2013 IZOD IndyCar Series Season

Per i tantissimi amanti dello sport (al di fuori del wrestling e del calcio!) che vogliono parlare e discutere di motori, tennis, sci, golf e tutti gli altri sport!
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salettone
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2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da salettone »

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ci riprovo anche quest'anno.
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ecco una lista dei partecipanti:
TEAM PENSKE (Chevrolet)
#3 Helio Castroneves
#12 Will Power
#2 AJ Allmendinger (Barber, Indianapolis)

CHIP GANASSI RACING (Honda)
#9 Scott Dixon
#10 Dario Franchitti
#83 Charlie Kimball

ANDRETTI AUTOSPORT (Chevrolet)
#1 Ryan Hunter-Reay (C)
#5 EJ Viso
#25 Marco Andretti
#27 James Hinchcliffe

SCHMIDT PETERSON HAMILTON MOTORSPORTS (Honda)
#55 Tristan Vautier (R)
#77 Simon Pagenaud

DALE COYNE RACING (Honda)
#18 Justin Wilson
#19 Ana Beatriz (ovali, St.Petersburg e San Paolo)/Stefan Wilson (R) (stradali e cittadini)

PANTHER RACING/DREYER&REINBOLD RACING (Chevrolet)
#4 JR Hildebrand
#22 Oriol Servia

A.J. FOYT RACING (Honda)
#14 Takuma Sato

KV RACING TECHNOLOGY (Chevrolet)
#11 Tony Kanaan
#78 Simona de Silvestro

RAHAL LETTERMAN LANIGAN RACING (Honda)
#15 Graham Rahal
#16 James Jakes
#17 Mike Conway (Long Beach)

ED CARPENTER RACING (Chevrolet)
#20 Ed Carpenter

BRYAN HERTA AUTOSPORT (Honda)
#98 Alex Tagliani

SARAH FISHER RACING (Honda)
#67 Josef Newgarden

DRAGON RACING (Chevrolet)
#6 Sebastian Saavedra
#7 Sebastien Bourdais


ho dimenticato ad aprirlo prima, comunque si comincia oggi con la gara di St.Petersburg
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per chi fosse interessato: http://www.rojadirecta.me/goto/hippiesh ... ream1.html



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Re: 2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da salettone »

Prima vittoria in carriera per James Hinchcliffe, che negli ultimi giri resiste agli attacchi di Helio Castroneves. Andretti torna sul podio, mentre dietro grande volata con Dixon che beffa per il quinto posto la De Silvestro, a lungo terza. Power messo ko da un tamponamento di Hildebrand.

bella gara ad eliminazione, e ottimo modo di cominciare il campionato,con il canadese alla sua prima volta

Ultima modifica di salettone il 25/03/2013, 16:13, modificato 2 volte in totale.

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Dark Horse
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Re: 2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da Dark Horse »

Sono ignorante in materia, ma la IndyCar Series sarebbe come la Formula 1?

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salettone
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Re: 2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da salettone »

