La nostra sconfitta.
- THEREALUNDERTAKER
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La nostra sconfitta.
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso quella possibilità di comprensione del prodotto: abbiamo volutamente rinunciato a voler capire, ci limitiamo esclusivamente a giudicare. In automatico, con una rabbia automatica: a non scindere, a mettere tutto nel calderone della nostra mente prevenuta, o cosi' pensiamo. Perchè è una guerra, è uno scontro tra il male, l'industria, i soldi, il potente... e noi, il popolo, il consumatore,
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso una guerra, prima ancora di combatterla. Quella guerra che alcuni pensavano fosse facile da vincere: siamo i consumatori.. devono tenere conto di noi, siamo noi che decidiamo la direzione del prodotto. Mai successo. Nella vita. Si pensava di combattere una guerra in tal senso, non ci hanno neanche fatto provare a comprare le armi, a pianificare una strategia di combattimento, un'azione di guerriglia. Niente. Ci pensavamo imbattibili. Il numero è forza. Non abbiamo neanche scavato la trincea.
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso il potere, il potere di voler davvero stare sopra la giostra. Di poter ciondolare sul nostro bel cavallo di latta dai colori caldi e rassicuranti. Siamo convinti di essere noi i giostrai, di poter intervenire nel processo di formazione del prodotto culturale, di esserne parte integrante, ed in realtà siamo da sempre, un elemento marginale. Come singolo e come gruppo.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso perchè siamo presuntuosi, perchè siamo capaci di pensare che tutto dipende da noi, che l'autore scrive perchè lo abbiamo deciso noi, il personaggio vive perchè lo abbiamo deciso noi, perchè noi sappiamo ciò che è vincente, ciò che funziona, ciò che E' giusto. E pretendiamo che questo sia universale, che il produttore SI DEVE adeguare. E puntualmente, si va dalla parte opposta al nostro volere. Invece di un avanzata, è puntualmente una ritirata strategica.
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso perchè i ricordi del passato non ci appartengono, schiacciati dal nostro egoismo attuale di volere un prodotto a nostra immagine e somiglianza, a nostro uso e consumo, perchè i sentimentalismi in guerra non servono, anzi sono deleteri. Si deve lottare contro il mostro. Ciò che fa il mostro è sciorda, è melma.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso perchè si è pensato che una nicchia di consumatori che aveva una visione di ampio respiro su storyline, personaggi, comprensione delle dinamiche produttive, di mosse tecniche, di semiologia di senso, potesse conquistare tutti gli ambiti che invece mettevano nell'angolo l'intelletualità, il sensio ampio del gusto. La rivincita dei contasuplex, dei nani in mutande, dei tecnici, dei veri atleti, della "meritocrazia" di facciata, della vittoria sui numeri, sull'ignoranza del fan medio, sulla mediocrità del prodotto mordi e fuggi, sull'organizzazione dispotica. Ci sentivamo tutti Steve Austin. Ma siamo tutti Brooklin Brawler.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso perchè siamo arrivati ad odiare il nostro stesso amore per la disciplina, perchè l'immaginavo diversa, da come si è presentata, perchè nel nostro mondo delle Idee, quelle ombre proiettate sulla parete della caverna erano si, scure, ma ci piacevano da matti. L'originale ha i dettagli difettosi.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso il nostro amore. Quell'amore ideale che abbiamo incontrato, abbiamo conosciuto, abbiamo penetrato, ci ha lasciato il profumo addosso e poi ci ha abbandonato. E di quell'abbandono ne soffriamo. Ne soffriamo a tal punto che iniziamo ad odiare ogni pallida imitazione, ogni possibile paragone futuro, ogni elemento identificativo. E non ne sentiamo più l'odore, nemmeno nel nostro ricordo.
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso la magia, quella che ci fa emozionare a questo genere di sport. Ogni prodotto culturale ha la sua dose di magia, noi siamo stati capaci ed è colpa nostra, non di chi crea il prodotto, di aver distrutto la fonte magica da cui ci siamo inizialmente abbeverati. E non vogliamo ritornare a quella fonte, perchè siamo ormai anestetizzati dalla voglia di sentirci noi, magici.
Abbiamo Perso. E non vogliamo ammetterlo a noi stessi, senza neanche fare Harakiri dignitoso. Preferiamo continuare a lottare una guerra mai iniziata, solo immaginata, per poter dire a noi stessi e agli altri: siamo vivi. E Vinciamo noi.
