto classico, in linea con la loro filosofia, ma dai gusti spinti, decisi.
Si apre con un loro cavallo di battaglia: pane caldo fenomenale con olio bresciano (vicino al Garda), bresaola e cacciatorino di daino. Sul pane, sono delle macchine, tanto che durante il Lockdown del 2021 si erano riconvertiti in un piccolo panificio.
Da non amante dei salumi (interamente fatti da loro), questi avevano un gusto buonissimo, molto deciso, ma anche tanto aromatico.
Risottino zafferano, fondo bruno e prezzemolo per aprire. Cotto alla perfezione, cremosissimo, ma chicco al dente, con una nota molto decisa di zafferano e con il fondo che aggiunge una nota di profondità al tutto.
Cervo alla brace, patatine di sedano rapa e salsa fredda alla mela. Anche qua tanta roba. Carne succosa, saporita, con un fondo che ne amplifica il gusto; sedano rapa con il compromesso perfetto tra croccantezza esterna e la scioglievolezza in bocca; mela e dragoncello a dare ulteriore varietà in gusto e temperatura.
Chiude una semplice mousse al cioccolato, con frutti di bosco e mandorla. Classica, ma gustosa, un signor fine pasto.
Servizio semplicemente perfetto, molto accogliente e preparato, conto altrettanto perfetto.
Due parole sul business lunch di ieri.
Siamo ad Albiate, in piena Brianza, per un progetto nuovo di pacca (aperto nel 2020), estremamente interessante. Già stella verde per la sostenibilità Michelin, questa piccola gemma gestita da due fratelli Under 30 è sulla bocca del mondo gourmet.
Un ristorante basato esclusivamente sulla cacciagione, sul pescato di lago e fiume locale e verdure direttamente dal loro orto. Un viaggio nella Brianza più selvaggia, con piatti della tradizione rivisitati con tecniche contemporanee.
In seguito link del sito e di un articolo di oggi di Reporter Gourmet.
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Menù molto classico, in linea con la loro filosofia, ma dai gusti spinti, decisi.
Si apre con un loro cavallo di battaglia: pane caldo fenomenale con olio bresciano (vicino al Garda), bresaola e cacciatorino di daino. Sul pane, sono delle macchine, tanto che durante il Lockdown del 2021 si erano riconvertiti in un piccolo panificio.
Da non amante dei salumi (interamente fatti da loro), questi avevano un gusto buonissimo, molto deciso, ma anche tanto aromatico.
Risottino zafferano, fondo bruno e prezzemolo per aprire. Cotto alla perfezione, cremosissimo, ma chicco al dente, con una nota molto decisa di zafferano e con il fondo che aggiunge una nota di profondità al tutto.
Cervo alla brace, patatine di sedano rapa e salsa fredda alla mela. Anche qua tanta roba. Carne succosa, saporita, con un fondo che ne amplifica il gusto; sedano rapa con il compromesso perfetto tra croccantezza esterna e la scioglievolezza in bocca; mela e dragoncello a dare ulteriore varietà in gusto e temperatura.
Chiude una semplice mousse al cioccolato, con frutti di bosco e mandorla. Classica, ma gustosa, un signor fine pasto.
Servizio semplicemente perfetto, molto accogliente e preparato, conto altrettanto perfetto.
Spoiler:
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Re: Norris al ristorante
Nei prossimi mesi vorrei andare da Joia a Milano, una stella Michelin, stella verde e penso l'unico vegetariano in Italia con questo riconoscimento (oltre che abbastanza vicino a dove abito).
Norris, tu ci sei stato? Nel caso, pareri?
Norris, tu ci sei stato? Nel caso, pareri?
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norrisjak
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Re: Norris al ristorante
No, Joia mi manca, non sono un fan della cucina interamente veg, ma nel dubbio te lo consiglio.
Lehman è pioniere e uno dei migliori (quantomeno in Italia) nell’ambito, ed il menu sembra figo.
Poi tendenzialmente della guida Michelin io mi fido, è molto vicina ai miei gusti, più di altre guide o classifiche (coff coff Lido84 nei migliori dieci ristoranti al mondo, quindi per me una stella è da andarci ad occhi semichiusi.
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norrisjak
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Re: Norris al ristorante
Nuova esperienza più tardi, vi racconto la cena di martedì a base di pizza gourmet
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norrisjak
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Re: Norris al ristorante
Da Sobb
In un panorama in cui il concetto di pizza gourmet si sta velocemente svalutando (ormai ogni pizza a fette è “gourmet), qua siamo su un ottimo livello, per qualità sia degli impasti diversi e dei topping.
Ambiente molto piacevole, servizio ben fatto e con i tempi giusti. Conto giusto per la qualità delle materie prime.
- Pizza impasto “Nuvola” con petto d’oca affumicato, burrata e pera. Pizza al padellino, impasto sofficissimo e dal buon gusto. Topping tanta tanta roba, forse il migliore di oggi, con l’unione di oca e pera perfetta.
- Pizza impasto “Romana” con mozzarella, pomodorini confit, acciughe del Cantabrico e origano. Direi la pizza migliore della serata nel complesso, anche se la scelta è stata molto ardua. Saporitissima, ma estremamente equilibrata, tutti i gusti al posto giusto e un impasto molto croccante e allo stesso tempo leggerissimo. Top.
- Pizza impasto “crock” con prosciutto crudo sant’Ilario, topinambur, insalatina e mozzarella di bufala. Anche questa molto buona. Croccantissima, ma comunque leggera e piacevole al morso, ripiena al punto giusto, con un ottimo equilibrio di sapori. Prima volta che provo il topinambur sulla pizza e funziona.
- Pizza impasto “pala” margherita. Un superclassico, ma che funziona alla perfezione. Scioglievole in bocca, sapori perfetti, una coccola per il palato.
Spoiler:
Ambiente molto piacevole, servizio ben fatto e con i tempi giusti. Conto giusto per la qualità delle materie prime.
- Pizza impasto “Nuvola” con petto d’oca affumicato, burrata e pera. Pizza al padellino, impasto sofficissimo e dal buon gusto. Topping tanta tanta roba, forse il migliore di oggi, con l’unione di oca e pera perfetta.
- Pizza impasto “Romana” con mozzarella, pomodorini confit, acciughe del Cantabrico e origano. Direi la pizza migliore della serata nel complesso, anche se la scelta è stata molto ardua. Saporitissima, ma estremamente equilibrata, tutti i gusti al posto giusto e un impasto molto croccante e allo stesso tempo leggerissimo. Top.
- Pizza impasto “crock” con prosciutto crudo sant’Ilario, topinambur, insalatina e mozzarella di bufala. Anche questa molto buona. Croccantissima, ma comunque leggera e piacevole al morso, ripiena al punto giusto, con un ottimo equilibrio di sapori. Prima volta che provo il topinambur sulla pizza e funziona.
- Pizza impasto “pala” margherita. Un superclassico, ma che funziona alla perfezione. Scioglievole in bocca, sapori perfetti, una coccola per il palato.
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