Dark Horse ha scritto:Sono ignorante in materia, ma la IndyCar Series sarebbe come la Formula 1?
non proprio.Possiamo dire che è la controparte americana della F1 perchè le due serie sono accomunate dal fatto di utilizzare vetture a ruote scoperte, dopodichè le affinità storiche finiscono qui perchè le origini sono ben distinte e il campionato IndyCar, che ha cambiato spesso nel corso degli anni denominazione e organizzatore, nasce comunque ben prima della creazione ufficiale del mondiale di F1. Da sempre il campionato fa riferimento alla corsa più importante d'America che è la Indianapolis 500, della quale costituisce una sorta di prolungamento su più tappe. Oggi più che mai Indianapolis è il faro che guida le corse a ruote scoperte, una vittoria a Indy a livello di prestigio vale anche più del campionato, che però è più probante per capire il valore dei piloti. Tecnicamente IndyCar e F1 hanno differenze che storicamente dipendono dalle due impostazioni del campionato. La F1 (almeno nella sua concezione originale) è la tecnologia al servizio delle corse. Cercare di andare il più veloce possibile con ogni mezzo. In IndyCar la velocità delle vetture è tenuta in debita considerazione ma ci sono altri fattori: si corre su piste più varie e spesso sconnesse, le corse sono più fisiche (sorpassi e contatti sono più frequenti) anche perchè le neutralizzazioni con la pace car danno spesso modo ai piloti di confrontarsi direttamente. Per questo motivo le gare sono mediamente più spettacolari, che è uno degli obiettivi di queste corse. In America il pubblico è la cosa più importante, e le gare sono strutturate per intrattenerlo, pur senza far venire meno l'aspetto sportivo. Sostanzialmente una F1 è molto più leggera e agile, la sua velocità in curva negli stradali è molto superiore grazie all'enorme carico generato dalle ali. Un IndyCar invece è concepita per soddisfare più aspetti. Deve andare veloce ma anche essere resistente e costare relativamente poco. Una F1 tende ad essere quindi più reattiva e a sgusciare dalle curve molto più velocemente. Un'Indycar è più pesante e per certi aspetti difficile. La F1 è una specie di super kart, rigidissima e incollata. L'IndyCar è più morbida, scivola molto di più, va guidata di forza, il pilota può davvero metterci del suo. Un pilota di talento in IndyCar emerge sempre, in F1 non è detto, ci sono innumerevoli variabili in gioco, molte delle quali fuori dal tuo controllo (sia tecniche che, purtroppo, politiche ed economiche). Enorme differenza poi, l'IndyCar corre su stradali, cittadini, aeroporti, ovali. La F1 non corre sugli ovali, spesso snobbati dagli europei. A prima vista le corse su ovali possono sembrare semplici ma richiedono talento, coraggio e, salvo qualche rara eccezione (Montoya, Mansell), esperienza. Chiedere a Will Power, l'anno scorso imbattibile sugli stradali che ha perso il titolo sugli ovali. Personalmente preferisco l'IndyCar per il tipo di gare, più divertente, più vero, più concreto. Non si sta a parlare di alette e alettine, gomme soft o super soft e ca**ate varie. I piloti non sono dei super vip intoccabili, è tutto molto più accessibile e hanno una personalità, non sono lì solo per portare in esposizione marchi. La competizione tra piloti e squadre è esaltante e migliora di anno in anno anche se a vincere ultimamente son sempre gli stessi (team Penske e Ganassi). Adoro le corse su ovali, una volta che ne capisci la logica non tene stacchi. Purtroppo dal 1996 con la scissione dell'IndyCar originale in due serie antagoniste, CART e IRL, la ruote scoperte in America, una volta padrone del panorama motoristico, hanno vissuto un crollo della popolarità in favore della Nascar, categoria in cui corrono vetture a ruote coperte quasi esclusivamente su ovali, oggi il secondo-terzo sport più seguito degli USA. Questo ha portato a un'emorragia di sponsor e risorse dalle ruote scoperte. Nel 2008 le due serie si sono riunite, ma le condizioni di ristrettezza economica hanno da tempo obbligato al regime di monomarca Dallara-Honda, che di fatto vige dal 2006. Monomarca che è cessato lo scorso anno con l'arrivo dei nuovi telai Dallara e l'arrivo di Chevy e Lotus (la casa "inglese"in realtà ha fatto più dannidella grandine.basta chiedere a Jean Alesi per conferma) come motoristi. Puoi capire quindi che tecnicamente passi avanti dal 2003 se ne sono fatti pochi. Se della F1 apprezzi la ricerca tecnologia, quale poi dato che non potendo toccare altro si lavora solo di aerodinamica, forse l'IndyCar non ti soddisferà. Se invece cerchi una serie dove si corre punto e basta, allora ti sentirai più a tuo agio qui. La nuova vettura è più leggera e ha dei motori turbo con potenza variabile dai 550 cv (ovali) ai 750 (sugli stradali). Il telaio è costruito dalla Dallara ma le squadre potranno creare i proprio body kit, quindi il corpo vettura con relativa aerodinamica. Sui casini regolamentari, non succederà mai e non è mai successo anche quando la battaglia tra case era feroce (fine anni '90), che il campionato rimanesse sub judice per mesi o ci fossero infinite polemiche su particolari insignificanti. Un'altra cosa a vantaggio dell'IndyCar, non si corre nei tilkodromi. Tutte le piste sono difficili, belle e fanno pagare gli errori. Purtroppo, non posso tralasciare questo aspetto che stona con quanto detto fin'ora. Il periodo economico difficile e il confronto con la Nascar, hanno portato a situazioni poco simpatiche per "puristi" come il sottoscritto. In IndyCar, per favorire lo spettacolo e i sorpassi, è proibito piazzarsi all'interno in frenata per difendere la posizione. Il conflitto con la Nascar, proprietaria di fatto di molti ovali, sta rendendo difficile all'Indycar l'inserimento in calendario di un numero sufficiente di questo tipo di circuiti, cosa che sta scontentando gli appassionati, che vivono questa situazione come un tradimento. In più, nel tentativo di continuare la timida espansione iniziata da qualche anno, la dirigenza tende a scegliere i tracciati che garantiscono maggiore esposizione per gli sponsor e soprattutto maggiore afflusso di pubblico, lasciando però da parte piste fantastiche, in parte migliori di quelle che hanno un posto fisso in calendario. Altro motivo di malcontento tra gli appassionati. In definitiva, l'IndyCar è in una fase di transizione. Si cerca di crescere, e per farlo si deve cercare di coinvolgere pubblico nuovo, ma nel farlo si rischia di scontentare i fan storici. Siamo comunque lontani dalla scandalosa deriva che ha visto la F1 trasformarsi, da campo di prova per la genialità dei tecnici e il coraggio dei piloti, in ridicola serie di processioni con sorpassi pilotati, dove la gara è l'ultima delle preoccupazioni di almeno metà del loro dorato paddock. L'IndyCar o si ama o si odia, non credo esistano mezze misure. Se ne capisci lo spirito e ti abitui alle sue particolarità (pace car, strategie, ovali ecc) non potrai farne a meno. Guarda qualche gara, ovali e stradali, e fatti un'idea. Poi si tratta anche di vedere le gare giuste. Come è normale che sia puoi beccare corse fantastiche o noiose.