Abbiamo perso quella possibilità di comprensione del prodotto: abbiamo volutamente rinunciato a voler capire, ci limitiamo esclusivamente a giudicare. In automatico, con una rabbia automatica: a non scindere, a mettere tutto nel calderone della nostra mente prevenuta, o cosi' pensiamo. Perchè è una guerra, è uno scontro tra il male, l'industria, i soldi, il potente... e noi, il popolo, il consumatore,
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso una guerra, prima ancora di combatterla. Quella guerra che alcuni pensavano fosse facile da vincere: siamo i consumatori.. devono tenere conto di noi, siamo noi che decidiamo la direzione del prodotto. Mai successo. Nella vita. Si pensava di combattere una guerra in tal senso, non ci hanno neanche fatto provare a comprare le armi, a pianificare una strategia di combattimento, un'azione di guerriglia. Niente. Ci pensavamo imbattibili. Il numero è forza. Non abbiamo neanche scavato la trincea.
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso il potere, il potere di voler davvero stare sopra la giostra. Di poter ciondolare sul nostro bel cavallo di latta dai colori caldi e rassicuranti. Siamo convinti di essere noi i giostrai, di poter intervenire nel processo di formazione del prodotto culturale, di esserne parte integrante, ed in realtà siamo da sempre, un elemento marginale. Come singolo e come gruppo.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso perchè siamo presuntuosi, perchè siamo capaci di pensare che tutto dipende da noi, che l'autore scrive perchè lo abbiamo deciso noi, il personaggio vive perchè lo abbiamo deciso noi, perchè noi sappiamo ciò che è vincente, ciò che funziona, ciò che E' giusto. E pretendiamo che questo sia universale, che il produttore SI DEVE adeguare. E puntualmente, si va dalla parte opposta al nostro volere. Invece di un avanzata, è puntualmente una ritirata strategica.
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso perchè i ricordi del passato non ci appartengono, schiacciati dal nostro egoismo attuale di volere un prodotto a nostra immagine e somiglianza, a nostro uso e consumo, perchè i sentimentalismi in guerra non servono, anzi sono deleteri. Si deve lottare contro il mostro. Ciò che fa il mostro è sciorda, è melma.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso perchè si è pensato che una nicchia di consumatori che aveva una visione di ampio respiro su storyline, personaggi, comprensione delle dinamiche produttive, di mosse tecniche, di semiologia di senso, potesse conquistare tutti gli ambiti che invece mettevano nell'angolo l'intelletualità, il sensio ampio del gusto. La rivincita dei contasuplex, dei nani in mutande, dei tecnici, dei veri atleti, della "meritocrazia" di facciata, della vittoria sui numeri, sull'ignoranza del fan medio, sulla mediocrità del prodotto mordi e fuggi, sull'organizzazione dispotica. Ci sentivamo tutti Steve Austin. Ma siamo tutti Brooklin Brawler.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso perchè siamo arrivati ad odiare il nostro stesso amore per la disciplina, perchè l'immaginavo diversa, da come si è presentata, perchè nel nostro mondo delle Idee, quelle ombre proiettate sulla parete della caverna erano si, scure, ma ci piacevano da matti. L'originale ha i dettagli difettosi.
Abbiamo perso.
Abbiamo perso il nostro amore. Quell'amore ideale che abbiamo incontrato, abbiamo conosciuto, abbiamo penetrato, ci ha lasciato il profumo addosso e poi ci ha abbandonato. E di quell'abbandono ne soffriamo. Ne soffriamo a tal punto che iniziamo ad odiare ogni pallida imitazione, ogni possibile paragone futuro, ogni elemento identificativo. E non ne sentiamo più l'odore, nemmeno nel nostro ricordo.
Abbiamo Perso.
Abbiamo perso la magia, quella che ci fa emozionare a questo genere di sport. Ogni prodotto culturale ha la sua dose di magia, noi siamo stati capaci ed è colpa nostra, non di chi crea il prodotto, di aver distrutto la fonte magica da cui ci siamo inizialmente abbeverati. E non vogliamo ritornare a quella fonte, perchè siamo ormai anestetizzati dalla voglia di sentirci noi, magici.
Abbiamo Perso. E non vogliamo ammetterlo a noi stessi, senza neanche fare Harakiri dignitoso. Preferiamo continuare a lottare una guerra mai iniziata, solo immaginata, per poter dire a noi stessi e agli altri: siamo vivi. E Vinciamo noi.
- Jeff Hardy 18
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Re: La nostra sconfitta.
Abbiamo vinto la guerra
che nenche ce ne eravamo accorti
che qualcuno ci dava per morti
qualcun altro per dispersi
ma noi l’abbiamo vinta senza scherzi.
