Tra i molti conservatori e nel rapporto con le istanze LGBT...PepsiPlunge ha scritto: Ciao. Esattamente, quali sarebbero queste grandi aziende USA i cui proprietari hanno la fama di essere conservatori, esclusa la WWE?
Chiamandoti "Pepsi" saprai bene che tra le più note c'è proprio Coca-Cola, la quale però si accodò dopo periodi di simpatie oscillanti al trionfalismo arcobaleno proprio al termine del caso Obergefell v. Hodges (la famosa sentenza della Corte Suprema che chiudeva il caso imponendo su base federale il riconoscimento dei gay marriages) nel giugno 2015, esposizione che inaugurò un avvicinamento della compagnia di Atlanta alle comunità LGBT, tanto che a gennaio di quest'anno è stata inserita nella lista delle multinazionali gender-friendly da cui i simpatizzanti LGBT possono acquistare senza rimorsi di coscienza.
Tra le più famose che sono ancora nel mirino arcobaleno per essere no-equality ci sono colossi come Wal-mart della distribuzione e compagnie petrolifere come la Exxon.
Le aziende snack&fast food che vedi spesso sponsorizzare la WWE come Domino's Pizza sono noti finanziatori del Partito Repubblicano. Non per nulla esistono queste sinergie. Anche molte nell'ambito Steakhouse, breakfast... Lo stesso McDonald's ha una lunga storia di sostegno ai Repubblicani, anche se sulla questione gay-friendly si comportano come Coca-Cola.
Nell'Hi-tech la Dell è una delle poche. Nella distribuzione elettronica Best Buy ha fatto la scelta radicale di sponsorizzare e finanziare soltanto politici che si opporranno in tutti i modi alla parificazione coniugale e questo li porta a supportare quasi esclusivamente candidati conservatori. Tra i giganti di internet, solo eBay si fa notare per una proprietà più vicina ai conservatori.
Ma ce ne sono un po' da tutte le parti, dai grandi dell'immobiliare fino anche ad alcuni rivenditori di moda; Harley-Davidson è nota per essere conservatrice di lungo corso. Con Trump alcuni finanziatori storici hanno disertato una volta acclarato chi fosse il candidato premier, ma Trump ha una cerchia di affari talmente ampia che non ne ha risentito minimamente.
Certo, se paragoniamo queste compagnie alla galassia di finanziatori del Partito Democratico che di alcune battaglie civili fanno quasi un'etichetta, ci viene un po' da ridere. Nella Silicon Valley, come ha fatto emergere il caso James Damore, esiste una vera e propria egemonia. La vulgata del grande esercito capitalistico alle spalle del Partito Repubblicano è poco più di un favoletta da almeno 4-5 tornate elettorali presidenziali e non sorprende affatto che bisogna chiedersi chi siano le compagnie americane di nota dirigenza e/o proprietà afferente all'ambiente conservatore.