spero di aver soddisfatto il tuo interesse.

Se a te interessa sapere qualcosa anche riguardo ai protagonisti diciamo che team e piloti top sono:

Penske Racing: è la squadra che ha vinto di più nella storia delle corse americane, sia in termini di campionati che di 500 miglia di Indianapolis. Corrono anche in Nascar e l'anno scorso hanno vinto il titolo. Roger Penske è il proprietario e fondatore, la squadra è nata negli anni sessanta, ha corso e vinto anche nei prototipi e a metà anni '70 anche in formula uno, vincendo la corsa in Austria nel '76 con John Watson. I piloti confermati sono Will Power ed Helio Castroneves. Power, australiano, è il pilota più forte e veloce sugli stradali, ma è ancora poco a suo agio sugli ovali e questo gli è costato gli ultimi tre campionati, tutti persi all'ultima gara in condizioni rocambolesche. Castroneves, brasiliano, è uno dei veterani della serie. Un pilota completo che insegue la sua quarta vittoria a Indianapolis (eguaglierebbe il record) ma non ha mai vinto il titolo, un po' per sfortuna un po' per sua inconsistenza cronica.

Target Chip Ganassi Racing: la squadra che negli ultimi 15 ha lanciato la sfida alla Penske come team di riferimento. Per loro hanno vinto Vasser, Zanardi, Montoya e recentemente Dixon e Franchitti. Organizzazione tecnica perfetta, piloti eccellenti, ogni anno portano sempre a casa qualcosa. Dal '96 hanno vinto 9 titoli e 4 Indy500. Almeno come Indy siamo lontani dalle 16 di Penske ma piano piano... I piloti sono Dario Franchitti e Scott Dixon. Franchitti, 38 anni, scozzese di origine italiana, ha vinto tre titoli di fila dal 2009 al 2011 (più uno nel 2007 col team Andretti) e 3 Indy500, compresa quella del 2012. E' un pilota molto veloce, assolutamente versatile dopo anni di esperienza e molto concreto, sbaglia pochissimo anche se l'anno scorso ha avuto un'annata difficile, Con Castroneves è l'unico che frena col piede destro. Dixon, neozelandese, ha corso per quasi tutta la carriera con Ganassi, ha vinto due titoli e una 500 miglia. Forse il pilota più talentuoso, sbaglia pochissimo, è efficace in ogni tipo di circuito, specie negli stradali permanenti. Riesce quasi sempre a portare il miglior risultato possibile a casa ed è abilissimo nel risparmiare carburante. è però incredibilmente sfortunato, cosa che gli è costa almeno gli ultimi due titoli.

