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La morte? E che problema c'è?
Quando ci sono io lei non c'è e quando arriverà lei non ci sarò io!
Se non fossi un animale addomesticato fin dall'infanzia passerei la vita vivendola davvero come se fosse l'unica: non lavorerei, non farei un cazzo e cercherei i spassarmela ogni giorno mandando "affangala" ogni altra cosa, ma sono addomesticato anche io e pur essendo abbastanza convinto che il mio proseguimento del flusso di coscienza svanirà con l'ultimo respiro non riesco a "godermi" la vita come fosse "the last ride".
Prima di schiantarmi al tappeto dovrei godermi il volo della powerbomb insomma ^^
Più che il pensiero della morte ad essere terrificante, per me lo è il pensiero di morire senza aver lasciato nulla di proprio sulla Terra. Nulla di siginificativo intendo. Un dono come potrebbe essere una scoperta importante, un mistero, un figlio. Morire senza niente di tutto questo sarebbe come non essere mai stati in vita, ed essere ricordati solo per quel poco tempo in cui chi conoscevamo avrà memoria.
Poi però mi consolo ricordandomi che comunque nemmeno questo ha importanza: lasciato qualcosa o no non potremmo comunque goderne di nessun beneficio non essendoci più.
Sonoio ha scritto:Se non ci dovesse essere niente dopo la morte ci andrebbe di lusso, il vero problema sarebbe se ci fosse un qualche inferno ad accoglierci
Quindi la paura di una punizione divina postuma ti frena nella vita quotidiana?
Sonoio ha scritto:Se non ci dovesse essere niente dopo la morte ci andrebbe di lusso, il vero problema sarebbe se ci fosse un qualche inferno ad accoglierci
Boh, tanto peggio della vita stessa per molti non può essere
Biada ha scritto:
Quindi la paura di una punizione divina postuma ti frena nella vita quotidiana?
No, io sono convintamente agnostico e nella vita agisco secondo una morale assolutamente laica, anzi provo un certo rancore verso ogni forma di religiosità organizzata. Ciò non toglie che le miei angosce esistenziali riguardino la possibilità di un peggioramento della mia posizione dopo la morte, non la possibilità che morire significhi la fine di tutto.
Sonoio ha scritto:
No, io sono convintamente agnostico e nella vita agisco secondo una morale assolutamente laica, anzi provo un certo rancore verso ogni forma di religiosità organizzata. Ciò non toglie che le miei angosce esistenziali riguardino la possibilità di un peggioramento della mia posizione dopo la morte, non la possibilità che morire significhi la fine di tutto.
Ah allora se è solo questo stai tranquillo, tanto non c'è un cazzo.
Peggio della vita non c'è nulla, almeno per la maggior parte delle persone.
Killer BOB ha scritto:
Ah allora se è solo questo stai tranquillo, tanto non c'è un cazzo.
Peggio della vita non c'è nulla, almeno per la maggior parte delle persone.
Killer BOB ha scritto:
Ah allora se è solo questo stai tranquillo, tanto non c'è un cazzo.
Peggio della vita non c'è nulla, almeno per la maggior parte delle persone.
Io sono abbastanza sicuro che non ci sia assolutamente nulla dopo, e vivo la mia vita in funzione di ciò.
Se poi dovessi sbagliarmi e ci fosse qualche punizione divina per me una volta morto, vorrei almeno andare laggiù a ''cazzo duro'' mandando a fare in culo il ''capo'' per un'ultima volta mentre mi condanna ad un eternità di sofferenza .
Coerenza fino all'ultimo, non gli darei la soddisfazione di un pentimento in extremis.
come "amo" ripetere...la nostra esistenza non è nient'altro che un fiammifero acceso all'interno di una stanza buia...
c'è chi la illumina di più o meno... chi la illumina per più tempo o meno tempo.
ma alla fine tutti ci spegniamo...e la stanza torna buia.
ovviamente se ci pensi ti deprimi a bestia...ergo devi far finta di nulla...finché puoi.
sennò ti abbeveri stupidamente alle mammelle di qualche religione.