Anche se il ministro era impegnato con il jazz
il presidente con le belle donne
e il suo maggiordomo coi versi
e i cattivi bastardi se ne sono andati
che volevano spiegarsi e non ci siamo parlati
che volevano traslocare e li abbiamo sistemati
che volevano volare e li abbiamo lanciati.
L’amore l’amore lieve e i campioni iridati
ma chissà se è vero il trambusto che si sente
quando un paese intero applaude con lo sfollagente
e Federico se n’è andato via da solo
Carlo ha posato per i fotografi nudo
E mario si presenta alle elezioni che vuoi?
la vita è fatta di occasioni
Ma tu balla leggera su questo prato di carta
mia venere scalza per te l’inchiostro è in offerta
e i tuoi piedi veloci hanno scritto centinai di romanzi già
Balla che chiunque un giorno ballerà
guardando sotto i piedi leggerà il tuo nome
Libertà
Abbiamo vinto la guerra
e non era mica facile
e già che avanzavano cartucce siamo rimasti
per vincere anche la pace
ma lei si è arresa a tavolino
e siccome che c’era il tavolino poi
sono arrivate le bottiglie quelle le han portate
gli amici del sindacato.
Il governo ha sacrificato le vergini per pagare il locale
poi a un certo punto il capo ha detto
adesso facciamo finta che siete voi a comandare
Io faccio solo l’aguzzino
Ma che infamia finire la guerra e non avanzare vino
far fuori chi ha fame e poi non avere pane
farsi concorrenza senza mai lavorare
e andare affanculo perché non si sa dove andare
Ma tu balla leggera su questo prato di carta
mia venere scalza per te l’inchiostro è in offerta
e i tuoi piedi veloci hanno scritto centinai di romanzi già
Balla che chiunque un giorno ballerà
guardando sotto i piedi leggerà il tuo nome
Libertà
che nenche ce ne eravamo accorti
che qualcuno ci dava per morti
qualcun altro per dispersi
ma noi l’abbiamo vinta senza scherzi.
Anche se il ministro era impegnato con il jazz
il presidente con le belle donne
e il suo maggiordomo coi versi
e i cattivi bastardi se ne sono andati
che volevano spiegarsi e non ci siamo parlati
che volevano traslocare e li abbiamo sistemati
che volevano volare e li abbiamo lanciati.
L’amore l’amore lieve e i campioni iridati
ma chissà se è vero il trambusto che si sente
quando un paese intero applaude con lo sfollagente
e Federico se n’è andato via da solo
Carlo ha posato per i fotografi nudo
E mario si presenta alle elezioni che vuoi?
la vita è fatta di occasioni
Ma tu balla leggera su questo prato di carta
mia venere scalza per te l’inchiostro è in offerta
e i tuoi piedi veloci hanno scritto centinai di romanzi già
Balla che chiunque un giorno ballerà
guardando sotto i piedi leggerà il tuo nome
Libertà
Abbiamo vinto la guerra
e non era mica facile
e già che avanzavano cartucce siamo rimasti
per vincere anche la pace
ma lei si è arresa a tavolino
e siccome che c’era il tavolino poi
sono arrivate le bottiglie quelle le han portate
gli amici del sindacato.
Il governo ha sacrificato le vergini per pagare il locale
poi a un certo punto il capo ha detto
adesso facciamo finta che siete voi a comandare
Io faccio solo l’aguzzino
Ma che infamia finire la guerra e non avanzare vino
far fuori chi ha fame e poi non avere pane
farsi concorrenza senza mai lavorare
e andare affanculo perché non si sa dove andare
Ma tu balla leggera su questo prato di carta
mia venere scalza per te l’inchiostro è in offerta
e i tuoi piedi veloci hanno scritto centinai di romanzi già
Balla che chiunque un giorno ballerà
guardando sotto i piedi leggerà il tuo nome
Libertà
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- THEREALUNDERTAKER
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Re: La nostra sconfitta.
Vi ringrazio del calore e della partecipazione. Io non ho fatto altro che prendere ciò che si scrive qui sopra e metterlo insieme. è quello che definirei, la linea editoriale del forum. é la chiave di lettura che c è qui sopra, nè più ne meno.
- The Rookie
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Re: La nostra sconfitta.
Prima di ascoltare l'Aborto Sociale trapanatevi i timpani. Le vostre orecchie vi ringrazieranno sentitamente.
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Re: La nostra sconfitta.
Bil ha scritto:Prima di ascoltare l'Aborto Sociale trapanatevi i timpani. Le vostre orecchie vi ringrazieranno sentitamente.