Andretti Autosports: squadra risorta l'anno scorso dopo molte stagioni in cui non hanno lottato per il titolo. Hanno dominato la metà del decennio precedente con i motori Honda, vincendo tre titoli e due Indy500. La squadra originale, quella con cui Jacques Villeneuve ha vinto tutto nel '95, è stata totalmente acquisita da Michael Andretti nel 2010. Schierano tre vetture per: Ryan Hunter Reay, James Hinchcliffe e Marco Andretti. Hunter Reay, americano, è il campione in carica. Un pilota molto forte sui cittadini/stradali ma che col tempo si è scoperto grande interprete anche degli ovali. Anche lui molto solido e veloce, ha vinto 4 corse nel 2012 battendo Power all'ultima gara. Per anni ha raccolto quello che poteva ma alla prima occasione di acchiappare il titolo non se l'è fatto sfuggire. James Hinchcliffe, canadese, è uno dei volti nuovi della serie. Estremamente popolare tra i fan, è alla terza stagione, l'anno scorso è partito alla grande ma si è un po' spento nel finale. è atteso ad una prova di consistenza. Marco Andretti, nipote di Mario e figlio di Michael, pilota di talento che non ha ancora capito come farlo fruttare per portare a casa risultati. Due vittorie all'attivo e una Indy500 persa in volata al debutto nel 2006. Deve dimostrare di meritare un volante in un top team.

Tra gli altri segnalo Tony Kanaan, veterano brasiliano che corre nel team KV Racing, pilota completo che sta faticando in qualifica ma in gara è sempre redditizio e tra i più spettacolari, specie nelle ripartenze. Seppur sempre grande protagonista, non ha mai vinto Indianapolis. Simon Pagenaud è stato il miglior debuttante nel 2012, ha sfiorato diverse vittorie ed è considerato un contendente al titolo per il 2013. Corre per l'ex pilota Sam Schmidt. Tra i protagonisti ci sarà anche Sebastien Bourdais, 4 volte campione ChampCar, con una vettura del team di Jay Penske, figlio di Roger.

Tra le piste, ovviamente Indianapolis è la più importante. Poi altri eventi prestigiosi sono Long Beach (cittadino), Fontana(super speedway) (corsa di 500 miglia che chiude la stagione), Pocono (ovale di oltre 2.5 miglia che ritorna quest'anno dopo più di 20 anni d'assenza) e Milwaukee, ovale corto di un miglio, una delle piste più vecchie del mondo. Appuntamenti storici sono anche il cittadino di Toronto e il permanente di Mid Ohio. L'unica corsa fuori dagli States si svolge in Brasile, nel cittadino di San Paolo.

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Re: 2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da Dark Horse »

Grazie mille tutto molto chiaro.
Se ho tempo cercherò di seguire.
C'è il calendario completo di tutte le gare?

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Re: 2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da salettone »

Dark Horse ha scritto:Grazie mille tutto molto chiaro.
Se ho tempo cercherò di seguire.
C'è il calendario completo di tutte le gare?
Ecco il calendario 2013 della IZOD IndyCar Series:

24 marzo – St Petersburg (cittadino)
7 aprile – Barber (stradale)
21 aprile – Long Beach (cittadino)
5 maggio – Sao Paulo (cittadino)
26 maggio – Indianapolis 500 (ovale, Triple Crown)
2 giugno – Detroit (cittadino)
8 giugno – Texas (ovale, notturna)
15 giugno – Milwaukee (ovale)
23 giugno – Iowa (ovale)
7 luglio – Pocono (ovale, Triple Crown)
14 luglio – Toronto (cittadino)
4 agosto – Mid-Ohio (stradale)
25 agosto – Sonoma (stradale)
1 settembre – Baltimore (cittadino)
6 ottobre – Houston (cittadino)
19 ottobre – Fontana (ovale, notturna, Triple Crown)

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Re: 2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da salettone »

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prossimo appuntamento che si correrà presso il Barber Motorsports Park

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Re: 2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da Dark Horse »

Vorrei vederla.
A che ora è il "live"?

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Re: 2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da salettone »

alle 3 p.m. della east coast.

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Re: 2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da salettone »

Barber, Prove libere: Castroneves da record:

http://www.422race.com/2013/barber-prov ... da-record/
Ultima modifica di salettone il 06/04/2013, 23:35, modificato 1 volta in totale.

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Re: 2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da salettone »

Cita:
BIRMINGHAM, Ala. -- Intrigue. Drama. Surprises. Rising blood pressure. And that was only qualifications for the Honda Indy Grand Prix of Alabama.

There are multiple subplots in the inherent excitement of the 90-lap race April 7 on the 2.38-mile, 17-turn Barber Motorsports Park -- no shortage of storylines for the NBC Sports Network and IMS Radio Network broadcasts.

Click it: Honda Indy Grand Prix of Alabama qualifying results

A quick rundown:

• Takuma Sato slipping into the Firestone Fast Six for the second consecutive race -- or so it appeared. He was penalized for interference in Round 2 and was credited with qualifying 12th (a drop of at least six positions).

• Rookie Tristan Vautier, who just missed qualifying for his second consecutive Firestone Fast Six, being called back to pit lane to participate in the 10-minute session and qualifying third.

• Track record by more than 3 seconds by Scott Dixon, set in the first of the three rounds. But the three-time runner-up at Barber didn't win the Verizon P1 Award (he'll start fourth).

• Reigning IZOD IndyCar Series champion Ryan Hunter-Reay, who was relegated to 18th place in the season opener because of a mechanical issue, earning his third series pole and breaking the Team Penske pole domination.

• Charlie Kimball advancing to the Firestone Fast Six for the first time and posting his career-best starting position on the weekend in which a diabetes awareness and education initiative is being highlighted.

• Will Power, the race winner the past two years, joining his 2012 championship protagonist on the front row. Power won the 2012 race starting from ninth.

• AJ Allmendinger qualifying 11th in his IZOD IndyCar Series debut.

• Four-time series champion Dario Franchitti qualifying 17th and St. Pete race winner James Hinchcliffe (who started fourth) qualifying 20th.

• Five teams represented in the top three rows.

Sato, who qualified second and finished eighth at St. Petersburg on March 24, said the interference penalty of losing his fastest two laps was a judgement call by IZOD IndyCar Series race director Beaux Barfield.

“It’s disappointing for us not to be able to show our performance in the Fast Six," said Sato, who is competing in his second race in the No. 14 ABC Supply car for A.J. Foyt Racing. "We had a difficult practice session this morning but we worked on our set-up and in the first two segments. The car was much more connected and I was able to commit and we advanced to the Fast Six.

"However in the second segment I had to back off because there was a slower car in front of me at the exit of Turn 5. So I abandoned my qualifying lap and I tried to stretch the space. I checked my mirror on the back straight and there was no one there and then going through Turns 7 and 8, which is where the elevation changes which is probably the worst place for Justin Wilson to catch me because I couldn’t see anything behind me.

"When I was able to see that he was coming on I tried to keep my line tight and let him have the racing line. Obviously, it was close but I was disappointed to be penalized.”

Wilson, who finished seventh in the session (the top six advance) said it was a clear-cut decision. According to Section 8.3.7.1 of the IZOD IndyCar Series rulebook, if the violation occurs during Segment One or Segment Two, the car's best two timed laps during that segment shall be disallowed, the car shall not advance to the next segment.

In the IZOD IndyCar Series team managers meeting April 5, INDYCAR officials told teams that when sending a driver out for a run during qualifying and the driver is on a different schedule, find a good gap to send them out.

"I’m really upset by what happened,” said Wilson, who qualified eighth. “We definitely had a top-three car today, possibly even a pole-winning one. My red tires were just coming in and I was working on a very quick lap when Sato slowed down in front of me and didn’t get out of the way. That caused me to slow down and have to go around him."

This was Hunter-Reay's first top-10 start in the four years at Barber, where his best finish is 12th. Team Penske (Power in 2011 and 2010; Helio Castroneves in 2012) had won the pole previously.

"Great start, now we have to go make it work," he said. "This team has done so well this weekend, we just kept progressing and we knew where we needed to work on it. I really went to work on my driving as well, and we all did it together here.

"It's a very challenging track that rewards aggressiveness, but if you step over just a little too far on set-up or on driving it’ll definitely punish you."

Another storyline for the race.


http://media.indycar.com/pdf/2013/Honda ... esults.pdf

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Re: 2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da salettone »

Questo week-end torna la Indycar con la Montecarlo americana, ovvero Long Beach! Gara molto particolare per Dario Franchitti, che festeggerà lo start numero 250!!!
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[youtube][/youtube]
Happy Race Week everyone! The Toyota Grand Prix of Long Beach airs live on NBC Sports Network at 4 p.m. ET, Sunday April 21! Put it on your schedules now!
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Re: 2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da TSEEMOD »

C'è ancora Castroneves? (non la seguo da 10 anni, NB) :moltosorpreso:

Per il resto oltre la metà dei circuiti li conosco per videogiochi.

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Re: 2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da salettone »

a Long Beach dopo la il ritorno alla pole di Franchitti, evitando di combinare i suoi soliti disastri a spuntarla è l'ex F1 Takuma "Kamikaze" Sato, che diventa il primo Giappo a vincere una gara di Indy.

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@Tseemod si, Helio c'è ancora e ieri è arrivato nella top ten. anzi posto direttamente tutta la classifica.


1 Takuma Sato
2 Graham Rahal
3 Justin Wilson
4 Dario Franchitti
5 JR Hildebrand
6 Oriol Servia
7 Marco Andretti
8 Simon Pagenaud
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14 Ana Beatriz
15 Sebastien Bourdais
16 Will Power
17 Tristan Vautier
18 Ed Carpenter
19 Alex Tagliani
20 Tony Kanaan
21 Charlie Kimball
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Re: 2013 IZOD IndyCar Series Season

Messaggio da salettone »

visto che a nessuno interessa, ho lasciato perder il topic.
ma oggi c'è la Indy 500, l'evento motoristico più conosciuto al mondo non posso non parlarne. tra l'altro oggi si corre a poche ore dell'altro evento simbolo del motor-sport, il GP di Monaco
Immagine
ecco lo schieramento di partenza

http://www.indycar.com/News/2013/05/5-1 ... ing-lineup

si comincia alle 18. basta cercare su Rojadirecta.


Non rappresenta un evento rarissimo ma la contemporaneità di data tra il Gran Premio di Monaco di Formula Uno e la 500 Miglia di Indianapolis fa sempre un certo effetto. Due eventi tra i più importanti nella storia delle corse quasi perfettamente allineati sull'asse spaziotemporale, separati certo da un intero oceano ma anche solo da poche ore nel loro svolgimento.

Quando le monoposto di Formula uno si avventeranno tutte insieme alla prima staccata di Sainte-Devote, i trentatre piloti qualificati per la Indy 500 staranno ancora facendo colazione. E quando gli stessi trentatre si tufferanno nell'imbuto di Turn One, il vincitore del Gran Premio si starà rilassando in hotel in attesa di una serata di gala a Palazzo.

Indianapolis e Montecarlo, tesi e antitesi. Un impianto immenso (ma esso stesso disperso nell'immensità delle pianure del Midwest) ed un Principato un po' fuori dal tempo, schiacciato tra gli ultimi contrafforti delle Alpi Marittime e le rive del Mediterraneo. Una pista vasta quanto un'autostrada (anzi una highway) ed una combinazione di strade cittadine con tanto di segnaletica orizzontale, tombini ed amenità varie da circolazione di tutti i giorni. Tre o magari quattro racing lines (traiettorie) a Indy contro una sola traiettoria possibile, per non finire contro il guard rail, nel regno dei Grimaldi.

Ecco, finalmente, un punto in comune. Non ci sono vie di fuga, a Montecarlo come a Indianapolis. Nel Principato perchè il percorso è contornato da marciapiedi, alberi e case che erano lì prima dell'invenzione del Gran Premio. A Indy perchè non esistono spazi di sicurezza plausibili e ragionevoli per fermare (lasciandole semplicemente proseguire per la loro "strada") macchine costantemente lanciate a velocità di crociera oltre i trecentocinquanta chilometri orari. Intorno al nastro d'asfalto nessuna alternativa possibile a muretti di cemento e reti metalliche. I primi per arrestare le macchine fuori controllo, le seconde per evitare che i detriti di un incidente finiscano nelle tribune, come in realtà è accaduto in passato.

A Indy non si potrebbero realizzare spazi di sicurezza all'esterno delle curve: l'intero tracciato è appunto fiancheggiato dalle tribune e, al di là di queste, per metà dell'anello, corrono due grandi arterie cittadine. Come dire che, alla fine dei conti, le differenze lasciano il tempo che trovano e lasciano anche lo spazio che ... non c'è (a Indy come a Monaco). Tutto insomma è ricondotto all'essenza stessa delle corse automobilistiche: rischio calcolato ma mai del tutto sotto controllo. Montecarlo e Indianapolis: un gemellaggio ampiamente inverosimile, eppure perfettamente reale. A tutti gli effetti, quando il Grand Prix per eccellenza e la 500 Mile Race vanno in scena a poche ore di distanza l'uno dall'altra.

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